M5S Lega flat tax Fornero reddito cittadinanza
Dall’istituzione di flat tax e reddito di cittadinanza, alla totale revisione delle attuali pensioni e nuove misure per i migranti: il nuovo contratto M5S e Lega
Mentre è ancora in stallo la questione sulla premiership per la nomina del nuovo presidente del Consiglio italiano, tra il leader del M5S, Luigi Di Maio, e il leader della Lega, Matteo Salvini, è accordo su una serie di punti che sono stati definiti nel nuovo contratto M5S- Lega per la definizione del programma di governo. Ma concluso l'accordo sui punti fondamentali da portare avanti resta comunque da sciogliere il nodo relativo al nome del premier. Stando a quanto riportano le ultime notizie, l'ipotesi che prender sempre più piede è quella di una staffetta tra i leader di entrambe gli schieramenti a Palazzo Chigi. Ed entro domenica sarà trattativa a oltranza per l'intesa.
Il contratto consta di un documento di oltre 40 pagine che contiene i temi più cari ai due schieramenti, dalla totale revisione dell’attuale riforme delle pensioni, all’istituzione del reddito di cittadinanza, alla legittima difesa alle pensioni d'oro. Nessun accenno, però, alla questione relativa all'uscita dell'euro, per cui sembrerebbe che entrambe abbiano fatto un passo indietro sull’argomento. Come ben noto, infatti, sia Lega che M5S hanno sempre puntato sulla necessità di uscita dall’euro per poter riuscire a garantire una concreta e reale ripresa al Paese, cosa che in questi anni, come confermano le ultime notizie, non è stato possibile, raggiungere nonostante si parli di un lieve miglioramento.
Ma quali sono i punti previsti dal contratti di governo M5S- Lega? Sarebbero, in particolare, 13 i punti principali previsti dall’accordo tra pentastellati e Lega che riguarderebbero:
Con particolare attenzione alle novità per le pensioni, l’abolizione delle attuali norme pensionistiche, per entrambe gli schieramenti, passerebbe innanzitutto dalla quota 100, risultato di età anagrafica ed età contributiva, prevedendo come base per collocarsi a lavoro 64 anni di età e 36 anni di contributi. Ma M5S e Lega sarebbero d’accordo anche sul via libera alla quota 41 per l’uscita con 41 anni di contributivo senza necessità di raggiungimento di alcun requisito anagrafico soprattutto per i cosiddetti lavoratori precoci, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni di età, e per i lavoratori impegnati in occupazioni usuranti. Al vaglio anche la proroga dell’opzione donna che permette alle lavoratrici con 57 anni di età, che salgono a 58 anni per le lavoratrici autonome, e 35 di contributi di andare in pensione a condizione, però, di accettare il calcolo della propria pensione esclusivamente con calcolo contributivo, il che rende gli assegni finali decisamente meno ‘ricchi’ rispetto a quelli che si percepirebbero con il vecchio, e più vantaggioso, sistema retributivo. Si torno, infine, a parlare anche della necessità di revisione del sistema del welfare con la netta separazione tra assistenza e previdenza.