Quali sono le ipotesi di aumento pensioni con rivalutazione dal 2023 dopo cessazione rivalutazione anticipata fino a dicembre 2022
Con l’approvazione dell’anticipo della rivalutazione pensionistica al 2% ad ottobre e per i tre mesi finali di quest’anno 2022, con effetto retroattivo, con il nuovo Decreto aiuti bis ufficiale, aumentano le pensioni di qualche decina di euro ma non per tutti i pensionati. L’anticipo della rivalutazione automatica delle pensioni al 2% vale solo per chi ha redditi entro i 35mila euro, cioè per chi prende una pensione fino a 2.692 euro.
Chi prende, invece, una pensione da 2.700 euro in poi è del tutto escluso dalla rivalutazione anticipata che si avrà da ottobre e dicembre, poi la misura cesserà gli effetti il 31 dicembre 2022 e dal primo gennaio 2023 scatterà il meccanismo di rivalutazione automatica delle pensioni come sempre previsto. Dopo l’aumento delle pensioni fino a dicembre, nel 2023 potrebbero esserci tre possibilità molto diverse. Vediamo quali sono e cosa prevedono.
La prima ipotesi in ballo per un aumento delle pensioni nel 2023 dopo la rivalutazione anticipata delle pensioni al 2% è quella di estensione della stessa per tutti.
La misura approvata con il Decreto Aiuti bis per aumentare le pensioni contro il caro inflazione e caro vita vale, infatti, solo per coloro che hanno redditi entro i 35mila euro annui, cioè per chi prende pensioni fino a 2.600 euro circa, escludendo di fatto tutti coloro che percepiscono da 2.700 euro in poi di pensione.
Considerando, però, che la rivalutazione delle pensioni è un sistema che scatta che ogni anno per tutti coloro che percepiscono una pensione, e in percentuali differenti stabilite dalla legge in base alle fasce di reddito di appartenenza, la prima ipotesi per aumentare le pensioni dal 2023 dopo la rivalutazione anticipata in questi ultimi mesi del 2022 è quella di adeguare la rivalutazione pensionistica al 2% per tutti e non solo per chi ha redditi entro i 35mila euro annui.
Altra ipotesi in ballo per la rivalutazione delle pensioni 2023 è quella di una riduzione della rivalutazione automatica delle pensioni all’1,9%, come già era stato deciso, per tutti. Se fino a dicembre 2022 la rivalutazione automatica delle pensioni vale solo per coloro che hanno redditi entro i 35mila euro, per il prossimo 2023 questa percentuale potrebbe calare all’1,9% per effetto di decisioni già prese e per tutti.
Se, infatti, quest’anno 2022 la rivalutazione automatica delle pensioni è avvenuta su un indice dell’1,7%, per il prossimo anno, prima ancora del Decreto Aiuti bis e dell’approvazione di una rivalutazione anticipata delle pensioni, era già stato fissato un indice più alto, all’1,9%.
Gli importi di pensione saranno rivalutati in base alle diverse percentuali di rivalutazione fissate dalla legge che sono:
Ultima ipotesi in ballo per un dopo rivalutazione anticipata delle pensioni da gennaio 2023 è quello di un aumento della rivalutazione pensionistica più alta per chi ha redditi più bassi, con somma del 2%, percentuale stabilita per l’anticipo di rivalutazione al 2022, più 1,9%, indice stabilito per rivalutazione pensioni 2023, chi percepisce pensioni più basse mentre per tutti gli altri la rivalutazione dal 2023 sarà all’1,9%.
Per chi ha redditi pensionistici più bassi, si potrebbe, dunque, arrivare ad una rivalutazione delle pensioni al 3,9%, derivante dalla somma di 2% di quest’anno e 1,9% del 2023, ipotesi che però sembra decisamente improbabile.