Per colori e per dimensioni, la International Bank Note Society ha premiato la la banconota ibrida in polimero da 10 franchi svizzeri.
Le banconote di carta e le monete assolutamente da non perdere, in una speciale lista non solo per appasionati e poi le nuove regole per i contanti e gli utilizzi concessi, compresa la gestione dello stipendio e cosa si può comprare.
In un'epoca di monete digitali, di dematerializzazione e di transazioni online può sembrare strano, eppure il fascino delle banconote cartacee rimane immutato. E lo è anche in Italia: chi ricorda, soprattutto tra i meno giovani le care e vecchie lire che hanno segnato la storia del Paese. Forse con gli euro è cambiato qualcosa, ma avere tra le mani qualcosa di fisico continua ad avere il suo valore. E c'è perfino chi, come la International Bank Note Society ha stilato una vera e propria classifica con tanto di vincitore delle banconote più belle di sempre. Si tratta del Bank Note of the Year Award che ha preso in considerazione oltre 170 nuove banconote immesse in circolazione in tutto il mondo.
La graduatoria ha allora considerato solo quelle banconote rilasciate lo scorso anno ed è interessante notare come quasi un terzo di esse sono state nuove di zecca. La graduatoria non ha naturalmente alcun valore economico, ma di certo fornisce interessanti spunti per i collezionisti. Tra le tante nomination si segnalano le banconote di 100 corone norvegesi, 100 sterline di Gibilterra, 100 peso messicani, 10 dollari australiani, 10 dollari canadesi, 7 dollari delle isole Fiji, 10 sterline inglesi, 200 rupie indiane, 100 shekel israeliane, 5 lari georgiani, 10 sterline scozzesi, 2.000 rubli russi, 1.000 peso argentini, 40 franchi di Gibuti, 10 franchi svizzeri, 10 sterline scozzesi, 20 dollari delle isole Salomone.
Tutte belle da vedere per colori e per dimensioni, ma la classifica è tale se c'è un vincitore su tutti e per questa nuova edizione, la International Bank Note Society, organizzazione internazionale senza scopo di lucro per lo studio e la divulgazione sulle banconote e la loro collezione, ha deciso di premiare la la banconota ibrida in polimero da 10 franchi svizzeri. Vale la pena ricordare che l'anno precedente aveva avuto la meglio la banconota da 50 franchi svizzeri. Alle sue spalle si è invece piazzata la banconote da 10 sterline della Royal Bank of Scotland che rappresentano la matematica e astronoma Mary Somerville. Infine, a completamento del podio ecco la banconota da 10 dollari del Canada.
La graduatoria della International Bank Note Society si completa con la banconota da 7 dollari di Figi che celebra la medaglia d'oro olimpica della squadra di Rugby a 7 che raffigura la squadra olimpica di rugby. Ecco quindi la Norvegia con la banconota da 100 corone con una nave vichinga e i 40 franchi di Gibuti con uno squalo balena.
Cambiano, potremmo dire quasi che evolvono, le abitudini di pagamenti dei cittadini europei sempre più orientati alla scelta della moneta elettronica: i pagamenti con carte bancomat e carte di credito sono ormai all’ordine del giorno e quasi nessuno usa più contanti, abitudine che nel nostro Paese, stando invece a quanto riportano le ultime notizie, continua ad essere ancora forte.
Le ultime notizie, infatti, confermano che mentre in Svezia, per esempio, solo il 2% delle transazioni avviene ormai in contanti, tanto che l’economia scandinava è stata appellata ‘cashless’ senza contante, secondo uno studio della Federal Reserve Bank of San Francisco condotto su 42 diverse economie, nel nostro Belpaese la situazione è completamente diversa. Stando ai risultati emersi dallo studio, mentre in alcune realtà è letteralmente esploso il tasso di crescita del contante in circolazione, come in Argentina che ha segnato un +769% rispetto al pil, o in Sudan, con un +455%, in quasi tutti i Paesi europei l’uso del contante sembra essere stato sostituito quasi del tutto da bancomat e carte di credito.
E gli italiani risulterebbero ancora i più affezionati ai contanti. Secondo una ricerca della BCE, mediamente nei Paesi dell’Eurozona i cittadini tengono sempre in tasca soldi contanti. Nel 2016 si stimava che la media del denaro in tasca fosse mediamente di 65 euro, passando dai 103 della Germania, ai 102 del Lussemburgo, agli 80 euro della Grecia, ai 69 euro dell’Italia, agli appena 29 euro del Portogallo.
Dalle ultime notizie riportate dall’Abi è, inoltre, emerso chiaramente che:
Per dimostrare come si possa vivere bene senza avere contanti in tasca ed effettuare ogni operazione necessaria, sabato scorso 25 novembre è partita da Milano la quinta edizione del #NoCashTrip, iniziativa promossa da CashlessWay, in collaborazione con Q8, partner ufficiale dell’iniziativa, con l’obiettivo di dimostrare come è facile spostarsi, fare benzina, prenotare, mangiare, dormire e fare acquisti nei negozi, utilizzando solo carte bancomat o carte di credito. Il viaggio senza alcun contante attraverso l’Italia si terrà fino al prossimo primo dicembre. Q8 ha deciso di sostenere questa iniziativa per dimostrare quanto sia davvero possibile vivere senza contanti in tasca puntando unicamente ad una crescita di virtualizzazione e innovazione che, secondo gli stessi organizzatori dell’esperimento, renderebbe anche molto più semplice la gestione della vita quotidiana, senza preoccuparsi giornalmente o settimanalmente di cercare sportelli bancari per prelevare denaro da tenere in tasca per ogni evenienza o necessità, come si suol fare in Italia.
Mai più retribuzioni in denaro contante degli stipendi dei lavoratori. Il 2018 è un anno di svolta nel rapporto tra datori e dipendenti con l'obiettivo dichiarato di stroncare forme di sfruttamento (versamento di una cifra inferiore rispetto a quella indicata in busta paga) e il lavoro in nero. Il comma 911 parla chiaro: queste regole sono valide per qualunque tipologia di rapporto di lavoro instaurato. E, dettaglio di primo piano, qualunque sia l'importo da corrispondere. Ma non mancano alcuni dubbi: vale anche per i rimborsi spese per le trasferte e gli anticipi di spese per conto del datore di lavoro? Si tratta infatti di cifre che non rientrano nei conteggi fiscali e previdenziali.
Non ci sono più deroghe o proroghe della situazione attuale. La legge di Bilancio approvata fissa un cronoprogramma ben preciso tra tempistiche e modalità di attuazione delle norme. Di fatto sono concessi sei mesi di tempi per prendere confidenza con questa novità. Come dire, sarà impossibile sbagliare o fare finta di non sapere. E non ci sono differenze tra piccole e grandi imprese poiché le regole valgono per tutti, sia nei confronti dei lavoratori dipendenti e sia per quelli autonomi ovvero i collaboratori della società. La regola del divieto di pagamento di stipendi e contanti vale per tutti. Più precisamente, dal primo luglio 2018 i datori di lavoro possono corrispondere ai lavoratori la retribuzione o un anticipo attraverso una banca o un ufficio postale solo con uno de seguenti quattro modi:
E qui entra appunto in gioco la figura del delegato, al quale la legge di Bilancio assegna un ruolo decisivo ovvero quello del sostituto del diretto interessato. Anche in questo caso ci sono alcune condizioni ben precise ovvero paletti dai quali non si può prescindere. In buona sostanza, il lavoratore a cui è destinata la retribuzione può incaricare una terza persona ma a due condizione. La prima è l'esistenza di un impedimento concreto ovvero comprovato seconda la definizione adottata in sede di legge di Bilancio.
In seconda battuta, la figura che può sostituire il diretto interessato e fare da delegato per ricevere il pagamento sono il coniuge, il convivente o un familiare, in linea retta o collaterale, del lavoratore, con almeno 16 anni di età. I figli, in pratica, possono prendere il posto del padre o della madre solo se maggiorenni o se nella fascia anagrafica tra 16 anni compiuti e 18 anni. La norma si affianca al divieto di uso del contante ovvero al limite del trasferimento per importi pari o superiori a 3.000 euro.
Cala la falsificazione di euro come comunicato dal Ministero dell'Economia e della Finanza attavero il report giunto dall'UCAMP, l'ufficio centrale antifrode.
Secondo il rapporto aggiornato, rispetto a due anni, vi è stato un ritiro di monete false diminuito dell'8%, mentre di banconote del 21%. Rispetto ad un anno il calo è meno marcato ovvero 2% per i pezzi dicarte e il 4% per le monete.
Nonostate sia stata rifatta, la banconota dove vi è ancora il rischio maggiore è quella da 20 euro con poco meno di 70mila pezi sequestrati un nuero, però, molto simile ai 50 euro per i quali, infatti, c'è un idea di revisione per una maggiore sicurezza.
Per quantor iguarda le monete, le più colpite sono i due euro. In secondo posizione troviamo i 50 centesimi, mentre in terza 1 euro.
Per evitare di essere truffati, anche di ricevere semplicemente delle monete o delle banconote false, la Polizia suggerisce di avere con un sè una calamita e quando si hanno dei dubbi di metterla vicino alle monete. Se evngono attirate, saranno vere in quanto quelle false non riescono ancora simulare il magnetismo particolare creato dalla Zecca di Stato
Per le banconote, si possono osservare in controluce e a quel punto devono apparire su entrambi i lati tre caratteristiche di sicurezza ovvero il disegno in trasparenza (filigrana), il filo di sicurezza e il numero in trasparenza.
E poi muovendo una banconota se è vera si vedrà cambiare l'immagine dell'ologramma posto di fronte
Le falsificazioni su monete e contanti avvengono più spesso di quanto si creda e giòà un appello vi era stato un allarme in Agosto dagli organi competenti per prestare la massima attenzione.
Sarebbe meglio dire inedita parziale, in quanto la falsificazione sui due euro è una delle più freequenti ed è statisticamente la moneta più colpita.
Ora, però, da Napoli, da dove sono arrivate le prime denunce sembra che fatta svolta in un sistema nuovo ovevro utilizzando le monete del Kenya, in modo partiolare uno che assomiglia ai 2 euro e invece vale solo sedici centesimi ed è la loro moneta da 20 scellini.
In precedenza altre onete provienti dall'estero erano state usate come quelle tailandese.
Le monete più falsicate sono appunto i due euro, mentre i 20 euro nonostante il rifacimento rimangono insieme ai 50 euro le banconote più contraffate. E proiprio i 20 euro erano stati rifatti dalla Bce per evitare fenomeni di contraffazione.
In generale, dalle ultime statistiche, in effetti, il fenomeno è in calo e dovrebbe diminuire ancora di più con la revisione dalla banconota da 50 euro che è già in programma
La gestione dei contanti è uno dei temi in generale più delicati sia per cittadini che per le imprese e vi sono sia delle regole nuove aggiornate che si sono combinate insieme alle precedenti e altre che dovrebbero o potrebbero arrivare a breve in parte anche a sostituire alcune delle vecchie.
La regola di base è che l'utilizzo del contante è permesso per pagamenti inferiori, anche di un solo centesimo, al tetto di 3.000 euro. Il nostro Paese si è perciò messo alla parti con gli altri Stati continentali, ma nuovi aggiustamenti in collaborazione con l'Agenzia delle entrate sono all'orizzonte e potrebbero trovare spazio nella prossima manovra, ora allo studio. Si tratta di possibili nuovi limiti proprio perché la decisione di triplicare l'importo della precedente soglia non ha trovato riscontro unanime. Alla base delle disposizioni rinnovate c'è il contrasto al riciclaggio di capitali di provenienza illecita e all'evasione fiscale.
I pagamenti in contante sono allora ammessi fino al limite di 2.999,99 euro. E non serve fare i furbi. Il trasferimento è infatti vietato anche quando è effettuato con più pagamenti inferiori alla soglia che appaiano, così come vengono definiti, artificiosamente frazionati. Significa che viene attuata un'operazione unitaria di valore pari o superiore ai limiti stabiliti attraverso più operazioni singolarmente inferiori al limite previsto, così da aggirare l'ostacolo. Ma ci sono anche due eccezioni: il frazionamento è possibile se è connaturato all'operazione stessa e se è la conseguenza di un precedente accordo tra le parti. Le disposizioni principali in merito all'utilizzo del contante sono allora
Un nuovo e più incisivo intervento per spingere l'emersione dal nero dei contanti. Spunta anche una sorta di nuova voluntary sul denaro cash tra le ipotesi allo studio per la prossima manovra. Di certo, il governo intende proseguire sulla strada del contrasto all'evasione, come ha assicurato sia gli esponenti di Palazzo Chigi e sia il direttore dell'Agenzia delle entrate. L'esecutivo vuole andare avanti sulle misure per la lotta ai furbetti del fisco, ma ha anche in mente di far uscire dal nero le operazioni in contanti con una nuova sanatoria.
L'operazione per sanare i propri debiti col fisco senza pagare sanzioni e interessi di mora dovrebbe portare in tutto tra quest’anno e il prossimo oltre 7 miliardi di euro, dei quali circa 5 nel 2017. Un dato che non tiene conto del potenziale extra-gettito e di altre misure che l'esecutivo sta appunto studiando. Tra le ipotesi allo studio ci sarebbe quella di fare pagare un forfait sul contante che si fa emergere, ma la proposta trova perplessità all'interno della stessa maggioranza.
Ai fini dei controlli del Fisco, rimarranno in vigore le regole su quelle spese che, se maggiori del 20% del proprio reddito dichiarato, potrebbero far scattare controlli e accertamenti. Includono abitazione (mutui, ristrutturazioni, collaboratori domestici, elettrodomestici, telefonia fissa e mobile), mezzi di trasporto (minicar, natanti e imbarcazioni, mezzi in leasing o noleggio), assicurazioni e contributi previdenziali (obbligatori, volontari e complementari), istruzione (anche scuole di specializzazione, master, tutoraggio, corsi di preparazione agli esami e canoni di locazione per studenti universitari). E ancora, attività sportive e ricreative, cura della persona (abbonamenti pay TV, giochi online, cavalli, alberghi, viaggi organizzati e centri benessere), altre spese significative (donazioni in denaro a favore di onlus e simili, veterinarie), investimenti immobiliari e mobiliari netti (fondi d'investimento, certificati di deposito, valuta estera, oro, numismatica). L'onere della prova spetta sempre al contribuente.
Esitono un centinaio di spese che, se maggiori del 20% del proprio reddito dichiarato, insospettiscono il Fisco. Includono abitazione (mutui, ristrutturazioni, collaboratori domestici, elettrodomestici, telefonia fissa e mobile), mezzi di trasporto (minicar, natanti e imbarcazioni, mezzi in leasing o noleggio), assicurazioni e contributi previdenziali (obbligatori, volontari e complementari), istruzione (anche scuole di specializzazione, master, tutoraggio, corsi di preparazione agli esami e canoni di locazione per studenti universitari). E ancora, attività sportive e ricreative, cura della persona (abbonamenti pay TV, giochi online, cavalli, alberghi, viaggi organizzati e centri benessere), altre spese significative (donazioni in denaro a favore di onlus e simili, veterinarie), investimenti immobiliari e mobiliari netti (fondi d'investimento, certificati di deposito, valuta estera, oro, numismatica). Tra le voci di spesa sotto osservazione ci sono