Monte dei Paschi di Siena: derivati, documenti e bonifici segreti. Ultime notizie e novità

di Marianna Quatraro pubblicato il

Scandalo derivati Mps: gli ex vertici indagati per truffa

Sono indagati per truffa gli ex vertici del Monte dei Paschi che, da quanto emerge dalle indagini, nascosero agli azionisti le operazioni sui derivati che dovevano servire a ripianare il debito causato dall'acquisto di Antonveneta. 

Sono emerse novità che hanno anche svelato le omissioni e le false comunicazioni trasmesse a Bankitalia che aveva chiesto chiarimenti, in particolare le lettere di risposta inviate il 3 ottobre 2008 dai vertici di Mps per garantire sulla regolarità degli atti che invece, accusano i magistrati, dichiaravano circostanze non rispondenti al vero.

L'indagine segue due binari paralleli, quello dei derivati e quello degli accertamenti per verificare che cosa accadde al momento di acquistare Antonveneta.

L'attenzione rimane focalizzata su quell'aumento di capitale da un miliardo di euro riservato a Jp Morgan che si rivelò indispensabile per portare a termine l'affare, che fu sottoscritto con la liquidità raccolta dal collocamento di obbligazioni convertibili in obbligazioni Mps (i cosidetti Fresh 1) emesse attraverso la Bank of New York di Lussemburgo.

E’ stato proprio l’acquisto di Antonveneta a scatenare il disastro di Mps e proprio su questa operazione Bankitalia aveva chiesto chiarimenti con una lettera inviata a Mps il 23 settembre 2008.

Il primo a rispondere fu Vigni , secondo cui ‘in ordine all'assorbimento delle perdite, Jp Morgan ha acquistato le proprietà delle azioni senza ricevere alcuna protezione esplicita o implicita dalla banca e i corrispettivi riconosciuti a Jp Morgan quale nudo proprietario nell'ambito del contratto di usufrutto non integrano il pagamento di un interesse sugli strumenti finanziari convertibili’.

Ma tra gli atti spicca anche un’altra lettera spedita a Bankitalia dal presidente del collegio sindacale Tommaso Di Tanno e dai due sindaci Leonardo Pizzichi e Pietro Fabretti, secondo i quali ‘nel suo complesso l'operazione patrimoniale con Jp Morgan realizza il pieno e definitivo trasferimento a terzi del rischio d'impresa per quanto attiene sia al capitale assorbimento delle perdite, sia alla remunerazione annuale (flessibilità dei pagamenti), replicando quindi agli effetti economici delle azioni’.

Ma si tratta di dichiarazioni che secondo quanto verificato dai magistrati non sono corrispondenti. E mentre il dimissionario Monti dice che lo Stato entrerà nel capitale del Montepaschi, usando la chiave dei Monti-bond, il portavoce del commissario Ue, Michel Barnier, ha dichiarato che “Spetta alle autorità italiane chiarire come la situazione ha funzionato in passato e cosa è successo esattamente per Mps”, assicurando che con la futura supervisione Ue “ci saranno cambiamenti.

Quanto sta avvenendo ora per Mps non ha un impatto diretto né legami sui negoziati in corso per definire il meccanismo di ricapitalizzazione diretta delle banche e la questione dei 'legacy asset'. E ad evitare situazioni come quella di Mps, in ogni caso, in futuro, ci sarà la nuova supervisione unica sotto la guida della Bce”.