Nuovo governo, crisi voluta e pilotata?
Non sfugge la rapidità con cui si è chiusa l'esperienza con il primo governo Conte e si è aperta quella con il secondo governo Conte. La crisi è stata pilotata?
Adesso che la tempesta è alle spalle e la crisi di governo è stata definitivamente superata, diventa più chiaro il senso della azioni dei principali esponenti di Movimento 5 Stelle, Partito democratico e Lega. Non sfugge la rapidità con cui si è chiusa l'esperienza con il primo governo Conte e si è aperta quella con il secondo governo Conte. Merito solo delle pressioni del presidente della Repubblica o c'è altro?
Si tratta cioè di una crisi preventivata, forzata, voluta, gestita e ben pilotata? Oppure Movimento 5 Stelle e Partito democratico si sono rivelati abilissimi a trovare un punto di incontro per la formazione di un nuovo esecutivo dimenticando anni e anni di durissime accuse? Ebbene, se riavvolgiamo il nastro degli eventi, l'impressione è che questa crisi di governo nel cuore dell'estate fosse stata messa in conto e l'avvicinamento tra il movimento di Di Maio e il partito di Zingaretti avesse origini lontane, precedenti allo strappo della Lega.
Tra i sostenitori della tesi della crisi pilotata c'è Francesco Verderami, retroscenista del Corriere della Sera, secondo cui i vertici del Movimento 5 Stelle avevano subodorato la rottura con Salvini e pur non sapendo quando avrebbe staccato la spina, si sarebbero fatti trovare pronti. E il primo segnale, passato quasi inosservato sarebbe stata la convergenza dei voti a metà luglio sulla popolare Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea.
In seguito sono arrivate le parole del maggiorente dem Dario Franceschini sulle differenze tra Lega e Pd e sui punti in comune tra M5S e Pd e la non esclusione del premier Giuseppe Conte all'ipotesi delle dimissioni. A far pendere l'ago della bilancia ovvero ad aver convinto i democratici all'alleanza è stata la famosa intervista sull'incubo elezioni per l'Italia rilasciata da Matteo Renzi al Corsera.
La sola resistenza in pista era quella di Luigi Di Maio e Davide Casaleggio, venuta meno in seguito all'intervento pubblico di Beppe Grillo. Insomma, tutto sarebbe stato apparecchiato per la sostituzione di un pezzo della maggioranza.
E la Lega? Salvini si sarebbe trovato spiazzato perché non credeva che Movimento 5 Stelle e Partito democratico avrebbero fatto in tempo a costruire una nuova maggioranza dopo la crisi di governo e puntava alla elezioni. Provando a ricapitolare i passaggi fondamentali della crisi d'estate, individuiamo cinque momento chiave: