Le prime reazioni all'approvazione del Def non sono positive
La reazione dei mercati all’indomani della comunicazione delle cifre contenute nel Def ed il contemporaneto aumento dello spread rappresentano spie difficili da non prendere in considerazione
Mentre alcuni festeggiano, fosche previsioni si addensano sull’Italia. La crisi del debito tricolore, sempre al centro delle cronache per la sua mastodontica entità che non ha accennato a ridursi nemmeno quando sono stati presi provvedimenti ad hoc, potrebbe diventare, una vera e propria bomba pronta ad esplodere. Il capo economista dell’istituto di credito tedesco Holger Schmieding ha vaticinato questo oscuro presagio all’indomani dell’intesa trovata nel Governo italiano sulla possibilità di portare al 2,4% il deficit per il prossimo triennio. Che stando all’economista, oltre ad aver indebolito la posizione del ministro dell’Economia Tria che aveva trascorso gran parte del suo impegno a rassicurare l’Europa proprio sulla volontà dell’Italia di tenere i conti a posto e rispettare gli impegni con Bruxelles, rischia di portare l’Italia a sbattere. Ecco i motivi
Le misure prese dal Governo quindi spaventano e non poco alcuni osservatori che concentrano sul debito italiano la propria attenzione. Sono tanti i fattori per i quali può essere considerato una bomba pronta ad esplodere e a trascinare con sé un intero paese. La reazione dei mercati all’indomani della comunicazione delle cifre contenute nel Def e l’aumento dello spread rappresentano spie difficili da non prendere in considerazione. Anche perché bisogna ricordare che l’economia italiana attraversa una lunga fase di debolezza strutturale che nel lungo periodo potrebbe impedire addirittura l’inversione della riforma pensionistica del 2011 e della riforma del mercato del lavoro del governo Renzi.
L’orizzonte è cupo perché alla luce di quanto detto i mercati non avranno remore a cedere le obbligazioni italiane con un conseguente ed ulteriore indebolimento della rete bancaria italiana, renderebbe le condizioni di finanziamento ancora più dure e frenerebbe la crescita economica. Per non parlare del possibile declassamento del rating del credito, aumentando la pressione sui rendimenti dei titoli sovrani.
Per tutti questi motivi, stando alle valutazioni dell’economista tedesco, la crisi del debito italiano rimane una bomba pronta ad esplodere. Come ha ben ricordato qualche mese fa, in un’intervista allo Spiegel Online, l’ex vicepresidente della banca centrale europea Victor Constancio il sostegno al mercato obbligazionario italiano è subordinato al rispetto delle norme fiscali dell’Unione da parte dell’Italia. Se l’Italia non accetta questo schema, dunque, potrebbe non avere la certezza di poter contare sull’aiuto della Bce.