Aumento busta paga ora di 50-300 euro e le differenti proposte partiti su retribuzioni per elezioni 25 Settembre

di Marianna Quatraro pubblicato il
Aumento busta paga ora di 50-300 euro e

Aumento busta ora differenti proposte partiti retribuzioni

Si preparano ad aumentare le buste paga ora fino a 300 euro circa: come cambieranno retribuzioni il prossimo anno dopo nuove elezioni

Scatta da ottobre la decontribuzione al 2% per aumentare le buste paga ora dei lavoratori italiani, con ulteriori aumenti che si avranno per detassazione welfare ed eventuali arretrati, senza dimenticare che le buste paga di alcune categorie di lavoratori aumenteranno anche per effetto di rinnovi contrattuali Ccnl da tempo bloccati. 

La decontribuzione sarà in vigore da ottobre a dicembre per poi cessare i suoi effetti. Vediamo di seguito quali sono le differenti proposte dei partiti su retribuzioni per elezioni del 25 settembre. 

  • Aumento buste paga ora di 500-300 euro
  • Proposte partiti per aumento retribuzione per elezioni 25 settembre 

Aumento buste paga ora di 500-300 euro

Grazie alla decontribuzione al 2%, si stimano aumenti complessivi delle buste paga fino a dicembre compresi tra 50 euro circa per stipendi più bassi di 800 euro, che arrivano fino a 100 euro compresi gli arretrati da luglio, e 150 euro circa per stipendi più alti fino a 2.600 euro, fino a 300 euro circa comprendendo gli arretrati da luglio. 

Per chi prende stipendi da 1.400 euro si calcolano aumenti mensili di 28 euro per un totale fino a dicembre di 84 euro a cui aggiungere ulteriori 84 euro di arretrati da luglio a settembre. Aumenti più alti di 34 euro al mese per chi prende stipendi da 1.700 euro, di 38 euro per chi prende stipendi di 1.900 euro, di 44 euro al mese per chi prende stipendi di 2.200 euro e così via. 

Chi prende stipendi dai 2.700 euro in su non avrà alcun aumento per la decontribuzione al 2% da ottobre a dicembre, considerando che si tratta di una misura valida solo per lavoratori con redditi annui entro i 35mila euro.

Agli aumenti fino a 200 euro circa per la decontribuzione del 2% bisogna aggiungere ulteriori eventuali aumenti dovuti a detassazione welfare, vale a dire se si usufruisce di benefit aziendali per cui è stata approvata, sempre fino a dicembre 2022, la detassazione fino ad importo massimo di 516 euro. 

Paradossalmente, dunque, da ottobre si avranno aumenti più alti per stipendi più alti e chi percepisce stipendi più bassi avrà aumenti davvero minimi.

La misura della decontribuzione al 2% cesserà i suoi effetti alla fine di dicembre e si attende di capire quali saranno le misure del prossimo anno per garantire aumenti di stipendi per i lavoratori per garantire maggiore potere di acquisto contro l’inflazione galoppante. 

Proposte partiti per aumento retribuzione per elezioni 25 settembre 

Dal primo gennaio 2023 non ci saranno più, dunque, decontribuzione al 2% e detassazione welfare per garantire aumenti delle retribuzioni e al momento sono diverse le proposte presentate dai partiti politici per aumentare le retribuzioni in vista delle elezioni del 25 settembre.

I partiti di centrodestra rilanciano sulla proposta di una flat tax, sistema di tassazione caratterizzato da un’aliquota fissa e non progressiva in base ai redditi, ma al momento con due con aliquote diverse: al 15% per la Lega e al 23% per Forza Italia.

Per fare un esempio di calcolo di aumento della retribuzione con flat tax, se fosse al 15% per tutti come rilanciato dalla Lega, si avrebbero aumenti annui medi tra i poco più di 100 euro e gli oltre 500 euro per chi prende stipendi più alti in base chiaramente ai redditi percepiti.

Con flat tax al 23%, prendendo il caso di un lavoratore che ha un reddito annuo di 35mila euro, si pagherebbero tasse per un importo di 8.050, rispetto ai 12.250 euro che si pagano ora con aliquota Irpef al 35%, con risparmi di circa 4mila euro annui. 

Chi ha una busta paga di 1.300 euro al mese per un reddito annuo complessivo di circa 16.900 euro, con aliquota al 23%, pagherebbe circa 4mila euro di tasse, per la precisione 3.887 euro rispetto ai 4.225 euro con aliquota Irpef attualmente in vigore, per un risparmio di poco più di 300 euro.

Ma chi ha un reddito annuo di 40mila euro, con flat tax al 23% pagherebbe solo 9.200 euro di tasse contro i 14mila euro calcolati con attuale aliquota Irpef in vigore del 35%, per un risparmio di quasi 5mila euro. 

Quattro sono, infatti, da quest’anno 2022 le aliquote Irpef da considerare per il pagamento d’imposta e sono del:

  • 23% per redditi fino a 15mila euro;
  • 25% tra 15 mila e 28mila euro;
  • 35% tra 28 mila e 50mila euro;
  • 43% dai 50mila euro in sù.
Dal Pd, invece, arriva la proposta di garantire una mensilità annua in più a tutti i lavoratori in base alla riduzione del cuneo fiscale per un taglio delle tasse con aumenti delle retribuzioni mediamente di circa 100 euro. 

Anche il M5S punta all’aumento di stipendio e taglio del cuneo fiscale, proponendo anche l’introduzione del salario minimo di 9 euro all’ora per tutti, mentre il Terzo Polo, Azione e Italia Viva, propone l’aumento delle retribuzioni permettendo alle imprese di recuperare il 50% di una mensilità in più per il 2022 e il 2023 da destinare al lavoratore, con detassazione totale per i giovani fino a 25 anni di età e del 50% fino a 30 anni.