Lo scorso anno sono state vendute 1.967 unità, che a conti fatti sono poche. Rappresentano infatti solo lo 0,1% del totale, ma le prospettive sono considerate incoraggianti.
Record ricarica per le auto elettriche con 200 Km di autonomia in 8 minuti e poi la rivoluzione della batteria che dura per semrpe realizzata da un italiano. E sconti ed incentivi auto sia privati, che locali e regionali
Il pericolo ansia scompare con la super ricarica per auto elettriche. Bastano 8 minuti per assicurare 200 chilometri di percorrenza. La novità porta la firma di Abb, la multinazionale svizzera di ingegneria già presente nel campionato di Formula E. Il suo caricabatterie per veicoli è il più veloce al mondo con potenze fino a 350 kilowatt. Naturalmente occorre tempo prima della diffusione in grande stile, ma il primo importante passo è stato compiuto.
Il problema principale è sempre lo stesso ovvero la percezione collettiva che il numero delle stazioni per la ricarica delle auto elettriche non sia sufficiente per rispondere alle esigenze degli automobilisti. Ma probabilmente si tratta di una difficoltà ingiustificata perché la quantità delle colonnine è legata alla presenza di auto elettriche in circolazione. Ma che il periodo sia di grande fermento in Italia è dimostrato anche dall'inaugurazione a Catania della prima delle 48 colonnine per la ricarica di veicoli elettrici previste dal protocollo sottoscritto tra l'amministrazione comunale della città etnea ed Enel. L'attenzione per le auto elettriche sta insomma abbattendo confini e differenze e dal nord al sud del Paese si moltiplicano iniziative di sviluppo senza soluzione di continuità.
Di interessante c'è anche la distribuzione delle nuove stazione, tenendo conto che circa l'80% dei punti di ricarica viene installato nelle zone cittadine, di cui il 21% nelle grandi aree metropolitane e il 57% nelle altre città e il restante 20% circa a copertura nazionale per assicurare spostamenti senza pensieri di medio e lungo raggio nelle zone extraurbane e nelle autostrade. L'investimento complessivo ammonta allora a una cifra variabile tra i 100 e i 300 milioni di euro per lo sviluppo di una rete di ricarica composta da colonnine Quick (22 kW) nelle aree urbane e Fast (50 kW) e Ultra Fast (150 kW) per la ricarica veloce in quelle extraurbane. L'iniziativa non riguarda solo il territorio di Catania perché rientra nel Piano nazionale Enel per l'installazione delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici per un totale di 7.000 colonnine entro il 2020 ovvero 14.000 nel 2022.
Alla luce degli sforzi (comunque limitati considerando che mancano sostanziosi incentivi all'acquisto o alla sostituzione dell'auto), a che punto è il mercato delle auto elettriche? Ebbene, lo scorso anno sono state vendute 1.967 unità, che a conti fatti sono poche. Rappresentano infatti solo lo 0,1% del totale. Eppure le prospettive sono considerate incoraggianti. Basti pensare che secondo gli analisti dell'associazione senza scopo di lucro Prosiel, che rappresenta i principali attori della filiera elettrica nel Paese, ci sono tutti i presupposti affinché le auto elettriche diventino lo standard per la mobilità nazionale.
Oltre al caso di Catania e alle sue nuove colonnine per la ricarica, la Regione Lombardia ha stanziato fino a 1.500 euro a fondo perduto per ogni punto di ricarica installato entro la fine del 2017 mentre la Provincia autonoma di Trento ha incentivato a fine 2017 l'acquisto di auto elettriche o ibride con un contributo variabile da 4 a 6.000 euro.
Si parla con sempre più insistenze del maggiore spazio che le auto elettriche stanno trovando nel mercato europeo e in quello italiano. Ma quali sono i modelli più venduti, prescindendo dalle differenze di vendite rispetto ai veicoli alimentati tradizionalmente? Gli ultimi dati sono piuttosto interessanti perché mettono in discussioni alcune certezze e nella classifiche delle più apprezzate dai consumatori trovano spazio anche modelli di nicchia, come la Tesla Model S, molto apprezzata al di là dell'oceano. In ogni caso, dando uno sguardo alla graduatoria, viene fuori come i consumatori europei stiano dando sempre più fiducia alle auto elettriche, anche se i numeri non sono ancora da capogiro.
In ogni caso vale la pena notare come siano le ibride plug-in ad attrarre maggiormente i consumatori sul fronte delle elettrificate e soprattutto che il trend sia costantemente in crescita. Davanti a tutti si piazza adesso la Renault Zoe, l'auto elettrica più venduta nellìultime rilevazione di circa un mese fa. Si tratta di un avvicendamento al vertice, considerando che un mese fa la graduatoria era dominata da Volkswagen e-Golf, adesso al terzo posto, preceduta anche da BMW i3. Entrando più nel dettaglio delle unità vendute, viene fuori che in 2.439 hanno dato fiducia alla Renault Zoe con le seguenti quote di mercato nel Vecchio Continente 1.155 in Francia, 475 in Germania e 250 tra Spagna e Portogallo.
Più in generale, questa è la classifica aggiornata delle auto elettriche più vendute:
Si parla tanto di mobilità sostenibile e di tutela dell'ambiente, ma risulta che a oggi, in questo mese di settembre 2017, la sola provincia italiana a proporre incentivi per l'acquisto di auto elettriche è quella di Bolzano. Gli acquirenti hanno due possibilità di scelta: 4.000 euro per un veicolo elettrico oppure 2.000 euro per un'auto ibrida plug-in. Siamo dunque ancora lontani dal passare dalle parole ai fatti sul fronte dei cambiamenti nell'utilizzo dell'auto privata. Anche se inquinamento, congestione urbana, problemi di parcheggio, di rumore o aumento del prezzo dei carburanti sono tutti elementi a favore di modelli alternativi, la realtà racconta come l'Italia procede a ritmo lento.
L'auto personale sembra essere usata più come uno dei tanti mezzi di trasporto, anziché come mezzo unico ed esclusivo. Lo sanno bene nella provincia di Bolzano, in cui l'incentivo per scegliere una soluzione elettrica passa dalla disponibilità dell'amministrazione provinciale e delle concessionarie che divideranno l'onere dell'incentivo. Stando alle regole approvate, possono accedere ai contributi i residenti in Alto Adige e il veicolo deve essere immatricolato nella Provincia di Bolzano. Il possesso dell'auto sembra una condizione irrinunciabile per la maggioranza degli automobilisti ma le offerte di alcuni costruttori, che propongono la batteria a noleggio, sono indice che i comportamenti stanno cambiando. A poco e poco si sta preferendo l'utilizzo al possesso.
La sfida del veicolo elettrico consiste nel far dialogare settori che non sono abituati a intrattenere rapporti su questo terreno, come le infrastrutture, il mondo delle automobili e quello delle telecomunicazioni. Mettendosi d'accordo, gli operatori possono trasformare il veicolo elettrico nel veicolo del futuro e farlo emergere nell'ambito delle flotte aziendali e delle stazioni di veicoli condivisi, dove il modello economico dell'auto elettrica sembra più adatto. A livello individuale, il valore residuo di un veicolo elettrico, ovvero l'importo che il proprietario può sperare di ottenere dalla futura rivendita, rappresenta il grande punto interrogativo nell'analisi del costo totale di proprietà.
Una possibilità concreta che l'auto elettrica diventi davvero più vicina e accessibile a tutti in Italia, anche da noi, è la Nissan Leaf di seconda generazione un auto che si potrà provare tra pochissimo nei concessionari, ad un costo che dovrebbe essere realmenrte abbastanza accessibike s pinta nell'uso e nell'acquisto da diversi accordi e alleanze come con Enel. E non è un caso che ci sono già 10mila ordini in Europa.
Nissan sembra più avanti sotto diversi aspetti per l'auto elettrica, in modo particolare per la Nissan Leaf, ma non solo
Due colpi in uno: da una parte quello di favorire la diffusione delle sue auto elettrica Nissan Leaf e Nissan Note e-POWER, dall'altra quella di promuovere la mobilità condivisa. Arriva dal Giappone (lo farà dalla metà del prossimo mese di gennaio) la proposta e-share mobi che si basa su un principio molto semplice e differente da quelli fin qui conosciuti. L'automobilista paga solo l'utilizzo effettivo della vettura ovvero il consumo. Nessuna tariffa mensile fissa per intenderci.
L'Italia per ora deve "accontentarsi" della nuova generazione della Leaf di Nissan che, ricordiamo, è l'auto 100% elettrica più venduta al mondo. Il produttore giapponese ha raggiunto una intesa con Enel, grazie a cui chi acquisterà la nuova Leaf riceverà due anni di ricarica gratis nelle colonnine pubbliche e il kit per la ricarica nella propria abitazione. Si tratta senza ombra di dubbio di una interessante forma di incentivo all'utilizzo delle auto elettriche che va al di là dei tradizionali sconti per l'acquisto.
Ed è un grande successo proprio per la Nissan Leaf con 10mila ordini, dopo la presentazione ad Ottobre, in tutta Europa e che arriverà a Febbraio nelle concessionarie italiane da provare e poter così verificare e toccare con mano l'auto elettrica che al momento, come scritto, è la più venduto in assoluta.
E gli ordini vanno così bene che la società giappine ha dato il via all'aumentod ella produzione, in modo particolare nello stabilimento inglese, il principale che servirà le nazioni Ue.
Una singola ricarica della Nissan Leaf sarà di 378 Km e come caratteristiche tecniche ha alcune innovazioni interessanti come e-Pedal che permette attraverso il solo pedale dell'acceleratore di gestire il veicolo interamente ed è presenta nel modello base senza ulteriori costi. E poi altre due tecnologie che aiutano nella guida come il ProPILOT Park per il parcheggio automatico completo e il ProPILOT che mantiene l'auto in mezzo alla corsia e controlla la distanza dl'auto rispetto all'altro veicolo davanti per evitare tamponamenti.
Il futuro è nel segno dell'auto elettrica? Sì e lo è anche il presente se i ricercatori Frost & Sullivan stimano che da qui alla fine dell'anno saranno 1,6 milioni i veicoli alimentati elettricamente. Una cifra destinata a schizzare verso l'altro nell'arco di sette anni saranno 25 milioni. Secondo gli studiosi, che hanno messo tutto nero su bianco nel "Global Electric Vehicle Market Outlook, 2018" i timori dei potenziali guidatori di auto elettriche sono destinati a essere spazzati via perché sono in programma investimenti in infrastrutture di ricarica per 57 miliardi di dollari entro 8 anni, e gli stessi progressi nel comparto delle batterie dovrebbero assicurare una maggiore durata. I macro mercati trainanti? Quello cinese su tutti, destinato ad assorbire con la sua quota al 48% quasi la metà delle auto elettriche. Alle sue spalle si colloca l'Europa nel suo complesso con il 26% e quindi il Nord America con il 17,7%. Stupisce, ma solo fino a un certo punto, la quota residuale del Giappone.
Che l'innovazione sia nel dna di Nassan emerge anche dalla collaborazione con Ikea. In buona sostanza nello spazio dello store di Roma Anagnina ha allestito una infrastruttura per la ricarica delle auto elettriche. Si tratta della terza esperienza che va nella scia di quanto si vede in numerosi altri centri commerciali con l'installazione di stazioni di rifornimento per auto alimentate a benzina e diesel. A conti fatti, Nissan ha installato in Italia 82 colonnine di ricarica rapida CHAdeMO con contributo totale o parziale.
Nissan è sempre più operativa e dinamica nel settore delle auto elettriche ed innovative e risponde alle necessità del riciclo delle batterie, uno dei problemi da più parti recentemente sollevato, con una idea assolutamente interessante che si concretizzerà a breve. E poi, rilancia per le auto elettriche, con un mlione di auto elettriche vendute entro il 2022
Nissan, marchio ad alto tasso tecnologico del gruppo Renault e Mitsubishi, ha lanciato un nuovo interessantissimo progetto che si chiama “The Reborn Light”, ovvero “La luce rigenerata”.
Facile capire il perché. In pratica la casa automobilistica sta progettando infrastrutture pubbliche smart, da realizzare utilizzando componenti delle auto alle quali viene data una seconda vita. In questo caso si tratta delle batterie agli ioni di litio per l’alimentazione di veicoli elettrici che vengono riutilizzate per l’illuminazione stradale. Per questo motivo il progetto prevede una stretta collaborazione con le amministrazioni pubbliche.
Nissan ha divulgato proprio in queste ore una nota nella quale spiega che verranno installati dei nuovi lampioni stradali “wireless” totalmente sostenibili grazie all’impiego delle batterie di seconda vita agli ioni di litio che equipaggiano Nissan Leaf, insieme a pannelli solari. Il progetto avrà la sua prima concretizzazione in Giappone, più precisamente a Namie, nella provincia di Fukushima, luogo simbolo nella ricerca verso nuove forme di sostenibilità ambientale.
Un luogo simbolico visto che, come tutti ricorderanno, è stato teatro nel 2011, dello spaventoso incidente alla centrale nucleare dopo il terremoto-maremoto che colpì quella regione, con conseguenze disastrose per l’ambiente e per la vita di molte persone, molte delle quali decedute per le conseguenze delle radiazioni nocive. Fu proprio dopo quella tragedia che le amministrazioni locali decisero di assumere un atteggiamento non passivo ricercando soluzioni utili a scongiurare il ripetersi di tragedie come quella. Iniziando proprio dalla decisione di installare una rete sostenibile ed autoalimentata per l’illuminazione stradale, iniziando così un percorso di affrancamento energetico.
E il secondo progetto, nell’ottica di attenzione alla sostenibilità ambientale promossa da Nissan al pari di altre fra le principali Case auto è opportuno indicare la presentazione dei programmi del marchio giapponese rilevato dal gruppo Renault, relativi ad una diffusione ancora più ampia della mobilità elettrica, come parte del programma “Nissan MOVE to 2022”, un piano che prevede lo sviluppo di otto nuovi veicoli totalmente elettrici e il “lancio” di una “offensiva a zero emissioni” e la vendita entro quella data di oltre 1 milione di nuove auto elettriche
Il principale problema quando si parla di auto elettriche? La sua autonomia ovvero la durata della batteria. Soprattutto nel caso di viaggi di lunga percorrenza può rappresentare un problema non di poco conto e difficilmente risolvibile. A questo si aggiungono le questioni correlate, come l'assenza di un numero adeguato di colonnine ovvero di stazione di rifornimento elettriche di tempi di ricarica.
Bene che vada, le colonnine più performanti sono quelle di potenza compresa tra 22 kW e 50 kW che permettono di caricare le batterie in circa un'ora. Il tempo varia comunque a seconda del modello e della potenza erogata dalla colonnina di riferimento.
E in questo caso due sono le soluzioni. Permettere una più ampia ricarica dei modelli e su quetso vi stanno lavorando tutte le casa automobolistiche come vedremo e poi avere più colonnine di ricarica e anche questo in caso le case automobilistiche con il progetto ionity si stanno muovendo per dare 400 colonnine di ricarica in tutta Europa.
E poi vi sono i progetti delle stesse casa automobilistiche di rendere le proprie auto tutte con una versione elettrica. Le mini dal 2019 si potranno acquistare solo elettriche, mentre nell'ultimo Salone del'Auto di Francoforte
Volkswagen si è impegnata a invetire 20 miliardi per rivedere la sua intera gamma in versione anche alttrica.
E questo dorvebbe pian piano risolvere sia il problema dell'autonomia della batteria, ma anche del prezzo visto che al momento sono ancora costeose le auto e le batterie possono fare al massimo 350 Km.
Enel ha deciso di accelerare sul mercato delle auto elettriche e lo fa intervenendo con decisione su uno degli aspetti più delicati ovvero quello della ricarica dei mezzi, strettamente legato alla durata della batteria. Se nel medio periodo l'obiettivo è installare 7.000 colonnine di ricarica entro il 2020, da raddoppiare nei due anni successivi, la stretta attualità passa da un gesto che è anche simbolico: cominciare questo percorso da un autodromo, quello di Vallelunga, che si trova a 40 chilometri da Roma. Proprio qui intende dare una scossa e un segnale al comparto con la creazione del polo tecnologico per la ricerca e lo sviluppo di soluzioni per la mobilità elettrica. Si tratta della prima esperienza di questo tipo in Italia e si pone come aggregatore di istituti di ricerca e start up che operano nel settore.
L'appuntamento di Vallelunga è stato duque strategico per fare luce sulle strategie di Enel ovvero sulle caratteristiche tecniche delle 7.000 colonnine di ricarica per mezzi elettrici che faranno sentire un po' più al sicuro gli automobilisti italiani. La maggior parte di loro sarà installata nelle aree cittadine, e solo il 20% su autostrade e grandi arterie per i lunghi viaggi. Una scelta non proprio casuale perché una ricerca sulle abitudini degli italiani ha svelato che l'87% degli spostamenti quotidiano ha una percorrenza inferiore ai 60 chilometri. A ogni modo, saranno impiegate
Pensare di andare in Norvegia con l'auto elettrica senza doversi preoccupare di andare alla ricerca di una stazione di ricarica della batteria, vero e proprio tallone di achille di questa forma di mobilità alternativa. Intanto un primo concreto passo in avanti per trasformare questo scenario in realtà viene adesso compiuto dal progetto delle società E.On e Clever con il supporto della Commissione europea. Quest'ultima mette sul tavolo 10 milioni di euro, la prima delle due è un operatore nel settore energetico e dell'e-mobility, la seconda è un gestore danese di servizi per la mobilità elettrica. E poi ci sono i contenuti del piano ovvero la la realizzazione di un'autostrada elettrica con 180 stazioni di ricarica con la collaborazione della catena di stazioni di servizio YX (solo per la Norvegia) e il coinvolgimento di sette Paesi.
Saranno collocate tra 120 e 180 chilometri di distanza fra loro e ognuna di esse sarà equipaggiata da due a sei colonnine con lo standard CCS ovvero quello europeo per la ricarica rapida. Ma naturalmente occorre una risposta da parte dei produttori di auto nel lanciare nuovi modelli di veicoli elettrici. Il progetto si affianca a quello tutto italiano a firma Enel che prevede la realizzazione di una rete capillare di 14.000 colonnine di ricarica per le auto elettriche entro il 2022, di cui la metà entro tre anni.
Se il principale punto di preoccupazione è l'assenza di stazione di rifornimento di energia per auto elettriche, il secondo è l'eccessiva lunghezza dei tempi di restituzione di una piena autonomia per viaggiare. Il progetto E.On e Clever cerca di porsi all'avanguardia con sistema di ricarica ultra-rapida delle batterie rispetto alle tecnologie standard di settore. Quanto? Per accumulatori che assicurano circa 400 km di autonomia serviranno dai 20 ai 30 minuti. Si tratta di tempi record considerando le diverse ore che sono solitamente necessari. Sarà perché c'è di mezzo l'Europa che vuole tempi certi in cambio della connessione di finanziamenti, questo corridoio verde vedrà la luce nell'arco di tre anni. Si comincia dalla Germania e dalla Danimarca, probabilmente non a caso più sensibili sul fronte auto elettriche, a cui seguono Francia, Italia, Regno Unito, Norvegia e Svezia.
Come spiegato da Casper Kirketerp-Moller, ceo di Clever, la strada da seguire è quella di rispondere alle esigenze dei consumatori per assicurare un'esperienza affidabile in qualsiasi luogo. Secondo Andreas Pfeiffer, responsabile globale E-Mobility di E.On, la combinazione della rete di ricarica ultra-rapida con le soluzioni già sviluppate per le abitazioni pone le basi per un'adozione dell'auto elettrica su larga scala. Insieme hanno invece spiegato che anche se si tratta di un fenomeno ancora agli inizi, è già da dare per certo un passaggio globale ai veicoli elettrici, tenendo conto sia dei primi impegni presi dall'Unione europea e da singoli Paesi per la sostituzione di automobili alimentati a benzina, e diesel sia del crescente interesse di produttori e consumatori nei confronti delle auto elettriche.
C'è però una vicenda tutta italiana che lascia ben sperare per il futuro. Si tratta di quella che vede protagonista l'ingegnere italiano Gianni Lisini, protagonista della realizzazione della batteria eterna. O quasi, perché la durata di 20 anni è decisamente ragguardevole. Come ci tiene a far sapere il 40enne di Voghera, che ha reso pubblica la sua invenzione al Jotto Fair di Pisa, il merito è tutto suo, della sua inventiva e del suo portafogli.
Non ci sono grandi gruppi alle spalle, ma la sua super batteria potrebbe fare gola a tutte le imprese, inclusi i produttori di auto elettriche. Per quanto riguarda il funzionamento, la batteria è composta da un accumulatore chimico affiancato a un condensatore in grado di accumulare fino a 5.000 Farad, con il vantaggio di avere un numero praticamente infinito di cariche e scariche, a differenza delle poche centinaia delle comuni batterie chimiche.