Birre con pesticidi trovate tre marche su quattro. E nel prosecco pure. Gravi rischi salute

di Luigi Mannini pubblicato il
Birre con pesticidi trovate tre marche s

I test di laboratorio commissionati dalla rivista hanno scoperto circa ducentocinquanta molecole di questi composti chimici in quarantacinque birre di marche note vendute comunemente nei supermercati

Gravi rischi per la salute per quanto riguarda la presenza di pesticidi e glisofato in birre, ma anche nel prosecco dalle ultime ricerche condotte. In modo particolare, sono stati trovati pesticidi su tre marche su quattro di birre e non solo.
 

Bere una birra ghiacciata, di questi tempi, rappresenta un piacere assoluto. Per molti una piacevole abitudine, per altri un desiderio da soddisfare in circostanze particolari. Adesso si scopre, attraverso la denuncia di una rivista francese, “60 Millions de Consommateurs” che ha pubblicato uno studio capace di dimostrare che molte birre conterrebbero addirittura pesticidi. I risultati di questo studio sono stati pubblicati da poco e l’intento della rivista, quello di dimostrare che tre birre su quattro, da una selezione dei supermercati dei marchi più venduti, presentavano tracce di pesticidi, è stato purtroppo raggiunto.

Birre con pesticidi, in 35 marche note vendute nei supermercati

Lo studio in questione ha prodotto infatti alcuni risultati che lasciano alquanto perplessi. Nelle 35 marche note di birra controllate e vendute nei supermercati, infatti, ben 25 sono hanno evidenziato la presenza di pesticidi, in particolare di glifosato. La buona notizia, se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, è quella della bassissima concentrazione che secondo alcuni calcoli approssimativi, renderebbe necessario bere duemila litri al giorno di birra per avere effetti concreti sul proprio organismo. Certo però si tratta di una magra consolazione che difficilmente potrà tranquillizzare i consumatori.

I test di laboratorio commissionati hanno scoperto circa ducentocinquanta molecole di questi composti chimici in quarantacinque birre di marche note. Trentanove di queste sono bionde, le altre bianche. Come si è già detto alla fine dei test, sono trentacinque le birre che hanno mostrato tracce di pesticidi. Anche birre con etichette note vendute comunemente nei supermercati.. Inoltre, solo quattro molecole di pesticidi sono state identificate sul campione di prova, tra l’ampio spettro ricercato. Undici birre sono completamente esenti. Il loro elenco sarà pubblicato nella edizione di luglio-agosto 2018 della rivista.

E pure il prosecco

In laboratorio 12 bottiglie di bollicine italiane, le più vendute. E in un solo calice di prosecco spuntano anche 7 residui di fotofarmaci. La nuova inchiesta del mensile il Salvagente mette in allarme produttori e, soprattutto, consumatori, ma con la Coldiretti sul piede di guerra nei confronti di cui - parole su - diffonde falsi allarmismi e notizie distorte. A ogni modo, dalle analisi effettuate, è spuntata fuori a vario titolo la presenza di Folpet, Pyrimethanil, Boscalid, Dimethomorph, Metalaxil, Cyprodinil, Fluopicolide ovvero solfiti, fungicidi, insetticidi, diserbanti e simili. Il nuovo servizio è allora destinato a far discutere, anche alla luce delle recenti iniziative che hanno caratterizzato il territorio di Treviso. Una su tutte, la Marcia Stop Pesticidi tra Cison di Valmarino e Follina.

In ogni caso, tutte e 12 le bottiglie esaminate presentavano almeno un residuo di pesticida, con una media di 6 a testa. E perfino in un prodotti bio, l'unico analizzato, è emersa la presenza del pesticida folpet, vietato nell'agricoltura biologica, anche se in quantità ridotte. Tuttavia, proprio per non creare allarmismi, lo stesso mensile ci tiene a precisare che in nessun caso i residui trovati superavano il limite massimo di residuo consentito per ogni sostanza. Ma naturalmente questo non è considerato in sé un dato sufficiente per passare oltre e tirare avanti tranquilli. Il laboratorio è infatti andato alla ricerca di 352 sostanze incriminate, trovandone sette oltre ai soliti solfiti. Sembra che i produttori contattati si siano difesi argomentando che la varietà di pesticidi è necessaria per rendere la pianta più resistente nel tempo.

Sempre più pesticidi

Stando alle ultime notizie diffuse dalla campagna #ipesticididentrodinoi, voluta da Federbio, insieme a Wwf, Legambiente, LIPU e ISDE-Associazione Medici per l’Ambiente, che ha raccolto le urine di una famiglia tipo composta dai due genitori e due figli e le ha fatte analizzare in un laboratorio di Brema, i valori relativi alla presenza di pesticidi negli alimenti sono decisamente alti. Dai dati emersi, infatti:

  1. il glifosato nel padre sarebbe stato riscontrato in concentrazioni più del doppio (116%) superiori alla media della popolazione di riferimento, alta anche la sua presenza nei bambini;
  2. il clorpirifos, un insetticida utilizzato nei campi, è stato riscontrato in alti livelli nel figlio più piccolo, con oltre 5 microgrammi di clorpirifos per grammo di creatinina, elevatissimo rispetto alla media della popolazione che è 1,5 microgrammi/grammo;
  3. i piretroidi, i metaboliti Cl2CA e m-PBA sono anch’essi fortemente presenti nella famiglia.
Quanto emerge dai risultati appena riportati rivela una situazione decisamente allarmante di presenza dei pesticidi negli alimenti, confermando la forte presenza e, di conseguenza, gli eventuali rischi che le diverse concentrazioni degli stessi pesticidi possono avere sulla salute umana. Secondo quanto confermato, infatti, da alcuni esperti, soprattutto il clorpirifos sarebbe il più pericoloso perché provocherebbe danni soprattutto al sistema nervoso in via di sviluppo nei più piccoli. Particolarmente cancerogeno poi il glifosato.

L'uso di pesticidi negli alimenti, soprattutto se presenti in grandi quantità, può rivelarsi decisamente pericoloso per il benessere della salute umana. Nel mirino delle polemiche soprattutto il glifosato. Stando a quanto reso noto dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità il glifosato, uno dei pesticidi più utilizzati al mondo Italia compresa, sarebbe un possibile cancerogeno, anche se l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha prorogato l’autorizzazione del suo uso fino a giugno.

Il glifosato è uno dei pesticidi più utilizzati al mondo, compreso il nostro Paese, in commercio da 40 anni e impiegato in diverse e tantissime coltivazioni. Sono ancora divergenti, dunque, le posizioni su questo genere di pesticida, come su altri che pur considerati non rischiosi, in realtà implicano possibili rischi di cancro e tumori come conseguenze più estreme e allergie come effetti più immediati e leggeri.