Riduzione della pena e risarcimenti dall’Italia per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario. Le dichiarazioni di Papa Francesco
L’Italia riesce a risolvere il problema delle carceri troppo affollate attraverso risarcimenti ai detenuti, o ancora carcerati o già liberi, o riduzione della pena. Nessun ricorso ad amnistia e indulto e nonostante questo passa l’esame del Consiglio Ue che nei giorni scorsi ha dovuto decidere se far pagare o meno all’Italia la sanzione che le era stata applicata. Tutto però è andato per il meglio, ora il prossimo esame è in programma per giugno 2015. Ma insieme a riduzione della pena e risarcimenti, Papa Francesco aveva promesso ai radicali ed altre associazioni di aiutarli per favorire soluzioni e risposte al sovraffollamento delle carceri italiani attraverso provvedimenti di clemenza.
Secondo Papa Francesco, infatti, “Fare giustizia non è solo punire l’autore di un crimine, né vendicarsi di lui, ma aiutarlo a riabilitarsi dentro di sé e nella società, così come prendersi cura con scrupolo delle vittime. E’ un errore identificare la riparazione solo con la punizione confondere la giustizia con la vendetta, che aumenterebbe solo la violenza, anche se è istituzionalizzata”. Secondo Papa Bergoglio, inoltre, “aumentare o inasprire le pene porta a una diminuzione dei tassi di criminalità, ma ha importanti e negative ricadute sociali, come le carceri sovraffollate o i prigionieri detenuti senza processo”.
Al momento, le misure approvate per carcere di risolvere il problema grave delle nostre carceri sono riduzione della pena per i detenuti che hanno subito atti di tortura, trattamenti inumani o degradanti per più di 15 giorni e risarcimento per i carcerati soggetti a maltrattamenti. In particolare, il magistrato di sorveglianza potrà disporre una riduzione della pena pari al 10% del periodo di maltrattamento.
Il decreto legge nasce per rispondere al pronunciamento della Corte europea dei diritti dell’uomo che, con la sentenza Torreggiani ha accertato la violazione, da parte dell’Italia, dei diritti dell’uomo (Cedu). Come si legge nel decreto, “la previsione di una riduzione percentuale di pena, configurata quale rimedio risarcitorio di tipo compensativo, appare conforme ai riassunti arresti dei giudici europei. Secondo quando previsto dall’articolo 1 della bozza di dl, sarà il magistrato di sorveglianza a disporre l’eventuale riduzione della pena. La richiesta dovrà essere avanzata dal detenuto tramite difensore”. La riduzione potrà essere della pena per chi è ancora detenuto e di un risarcimento per i carcerati già liberi.