Banche UE a rischio
Bankitalia calcola che basterebbe un calo del 5% dei titoli di Livello 2 e Livello 3 per ridurre il Cet1 delle maggiori banche di 350 punti. Ecco la situazione aggiornata.
Numeri da record e scenari terrorizzanti: un rischio da 6.800 miliardi di euro, pari a dodici volte l'ammontare dei crediti in sofferenza. Sono i cosiddetti titoli tossici nei bilanci delle banche dell'Unione europea. E, forse con una certa sorpresa, tre quarti di questi hanno una provenienza ben precisa. Secondo quanto registra uno studio di Bankitalia, il 74% arriva dagli istituti di credito francesi e tedeschi. A seguire ci sono le banche spagnole (7-8%), quelle olandesi (6%) e quelle italiane (5-6%). In ballo ci sono attività illiquide, la maggior parte senza un mercato e con valori dubbi fissati da modelli interni agli istituti. Gli istituti europei ne hanno in portafoglio per 3.600 miliardi di euro. In base alle simulazioni, in caso di scenari negativi si possono verificare perdite tra il 10 e il 15%.
A dicembre dello scorso anno le prime 15 banche europee avevano strumenti più rischiosi (Livello 2) per 3,4 trilioni e 189 miliardi di titoli Livello 3. Per Via Nazionale finora la Vigilanza dell'Unione europea si è attivata sugli Npl (Non performing loans ovvero i crediti deteriorati), non c'è stata analoga intensità su alcuni tipi di prodotti finanziari. Tanto per fare un esempio prima di entrare nel vivo della classifica aggiornata, le azioni della Deutsche Bank dall'inizio della crisi economica a oggi hanno perso più dell'80%. Mentre Commerzbank, un altro colosso tedesco, ha perso più del 90%.
Secono lo studio di Banca d'Italia, sugli asset di Livello 2 e 3 rischi paragonabili agli Npl. Bankitalia calcola che basterebbe un calo del 5% dei titoli di Livello 2 e Livello 3 per ridurre il Cet1 delle maggiori banche di 350 punti. Il concetto chiave per inquadrare la questione dei titoli tossici che i vari istituti di credito portano con sé è allora quello di Livello 3. Si tratta di titoli illiquidi iscritti in bilancio a un valore calcolato con metodologie interne delle banche e non con prezzi di mercato. Perché sono titoli che non hanno un mercato, dunque un prezzo. I titoli di Livello 3 possono essere di vario tipo: derivati complessi Otc, Abs, Cdo, titoli altamente strutturati, ma anche titoli più semplici ma per vari motivi (per esempio il limitato importo) illiquidi. Per essere di Livello 3, un titolo deve avere almeno una componente invalutabile sul mercato, pari al 5% del suo fair value.