Come cambiano le buste paga a marzo con nuovi aumenti ma anche nuove imposte e conguagli che modificano gli importi percepiti
Come cambiano le buste paga di Marzo per stipendi tra 800-3500 euro con aumenti ma anche arretrati e conguagli? Le buste paga di marzo si preparano a cambiare per effetto di nuovi aumenti ma anche nuove imposte e conguagli che modificheranno i calcoli degli importi percepiti.
Per chi percepisce redditi superiori ai 35mila euro non è previsto alcun aumento di stipendio per effetto del nuovo taglio del cuneo fiscale. Con l’avvio della novità a marzo, precisiamo, che saranno riconosciuti gli arretrati della misura anche per i mesi di gennaio e febbraio.
Considerando il nuovo taglio del cuneo fiscale, gli stipendi tra 800-2.700 euro circa aumenteranno d’ora in poi e per ogni mese di qualche decina di euro. Per esempio, per stipendi di 800 euro al mese, l’aumento è di 24 euro al mese, per chi prende stipendi da mille euro, l’aumento è di 30 euro, per chi stipendi di 1.300 euro al mese, l’aumento è di 39 euro, mentre per chi prende stipendi di 1.600 euro, l’aumento è di 31 euro al mese.
Per stipendi di 2mila euro al mese, l’aumento è di 40 euro che diventano 54 circa per chi prende il massimo avente diritto al ricalcolo con nuovo cuneo fiscale, vale a dire stipendi di 2.692 euro al mese.
Ricordiamo, inoltre, che a marzo, insieme agli aumenti per il nuovo taglio del cuneo fiscale, alcune categorie di lavoratori, precisamente quelli del commercio, settore terziario e della grande distribuzione, avranno ulteriori 150 euro di aumento che sono la seconda tranche del bonus di 350 euro definito a inizio anno per tale comparto (la prima tranche di 200 euro è stata già pagata a gennaio 2023).
Agli aumenti degli stipendi per effetto di nuovo taglio del cuneo fiscale e altri eventuali pagamenti aggiuntivi si affiancano anche riduzioni delle buste paga per alcune categorie di lavoratori tra imposte, considerando che sono aumentate molte addizionali locali, Irpef regionale e comunale, e conguagli. Sono soprattutto i lavoratori dipendenti pubblici che avranno ben 200 euro in meno in busta paga per la restituzione del bonus Renzi pagato a gennaio e febbraio.
Totale da restituire 200 euro con trattenute che vengono applicate direttamente da Noipa in busta paga. Devono restituire il bonus di 100 euro coloro che lo hanno ricevuto nelle buste paga di gennaio e febbraio 2022 senza però averne diritto. L’importo totale di 200 euro da restituire sarà distribuito in 8 rate mensili di 25 euro l’una.
Altro pagamento che contribuisce a cambiare gli stipendi di marzo tra 800-3.500 euro che non si pone come diretto aumento in busta paga ma aumenta il reddito complessivo è l’importo dell’assegno unico per figli riconosciuto alle famiglie.
L’assegno unico per i figli è stato rivalutato per tutti, per cui si avranno aumenti degli importi iniziali spettanti di qualche euro o qualche decina di euro. La rivalutazione è stata calcolata anche sulle maggiorazioni previste per legge collegate all’assegno unico, per esempio per genitori lavoratori, in presenza di figli disabili nel nucleo familiare e relativa disabilità, ecc.
Per esempio, chi aveva il massimo di 175 euro di assegno unico (per Isee tra 0-15mila) più i 30 euro di maggiorazione per entrambe i genitori lavoratori per un totale di 205 euro, percepisce ora 221 euro circa.
Tuttavia, stando a quanto riportano le ultime notizie, ci sono anche categorie di persone a rischio diminuzione dell’importo di assegno unico per figli e si tratta di coloro che non hanno rinnovato l’Isee e percepiscono l’importo minimo di 50 euro.
Le leggi in vigore prevedono, infatti, che l’importo dell’assegno unico per figli sia modulato in base al valore Isee di ogni nucleo familiare e si riduce fino ad arrivare ad un minimo di 50 euro (54 euro rivalutato) per chi ha un Isee dai 40mila euro in su o per chi non lo ha proprio fatto e presenta la domanda per avere l’assegno unico per figli.
Per avere l’importo dell’assegno unico spettante, chi riceve oggi più della cifra minima avrebbe dovuto aggiornare il proprio Isee tramite la Dsu, la Dichiarazione sostitutiva unica, entro il 28 febbraio. Se entro tale data non è aggiornato l’Isee, dal mese di marzo si riceve l’importo base dell’assegno unico pur avendo diritto a percepire un importo più alto.
Insieme a chi potrebbe ricevere importi ridotti di assegno unico per figli c’è anche chi potrebbe dover restituire parte dell’importo di assegno unico per figli ricevuto. L’Inps ha, infatti, spiegato che si sta procedendo a recuperare sette mensilità, pagate da marzo a settembre, con una maggiorazione di 30 euro pagate in maniera errata. E si tratta di un importo da restituire che potrebbe arrivare fino a 210 euro per figlio.
Quando l’assegno unico è partito, molte famiglie monogenitoriali hanno comunque richiesto la maggiorazione dovuta se entrambe i genitori lavorano, pur se soli, e la maggiorazione è stata riconosciuta anche ai genitori soli che al momento della domanda hanno dichiarato di lavorare entrambe e di averne diritto. L’Inps ha, quindi, erogato la maggiorazione richiesta in sede di domanda di assegno unico, ma ora sta procedendo al recupero della somma indebitamente pagata.