Auto a idrogeno
Test dimostrativo conclusosi in modo positivo per la Hyundai ix35 Fuel cell che è partita da Bruxelles e ha percorso 1800 chilometri fino a Napoli per inaugurare la conferenza europera sul fuel cell.
E' arrivata a Napoli il 12 Dicembre, dopo aver percorso 1800 chilometri a partire da Bruxelles la Hyundai ix35 Fuel cell dei carabinieri, che prenderà poi ufficialmente servizio nel comune di Bolzano dove vi è al momento l'unico punto di ricarica pubblico. Installato 3 anni fa, rifornisce 11 veicoli, soprattutto autobus, che hanno percorso in totale 1 milione di chilometri senza inquinare. Durante il tragitto il veicolo si è fermato per fare rifornimento in stazioni provvisorie, visto che quella di Bolzano è l'unica in Italia.
In occasione dell' European fuel cell conference, H2IT ha organizzato un viaggio dimostrativo con una Hyundai ix35 Fuel Cell da Bruxelles a Napoli: 1800 chilometri passando per la prima stazione di rifornimento ad idrogeno installata a Bolzano.
Il viaggio ha toccato anche Firenze e la capitale, il tutto utilizzando come unico combustile il pulitissimo idrogeno. Non si tratta del primo modello di auto ad idrogeno in circolazione in Italia. Infatti a Bolzano ne girano 11, soprattutto mezzi pubblici e presto ne ariverrano altri.
Hyundai ha anche confermato che nel 2018 presenterà un nuovo modello di auto ad idrogeno.
Sarà forse perché non tutti sono così convinti che le auto elettriche rappresentino la soluzione ottimale in grado di mixare la riduzione delle impatto ambientale, il contenimento delle spese e le prestazioni su strada, ma ecco che sono già allo studio possibili alternative. A
arrivano proprio quando il trend di crescita del segmento elettrico è davanti agli occhi. Siamo ancora lontani, almeno in Italia, dalla possibilità di parlare di boom, ma la rotta è stata già tracciata. Accanto alle auto alimentate elettricamente, iniziano adesso ad affiancarsi quelle a idrogeno. I vantaggi sono di diverso tipo: vengono considerate più amiche dell'ambiente e, dettaglio di primo piano, il combustibile può essere prodotto dai filtri delle sigarette. Stando all'Università di Nottingham, nota in tutto il mondo per la sua vena ecologista, i resti delle bionde sono in grado di produrre celle combustibile a idrogeno.
Insomma, con questa scoperta si raggiungerebbero due obiettivi con una sola operazione: il riciclo di uno dei rifiuti per eccellenza e il suo utilizzo a fini produttivi. A mettere la firma sullo studio che potrebbe aprire prospettive di grande rilievo per le auto a idrogeno, sono stati un professore di Chimica dei Materiali, Robert Mokaya, e uno studente universitario della Scuola di Chimica, Troy Scott Blankenship. Tutto è consultabile sulla rivista accademica Energy and Environmental Science, dalla quale si apprende che la chiave di volta è rappresentata dalla presenza di acetato di cellulosa nei mozzicone di sigaretta. I carboni attivi ottenuti mediante un processo di carbonizzazione e attivazione idrotermale, chiarisce Mokaya, sono molto porosi e hanno una capacità di stoccaggio di idrogeno senza precedenti.
Da un continente all'altro, non cambia il senso delle cose perché all'Università di Los Angeles, in California, c'è chi ha realizzato un supercondensatore a celle solari capace di produrre elettricità e assorbire energia con una cella combustibile a idrogeno. In questo caso, l'utilità di questa scoperta ha una ragione ben precisa: la possibilità di ridurre il prezzo delle auto a idrogeno, sicuramente più alto sia dei mezzi alimentati tradizionalmente a combustione e sia dei veicoli elettrici. Proprio questo è uno degli snodi più delicati che sta frenando le case automobilistiche a puntare con decisione su questa soluzione. Superato questo scoglio potrebbero aprirsi le porte del futuro. Rispetto alle auto elettriche, i mezzi a idrogeno hanno l'asso nella manica della maggiore autonomia su strada. La media è infatti di 312 miglia.
Le idee di Richard Kener, autore dello studio californiano, sono chiare: l'idrogeno è un ottimo carburante per i veicoli e, anzi, è il combustibile più pulito, oltre a essere economico e non inquinante per l'aria. Il suo ragionamento è semplice: le persone necessitano di carburante per far viaggiare i loro veicoli e di elettricità per far funzionare i loro dispositivi. Adesso si può produrre sia carburante che elettricità con un singolo dispositivo. Al di là del versante della mobilità e delle soluzioni più intelligenti, l'idrogeno è un biocombustibile molto ricercato perché, reagendo con l'ossigeno dell'aria è in grado di produrre energia elettrica e calore. In buonissima sostanza, viene considerato il combustibile del futuro e, nel caso di abbattimento dei costi, la sua applicazione potrebbe essere su larga scala per affiancarsi alla graduale ma costante diffusione delle auto elettriche.