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Via libera alla pensione di cittadinanza con nuovo decreto attuativo: come funzionerà e per chi. Importi e regole
Via libera ufficiale del Consiglio dei Ministri al decreto attuativo che comprende tra le altre misure sulle pensioni anche l’avvio della pensione di cittadinanza. La pensione di cittadinanza, esattamente come il reddito di cittadinanza, è una misura pensata dal governo per sostenere chi è costretto a vivere in condizioni di forti difficoltà economiche. Si tratta di una sorta di integrazione al reddito per permettere ad alcune persone di vivere la propria vita in maniera più dignitosa. Vediamo come funzionerà la pensione di cittadinanza e le regole previste.
La pensione di cittadinanza, al pari del reddito di cittadinanza, è stata annunciata come una misura da 780 euro mensili. In realtà, gli aumenti delle pensioni minime di 780 euro non saranno per tutti. A differenza del reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza vale per i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più membri di età pari o superiore ai 65 anni ma per il resto i requisiti richiesti per usufruirne sono gli stessi previsti dal reddito di cittadinanza e cioè:
L’importo aumenta se il nucleo familiare è numeroso: in particolare, per ogni persona maggiorenne successiva al primo componente il nucleo si applica un parametro sulla scala di equivalenza dello 0,4 fino ad un massimo di 2,1. Per esempio, una coppia di over 65 riceverà un’integrazione del reddito di massimo 1.092 euro mensili, per un totale di 13.104 euro annui.
La pensione di cittadinanza viene riconosciuta ai nuclei che soddisfano i requisiti sopra riportati per un massimo di 18 mesi e una volta trascorso questo tempo è possibile presentare nuova richiesta. La pensione di cittadinanza viene erogata a partire dal mese successivo alla presentazione della domanda all’Inps, che può essere presentata anche in via telematica o rivolgendosi a Caf e patronati.