Quali sono le novità attese per aumentare stipendi e pensioni con nuovi Decreti Lavoro e Fiscale prima e con la prossima Manovra Finanziaria poi
Per chi e come possono aumentare pensioni e stipendi in 2 nuovi decreti a Settembre-Ottobre e in manovra Finanziaria? Il governo Meloni continua a lavorare per tutelare pensionati e lavoratori in un momento particolare della nostra storia economica, con l’inflazione che continua ad essere alta, pur essendo calata rispetto a qualche mese fa, e i prezzi dei beni di largo consumo che continuano a salire. E ulteriori novità per aumentare stipendi e pensioni sono attese con nuovi Decreti Lavoro e Fiscale prima e con la prossima Manovra Finanziaria poi.
Il governo ha, infatti, aumentato il taglio del cuneo fiscale deciso con la Manovra 2023 portandolo dal 3% al 7% per redditi fino a 25mila (per 1.923 euro lordi mensili di stipendio) e dal 2% al 6% per lavoratori con redditi fino a 35mila euro (per 2.692 euro lordi mensili di stipendio).
Tuttavia, la misura è stata approvata in via temporanea, da luglio e fino a fine anno, per sostenere i lavoratori con redditi più bassi contro l’inflazione alta e il caro-prezzi, ma il governo vorrebbe renderla strutturale.
Altra misura che potrebbe rientrare nel nuovo Decreto Lavoro e che contribuirebbe ancora ad aumentare gli stipendi è la volontà di rendere strutturale anche l’aumento della soglia esentasse per i fringe benefit fino a 3mila euro per tutto il 2024 non solo per i lavoratori dipendenti con figli a carico ma per tutti i lavoratori dipendenti senza condizioni.
Inoltre, si parla anche di una nuova detassazione per aumentare l’importo netto in più percepito dai lavoratori che prestano lavoro straordinario, facendo ore di servizio anche oltre il normale orario lavorativo previsto da relativo Ccnl di assunzione.
La tassazione agevolata dovrebbe interessare anche i premi produttività, contribuendo, dunque, ad aumentare ancora le buste paga dei lavoratori dipendenti dando loro maggiore potere di acquisto. La detassazione per avere importi maggiori in busta paga dovrebbe interessare anche la tredicesima mensilità, con l’intenzione annunciata dal governo di portarla al 15% e si tratterebbe di una novità che prevederebbe aumenti sia per stipendi che per pensioni e, anche in questo, interessando chi percepisce redditi più bassi.
Si attendono poi ulteriori novità per aumenti sia di pensioni che di stipendi con la nuova riforma fiscale, che si avvia all’approvazione finale entro l’estate, per poi essere ufficiale in autunno, presumibilmente ad ottobre, tra revisione delle aliquote Irpef e modifica delle detrazioni. Con la riforma del Fisco, il governo Meloni sta lavorando per ridurre a tre le attuali quattro aliquote Irpef di tassazione sui redditi. Le aliquote Irpef attualmente in vigore sono le seguenti:
Sono, invece, previste riduzioni per chi ha redditi annui sui 25mila euro, mentre non ci sarà alcuna novità per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro, cioè proprio per i redditi più bassi. Altra ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:
Infine, ultima ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:
Insieme alla revisione delle aliquote Irpef, con la riforma fiscale cambieranno anche le detrazioni, indicendo anch’esse su importi di stipendi e pensioni. Per modificare le detrazioni si pensa ad uno schema di diverse percentuali di detrazioni in base ai redditi e che potrebbero essere le seguenti:
Ma si pensa anche all’introduzione di un nuovo bonus del governo Meloni per aumentare ancora stipendi e pensioni di chi ha redditi più bassi e probabilmente una tantum sulla scia di quanto già fatto lo scorso anno con i bonus di 200-150 euro di luglio e novembre dell’ex governo Draghi.