Five Guys, il successo è annunciato?
Quella di San Babila è solo la prima tappa. Five Guys dovrebbe fare la sua comparsa anche al centro commerciale di lusso Westfield Milano e a Roma.
Non paragonatelo agli altri fast food. I fan di Five Guys amano sottolineare le differenze e a esaltarne gli hamburger, ben più buoni rispetto ad altri ristoranti. Vedremo allora quale successo avrà Five Guys in Italia, pronta ad alzare la prima saracinesca a Milano, nel centralissimo corso Vittorio Emanuele a Milano. Ed è incredibile l'hype intorno a questa apertura, calendarizzata solo per il prossimo mese di luglio. Basta dare un'occhiata ai commenti sulle pagine social della catena di fast food. Chi ha assaggiato i panini, le patatine fritte e i milkshake di Five Guys all'estero assicura che la differenze c'è e si sente.
A oggi, i Paesi europei in cui è presente sono Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Olanda e Spagna. Nel mondo ci sono circa 1.500 punti vendita con un fatturato annuo superiore a 800 milioni di dollari. Ma che dire della pagina Facebook aperta quattro anni fa (quando ancora non si paventava lo sbarco in Italia) dal titolo "Vogliamo Five Guys in Italia"? Le poche righe di presentazione di questo spazio web, ancora attivo, sono emblematiche: "Vogliamo Five Guys in Italia perché sono gli hamburger più buoni del mondo e sono più salutari di quelli di tutti i diretti concorrenti". Magari ci saranno di mezzo il personale del ristorante, ma il seguito ottenuto aiuta a inquadrare la situazione. Si tratta allora di un successo annunciato?
Da parte sua, Five Guys si dice sicuro del fatto suo ovvero della qualità del suo prodotto perché la carne proposta è rigorosamente fresca. E per dimostrarlo sfida chiunque a trovare un solo congelatore nel punto vendita. Non ce ne sono e non ce ne saranno, promettono. Insomma, niente prodotti surgelati, semi-preparati, cibi precotti o pronti, ma solo ingredienti freschi e piatti preparati al momento. Burgers and Fries, catena statunitense di fast food, è nata nel 1986 ad Arlington, in Virginia, grazie allo spirito imprenditoria di Jerry Murrell e dei suoi quattro figli ovvero i cinque ragazzi citati nel nome. In ogni caso, quella di San Babila è solo la prima tappa. Five Guys dovrebbe fare la sua comparsa anche al Westfield Milano e a Roma.
È stato subito ribattezzato il Mc Donald’s delle Filippine. E per quelli hanno vissuto in prima persona il boom di un brand che negli anni ‘90 del secolo scorso ha avuto una potenza attrattiva incredibile anche in Italia, fa un certo effetto constatare che quel mondo, adesso, viene utilizzato per descrivere la catena di fast food che viene da lontano. Da molto lontano. Nel caleidoscopio di usi, costumi e tradizioni che la globalizzazione ha realizzato, infatti, non dovrebbe fare più notizia il fatto che a Milano, città notoriamente multiculturale e una delle metropoli più dinamiche non solo d’Italia, da qualche giorno si possono assaggiare i sapori tradizionali provenienti dal lontano Oriente in forma di fast food.
Ma è successo proprio questo dopo l’apertura del primo punto italiano ed europeo di Jollibee, la celebre catena di fast food made in Filippine. E, nel giorno dell’inaugurazione, il 18 marzo, piazza Diaz è stata presa d’assalto dai curiosi che non hanno voluto perdere questo momento storico e da quelli che non hanno voluto mancare l’occasione di assaggiare per primi la celebre specialità della catena: il pollo fritto Chickenjoy, servito con una deliziosa salsina orientale agrodolce.
Una fila chilometrica che dalle prime luci dell’alba ha dimostrato che i filippini hanno fatto centro con la scelta di aprire un varco italiano che guarda all’Europa. Certo il menù presenta alcune proposte abbastanza impegnative per gli habitué delle pietanze meno esotiche. Gli spaghetti al ketchup di banana, ad esempio, rappresentano una pietanza che difficilmente potrà convincere gli ortodossi. Gli spaghetti si presentano infatti abbastanza scotti e collosi ed anche gli abbinamenti sono audaci (salsa agrodolce composta di ketchup alla banana, carne trita, wurstel rossi e latte condensato).
Elementi che rappresentano per i meno disposti alle sperimentazioni, una sfida difficile da vincere. Che potrebbero storcere il naso anche su altre portate del menù filippino. Come per esempio l’amazing aloha burger, che, oltre alla carne include nel panino formaggio e una fetta di ananas, e la breakfast joy che è a base di uova fritte, riso all’aglio con carne di manzo o wurstel. La pancit palabok, i noodles in versione filippina con gamberetti, pollo, uova sode e prezzemolo hanno invece riscosso un certo successo. Comunque, al di la di queste valutazioni, il successo di Jollibee è oggettivo e testimoniato dall’esplosione di follwers sulle proprie pagine social a partire dalla pagina Facebook “Jollibee”. Ma lo scetticismo non fermerà la corsa di Jollibee che presto aprirà altre sedi su tutto il territorio nazionale.