Aumento stipendi, la vera svolta arriva da Ue con nuova direttiva accanto a recenti modifiche appena approvate

di Marianna Quatraro pubblicato il
Aumento stipendi, la vera svolta arriva

Nuovo intervento dell’Ue per garantire aumenti stipendi per tutti: in arrivo possibile nuova direttiva per nuovo salario minimo oltre direttive già definite

Il salario minimo continua a far discutere: solo qualche mese si fa, si era parlato della possibilità di introdurre anche nel nostro Paese un salario minimo già esistente in altri Paesi membri dell’Ue, e non solo, per garantire ai lavoratori una retribuzione adeguata alla prestazione lavorativa prestata. Poi le discussioni in tal senso sono state accantonate per dare spazio ad altre priorità, ma è di nuovo l’Ue a rilanciare la questione e per garantire aumenti di stipendio la vera svolta potrebbe arrivare proprio dall’Ue con una nuova direttiva. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. 

  • Nuova direttiva Ue per aumento stipendi cosa prevede
  • Recenti modifiche già approvate da Ue per aumento stipendi

Nuova direttiva Ue per aumento stipendi cosa prevede

Stando a quanto riportano le ultime notizie, nonostante ci fosse già una direttiva Ue sul salario minimo, alcune indiscrezioni riportano di interventi di diversi commissari europei sulla necessità di introduzione per tutti di un salario minimo più alto e adeguato, per cui potrebbe arrivare una nuova specifica direttiva o una nuova legge, con l’obiettivo di aumentare l'importo del salario minimo, per cui si era parlato, come già definito in alcuni Paesi di circa 5 euro che però diventerebbero 9 o 10 euro in base alle recenti indiscrezioni, con contestuale aumento degli stipendi.

Secondo alcuni commissari dell’Ue, il salario minimo potrebbe rappresentare soprattutto per i lavori più poveri un importante incentivo per la produttività, e quindi nuova spinta all’economia, perché incrementando la produttività si dà vita ad un nuovo ciclo economico decisamente più importante. E’, quindi, importante introdurre un salario minimo per tutti ma soprattutto per lavoratori impiegati in comparti per cui si registra una bassa produttività. 

Secondo il commissario europeo per il lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit, è necessario investire per i lavoratori, dare loro più competenze e in tal senso il salario minimo può avere esiti positivi sul piano economico. 

La direttiva Ue già presentata non obbliga a introdurre un salario minimo e non ne impone un relativo livello, ma rafforza il coinvolgimento delle parti sociali sul monitoraggio e raccolta dati e sull'applicazione dei minimi salariali, prevedendo un valore di riferimento che dovrebbe essere il 60 % del salario lordo mediano e il 50 % del salario lordo medio e valori di riferimento indicativi a livello nazionale.

Recenti modifiche già approvate da Ue per aumento stipendi

La nuova direttiva sul salario minimo che potrebbe arrivare nuovamente dall’Ue affianca una serie di modifiche già approvate dalla stessa Europa per aumentare gli stipendi soprattutto di alcune categorie di lavoratori, a partire da quanto appena approvato dall’Ue per i lavoratori stagionali.

Solo qualche mese fa, l’Ue ha, infatti, avviato una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, e di altri 9 Paesi, per non aver recepito completamente la direttiva comunitaria sui lavoratori stagionali per garantire loro condizioni di vita e di lavoro dignitose. 

L’Ue ha chiaramente spiegato come l’Italia dovrebbe prevenire l’abuso e lo sfruttamento dei lavoratori stagionali con la definizione di stipendi e norme eque e trasparenti e condizioni di vita e di lavoro dignitose, che proteggano gli impiegati con contratto stagionali dallo sfruttamento.

Sempre con l’obiettivo di garantire tutela e trasparenza per le retribuzioni, ll Parlamento europeo ha recentemente approvato un'altra nuova direttiva che prevede l’obbligo di comunicare lo stipendio ai lavoratori negli annunci di lavoro o in fase di colloquio.

Stando a quanto stabilito, ogni azienda, datore di lavoro o ente avrà l’obbligo di rendere nota, negli annunci di lavoro o durante il primo colloquio, la retribuzione prevista per quella specifica posizione senza chiedere informazioni al candidato alla posizione sulla sua storia salariale in modo da influenzarne la retribuzione anche del nuovo incarico.

Inoltre, ogni azienda con più di 100 dipendenti dovrà anche correggere eventuali disparità salariali se superano il 5% senza alcuna giustificazione. 

Altro intervento dell’Ue su stipendi e aumento di stipendi riguarda le retribuzioni tra uomo e donna. Solo poco tempo fa, l’Ue avrebbe reso nota una nuova direttiva per l’adeguamento degli stipendi tra uomini e donne, per rafforzare la parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore tramite trasparenza retributiva e relativi meccanismi di applicazione.

La nuova legge Ue sulla parità di stipendio tra uomo e donna impone ai datori di lavoro di indicare i criteri usati per calcolare retribuzione e progressione economica per tutti senza distinzioni di genere e, se il datore di lavoro non rispetta l’obbligo di trasparenza e di parità di retribuzione tra uomo e donna e un dipendente subisce discriminazioni retributive, allora è soggetto a sanzioni e il lavoratore danneggiato ha facoltà di chiedere il risarcimento per le retribuzioni arretrate, i bonus, i pagamenti in natura non corrisposti, per le opportunità perdute e per danno morale.