Le priorità dei diversi partiti su interventi in manovra finanziaria e cosa realisticamente si farà

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono le misure principali su cui i diversi partiti spingono per la prossima Manovra Finanziaria: ecco le proposte e cosa realmente di farà

Quali sono le priorità dei diversi partiti su interventi in manovra finanziaria e cosa realisticamente si farà? Si attende la presentazione della Nadef, Nota di aggiornamento al Def che viene presentata alle Camere entro la fine del mese di settembre di ogni anno per aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica del Def, e sarà proprio dopo la presentazione della Nadef che si potrà capire quante risorse economiche saranno disponibili per l’attuazione effettiva delle misure in Manovra Finanziaria per cui i diversi partiti spingono per diverse priorità. 

  • Quali sono le diverse posizioni dei partiti su priorità in Manovra Finanziaria
  • Ma cosa realmente si farà

Quali sono le diverse posizioni dei partiti su priorità in Manovra Finanziaria

Diverse sono le priorità su cui spingono i partiti politici per misure da inserire nella nuova Manovra Finanziaria. La Lega spinga, per esempio, soprattutto su novità per le pensioni, rilanciando con forza la quota 41 per tutti, per permettere a tutti i lavoratori di andare in pensione solo con 41 anni di contributi e a prescindere dall’età, accettando di calcolare però la propria pensione finale solo con sistema contributivo, ma anche su ampliamento della flat tax per liberi professioni e lavoratori autonomi con Partita Iva, aumentando la soglia di reddito da 85mila a 100mila euro.

D’accordo con l’estensione della flat tax anche Fratelli di Italia, pur se si tratta di una misura che difficilmente si farà, ma punta anche a novità per la sanità dove è diventato necessario razionalizzare la spesa e raggiungere l’importante obiettivo di abbattere le liste di attesa.

Dal canto suo, Forza Italia vorrebbe, invece, un intervento ‘importante’ sulle pensioni con aumento delle pensioni minime fino a mille euro. Ma anche questa misura probabilmente non sarà fatta nella prossima Manovra Finanziaria. Tutti d’accordo, invece, sul garantire l’aumento del taglio del cuneo fiscale fino al 7% e al 6% e nuovi e potenziati aiuti per le famiglie. 

Ma cosa realmente si farà

Nonostante le spinte dei partiti su diverse priorità da inserire nella nuova Manovra Finanziaria 2024, molto probabilmente poco si potrà effettivamente fare nella nuova Manovra a causa della scarsa disponibilità di risorse economiche.

Bisogna recuperare circa 20-30miliardi di euro per definire tutti i provvedimenti che si vorrebbero in nuova Manovra ma, rispetto a quanto riportato nel Def 2023, la previsione di crescita del Pil, che nel 2023 era stato stimata dell’1,2%, sarà inferiore al previsto, il che significa che ulteriori risorse necessarie per la Manovra non potranno arrivare dal pil in crescita. 

Si tratta di un tesoretto in più che non si avrà per cui bisognerà definire nuovi piani per recuperare le risorse necessarie, quanto meno per le misure più importanti su cui si punta, a partire dall’aumento del taglio del cuneo fiscale da confermare per sostenere chi prende reddito medio-bassi. 

E probabilmente realmente l’ulteriore taglio del cuneo fiscale fino al 6% per redditi entro i 35mila euro annui sarà una misura che si attuerà. Ulteriori misure possibili in Manovra, stando a quanto annunciato, potrebbero riguardare nuova detassazione della tredicesima, che varrebbe comunque per chi ha redditi medio-bassi e non per tutti, o nuovo bonus una tantum che potrebbe ricalcare quello di 150-200 euro dell’ex governo Draghi, che ha riscosso già grande successo e che potrebbe ancora rivelarsi vantaggioso soprattutto in vista delle prossime elezioni europee del 2024, ma anche aiuti per le famiglie, soprattutto più numerose.

Diversa, invece, la situazione per le novità pensioni: come confermano le ultime notizie, poco si potrà fare in tal senso, se non qualche proroga di misure già in vigore, come quota 103, opzione donna, ape social, per cui si pensa di estendere ancora la platea di usuranti e lavoratori gravosi interessati, o isopensione. 

Nulla dunque per quota 41 per tutti, o per la nuova quota 96 come era stato ipotizzato o per abbassare l’età pensionabile per tutti, uomini e donne, a 62 anni. Probabilmente, in relazione ad aumenti degli importi delle pensioni, si potrà solo approvare un ulteriore aumento delle pensioni minime, che potrebbero passare da 600 a 700 euro mensili.

Altra misura che potrebbe rientrare nella nuova Manovra Finanziaria potrebbe essere anche inizio di revisione dell’Irpef, a partire dalla possibile estensione della no tax area, cioè della soglia di reddito al di sotto della quale non si deve pagare alcuna tassa. 

La no tax area di oggi è diversa per pensionati e lavoratori, per cui per i primi è fissata a 8.500 euro e per i secondi è fissata a 8.174 euro, ma l’obiettivo è renderla uguale sia per lavoratori che pensionati, portandola per tutti sugli 8.500 euro annui. 

Per quanto riguarda la revisione Irpef, l'obiettivo generale è ridurre da quattro a tre le aliquote Irpef e quattro erano gli schemi di modifica ipotizzati con tre nuove aliquote in base a diversi scaglioni di reddito. Stando alle ultime notizie, sembra che ora siano principalmente due le ipotesi di revisione Irpef al vaglio del governo.

In particolare, le attuali quattro aliquote Irpef sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Tra le prime ipotesi di revisione dell’Irpef, e forse la più probabile, c’è quella che prevede le seguenti nuove aliquote:
  • del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Altra ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:
  • del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.