Proseguono i problemi nel mondo delle criptovalute con casi di ammanchi di cifre molto, molto ingenti per gli utenti. Ora è la volta di Coinbase, pria di una società italiana che ha coinvolto migliaia di italiani
Continuano ad esserci problemi e ammanchi di migliaia di dollari o milioni di dollari, dipende dai casi che si registrano nelle ultime notizie su Bitcoin e altre criptvalute. In ultimo in ordine di tempo c'è il problema di Coinbase
Coinbase ha confermato che per errore sono stati prelevati a molti utenti iscritti che utilizzano il portale e il suo servizio per comprare Bitcoin, più denaro del previsto. Le prime denunce in questo senso erano arrivate online su Reddit, dove ci si sono percone che hanno raccontato dia ver perso decine di migliai di dollari, vedendosele togliere dai propri conti correnti registrati al portale.
Coinbase ha, comunque, rassicurato tutti spiegando che è c'è un problema tecnico con Visa, relativo al MCC (Merchant Category Code). E proprio con Visa e le altre società di servizi bancari e carte di credito, Coinbase sta lavorando per sistamere il tutto e ha chiesto a tutti gli utenti di segnalare qualsiasi problema.
Spariti 17 milioni di Nano monete per un valore di circa 159 milioni di dollari, dalla piattaforma italiana Bitgrail. La vicenda è di per sé oggetto di preoccupazione e di interesse mediatico perché Nano è una delle tante criptovalute, al pari delle più note Bitcoin ed Ethereum, che fanno discutere e sono oggetto di attenzione e discussione sia in ambienti domestici e sia finanziari. Il punto è che a essere coinvolta è una piattaforma italiana di scambio di criptovalute, Bitgrail, che ha sede a Firenze. A presentare denuncia è stato lo stesso fondatore e proprietario della piattaforma, Francesco Firano, negli uffici della polizia postale.
I fatti sono allora noti e la stessa Bitgrail ha voluto fare alcune precisazioni pubbliche in favore di chi opera con la sua piattaforma. Nano a parte, di cui rimane solo il 20%, le altre criptovalute trattate sul sito di exchange vengono considerate al sicuro. Al di là delle rassicurazioni a utenti e investitori, il punto è un altro: per quali ragioni si è materializzato questo furto? O più semplicemente, come è stato possibile? La situazione è piuttosto delicata perché si assiste a un scambio di accuse a suon di comunicati stampa. Nano punta l'indice contro Francesco Firano, il trentunenne amministratore di Bitgrail, ritenendolo responsabile di aver nascosto la non solvibilità di Bitgrail. E a sostegno delle proprie tesi mette a disposizione una serie di screenshot di una conversazione con lo stesso Firano.
Quest'ultimo rigetta le accuse al mittente a ricorda di aver "proposto un fork come ipotetica soluzione al fine di restituire ai legittimi proprietari la coin rubate. La reazione dei due Dev di Nano è stata inaspettatamente di chiusura totale al dialogo". In pratica si sarebbe trattato di un furto non imputabile al loro software.
Resta da comprendere l'impatto di questa violazione considerando che sono 220.000 gli iscritti a questa piattaforma italiana di exchange per fare trading con monete virtuali. Bitgrail ha messo nero su bianco di aver predisposto un piano di recupero "che comunicheremo appena sicuri della sua fattibilità a livello legale e contabile". La totalità degli investitori sarà regolarmente rimborsata della somma sottratta, considerando che alla piattaforma di trading sarebbero rimasti 4 milioni di Nano? In ogni caso è stato inevitabile per la procura di Firenze aprire un fa.