Email, prova legale valida. Massima attenzione a cosa si scrive per sentenza Cassazione

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Email, prova legale valida. Massima atte

Email è un prova legale valida

Secondo i giudici della Corte di Cassazione ci sono alcune casi in cui il testo del messaggio di posta elettronica ordinaria può assumere un valore legale in tribunale.

L'introduzione della Posta elettronica certificata ha rappresentato una vera e propria svolta nel mondo della comunicazione. Questo tipo di email ha infatti lo stesso valore di un raccomandata con ricevuta di ritorno. E considerando la progressiva obbligatorietà imposta ad aziende, uffici pubblici e professionisti a dotarsi di una Pec, è lecito presumere che possa trovare sempre più spazio, anche nelle aule dei tribunali. Ma siamo sicuri che anche le email tradizionali (quelle cioè non inviate tramite un provvedere che offre il servizio di posta certificata) non abbia un valore legale.

La questione è stata di recente affrontata dalla Corte di Cassazione che ha sintetizzato la sua posizione in una importante sentenza. Perché poi, a pensarci bene, sono numerose le situazione in cui una semplice email è carica di contenuti che, se utilizzata in tribunale, rappresenterebbe una prova importante di un comportamento, di un danno o di una mancanza.

Email è un prova legale valida 2019?

La Pec è una grande facilitazione nei rapporti con aziende, uffici pubblici e professionisti perché tutto il suo contenuto - dall'invio del messaggio alla data e all'orario di spedizione, dalla data e dall'orario di ricevimento al contenuto testuale del messaggio fino ad arrivare alla presenza di allegati - ha valore legale. Norme alla mano, la email tradizionale non ha lo stesso valore, a meno che non venga stampata e, particolare di primaria importanza, non venga formalmente contestata perché è certamente più difficile dimostrare l'invio, la ricezione, la lettura del contenuto e l'assenza di manomissioni.

Tanto per essere chiari, neanche l'apposizione della spunta sulla casella "conferma di ricezione" è considerata sufficiente. Tuttavia ci sono alcuni casi in cui anche la email tradizionale e non certificata ha un valore legale. Ed è stato messo nero su bianco da alcune importanti sentenze della Corte di Cassazione da cui non si può prescindere.

Quando la email ordinaria ha valore di prova

In particolare, precisano i giudici, il testo del messaggio di posta elettronica assume un valore legale in tribunale quando arrivano conferme sulla lettura, l'utilizzo e la comprensione. In che modo? Intrattenendo ad esempio una conversazione testuale con il mittente oppure inoltrando la email ad altre persone. In caso contrario diventa difficile convincere un giudice a utilizzare il testo del messaggio come elemento probatorio.

La ragione è molto semplice: non ci sono certezze sulla provenienza del messaggio. Pensiamo a una email di minacce inviata al collega: come fare a dimostrare che a scriverla sia stata fisicamente la persona accusata? O che il testo non sia stato modificato? Mancano insomma quelle conferma che solo la Posta elettronica certifica o la firma digitale sono in grado di garantire.

A meno che successivi messaggi di posta elettronica confermarne spedizione, mittente e contenuto della email. In questa circostanza viene a cadere l'indeterminatezza, anche se la Corte di Cassazione precisa che alle email tradizionali non possano essere riconosciuti la natura e il valore probatorio della scrittura privata.