Perché e come l’aumento degli stipendi atteso per effetto del nuovo taglio del cuneo fiscale sarà minore e quasi inutile: ecco cosa cambierà realmente
Si taglia il cuneo fiscale ma contestualmente salgono le tasse e così l’aumento degli stipendi di 260 a 700 euro è reso inutile dal proporzionale aumento tasse e non solo in relazioni agli aumenti generalizzati di tasse e nuova Irpef locale da pagare ma anche in base all’imponibile in busta paga su cui applicare la tassazione. Cerchiamo di capire come e di quanto l’aumento degli stipendi è correlato all’aumento delle tasse.
In generale, gli aumenti in busta paga per effetto del taglio del cuneo fiscale oscilleranno tra i 20 e i circa 54 euro al mese per aumenti complessivi annuali da 260 a 700 euro, ma si tratta di un taglio del cuneo fiscale che non sarà calcolato sulle buste paga a partire da gennaio 2023, perché si attende ancora il relativo decreto attuativo, per cui gli aumenti attesi in busta paga a gennaio arriveranno in realtà presumibilmente a marzo. Ma si tratta di aumenti relativi, alla luce delle ultime notizie. E il motivo è presto spiegato.
Il taglio del cuneo fiscale del 2% per la riduzione delle tasse e l’aumento dell’importo netto in busta paga si applica agli stipendi mensili compresi tra i 1.923 euro e i 2.692 euro, mentre per gli stipendi di importo inferiore ai 1.923 euro al mese, il taglio del cuneo fiscale applicato sale al 3%.
Tuttavia, c’è da precisare che il taglio del cuneo fiscale incide sui contributi, la base di calcolo non è l’imponibile fiscale ma quello previdenziale mensile, per cui si abbassano gli oneri deducibili dallo stipendio lordo e aumenta, di conseguenza, l’imponibile fiscale.
Ciò significa che con il nuovo taglio del cuneo fiscale aumenta la base di calcolo per l’Irpef per effetto dei minori contributi deducibili dal lordo. E l’aumento della base di calcolo dell’Irpef per il taglio del cuneo fiscale sui contributi si traduce in un aumento delle tasse da pagare.
Per fare un esempio di calcolo di quanto l’aumento dello stipendio previsto per effetto del nuovo taglio del cuneo fiscale, compreso tra 260 e circa 700 euro annui, sia inutile per il proporzionale aumento delle tasse, prendendo il caso di un lavoratore che percepisce uno stipendio mensile con imponibile previdenziale pari a 2.335 euro, per il taglio del cuneo fiscale del 2% dovrebbe avere un aumento di circa 47 euro.
L’aumento netto in busta paga però è di 30,31 euro, questo perché il taglio del 2% si riduce all’1,70% netto, riducendo di conseguenza l’effettivo aumento degli stipendi calcolato.