rischi aumento affitto casa 2023 cosa fare
Aumentano i canoni di affitto delle case per adeguamento ai prezzi Istat: per molti una spiacevole sorpresa. Cosa fare
Chi e quando corre il rischio di vedersi aumentare affitto casa nel 2023 e cosa si può fare se avviene? Vivere in una casa in affitto è quasi sempre una necessità: c’è chi prende casa in affitto per studiare fuori, lontano dalla propria casa, c’è chi prende casa in affitto per esigenze di lavoro temporaneo, chi vive in affitto perché non è pronto o non ha ancora la possibilità di comprare casa.
Vivere in affitto significa pagare ogni mese un importo del canone di affitto al proprietario di casa, in maniera sempre puntate, a cui aggiungere le spese condominiali. Si profilano però diversi aumenti.
Per legge, infatti, il proprietario che opta per il regime fiscale agevolato della cedolare secca non può mai adeguare il canone di affitto all’andamento dei prezzi certificato dall’Istat.
L’Istat ha, infatti, pubblicato l’aggiornamento dell’indice FOI per il mese di febbraio 2023 ed emerge un aumento dell’8,9% rispetto a 12 mesi fa, il che si traduce in un aumento medio di circa 60 euro al mese per i canoni di affitto delle case.
Tutti gli altri inquilini con contratti di locazione a canone libero, canone concordato, che si avviano alla scadenza di contratto o anche appena rinnovato, possono vedersi aumentare l’affitto di casa nel 2023 e anche questo aumento è la conseguenza della situazione economica che stiamo vivendo da mesi. L’aumento dell’inflazione e il conseguente aumento dei prezzi hanno portato anche ad aumenti dei canoni di locazione.
Secondo una recente indagine condotta da Idealista, in quasi tutte le grandi città, dove il mercato degli affitti è particolarmente vivo e dinamico, gli affitti sono aumentati, da Torino dove si è registrata un aumento in media del 4,6%, a Palermo (4,5%), Bologna (4%), a Milano (1,1%), ecc. Aumenti elevati si registrano, in generale, in regioni come Valle D’Aosta, Calabria, Umbria, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna.
Unica eccezione Roma, in cui, invece, si registra una flessione nell’ultimo mese (-0,3%) dei costi dei canoni di affitto di casa.
Stando a quanto stabilito dalle leggi in vigore, se aumenta l’affitto di casa nel 2023 per adeguamento ai prezzi Istat e il proprietario di casa invia comunicazione ufficiale di aumento dell’importo del canone di locazione da pagare, nulla teoricamente si può fare.
Dal mese successivo a quello di ricezione della comunicazione di avvenuto ricalcolo dell’affitto da pagare, bisogna pagare esattamente la nuova somma risultante ed è difficile potersi opporre, considerando che l’adeguamento dei canoni di locazione ai pressi Istat è previsto dalla legge e vale per tutti i canoni di affitto, ad esclusione di coloro che applicano il regime della cedolare secca.
L’unica soluzione a cui ricorrere nel caso di un forte aumento dell’affitto di casa nel 2023 e previa soddisfazione dei requisiti richiesti è quella di richiedere il bonus affitti 2023, contributo economico a livello nazionale che viene erogato dai singoli Comuni a categorie di inquilini che si trovano in particolari situazioni economiche.
La domanda per usufruire del bonus affitti 2023 deve essere presentata dai diretti interessati dopo la pubblicazione del bando nel proprio comune di residenza. Possono usufruire del bonus affitto nazionale ma erogato dai Comuni coloro che soddisfano specifici requisiti, anche relativamente al valore Isee da avere, che possono anche essere diversi da Comune a Comune.
Altro bonus affitti nazionale che si può richiedere nel caso di aumento dell’affitto di casa nel 2023 è il bonus affitto per i giovani under 31 che prevede: