Prime anticipazioni su decreto siccità del Governo Meloni che affiancherà nuove leggi regionali

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Prime anticipazioni su decreto siccità d

Decreto siccità del Governo Meloni

Ecco il decreto siccità del Governo Meloni per designare un commissario ad hoc e una cabina di regia per affrontare l'emergenza idrica in Italia.

Per affrontare la crisi idrica nasce una cabina di regia a Palazzo Chigi che coordinerà gli sforzi di tutti i Ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario a livello nazionale, in collaborazione con le Regioni e gli Enti territoriali. Tale piano permetterà di individuare le priorità di intervento e di programmarle adeguatamente, utilizzando anche le nuove tecnologie disponibili.

Il governo Meloni ha deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione per promuovere un uso responsabile della risorsa idrica. L'esecutivo è pronto a impegnarsi a redigere un provvedimento normativo urgente che semplifichi le procedure e preveda deroghe, al fine di accelerare i lavori essenziali necessari per far fronte alla siccità. Infine, verrà individuato un commissario straordinario, dotato di poteri esecutivi rispetto a quanto definito dalla Cabina di regia. Il tutto a supporto delle leggi regionali già approvate. Facciamo il punto della situazione:

  • Cosa prevede il decreto siccità del Governo Meloni
  • Chiesto un piano a lungo termine contro l'emergenza

Cosa prevede il decreto siccità del Governo Meloni

Il ministro dell'Agricoltura ha espresso la volontà di adottare soluzioni strategiche definitive e pianificate per fronteggiare la siccità. Il governo ha deciso di mettere a disposizione quasi 8 miliardi di euro, rimasti inutilizzati per alcuni anni a causa di complesse procedure burocratiche e normative. I fondi rappresentano un'opportunità per adottare soluzioni innovative e tecnologiche finalizzate alla salvaguardia e alla gestione ottimale delle risorse idriche a disposizione.

Il ministro ha sottolineato l'importanza di implementare una politica di gestione delle risorse idriche a lungo termine, attraverso una progettazione strategica, che possa prevenire e mitigare gli effetti dei fenomeni siccitosi. Sarà necessaria una collaborazione efficace tra tutti i settori interessati, sia a livello nazionale che territoriale, al fine di individuare le aree a rischio e attuare misure preventive mirate.

Il governo vuole quindi adottare un approccio integrato e sinergico tra le diverse competenze istituzionali, per definire un piano nazionale di intervento a lungo termine, finalizzato alla gestione e alla conservazione delle risorse idriche. Tale piano deve prevedere anche l'implementazione di tecnologie avanzate, come la sensoristica e l'intelligenza artificiale, per migliorare la gestione delle risorse idriche e la pianificazione degli interventi necessari. Solo così diventa possibile garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche e la prevenzione degli effetti negativi delle siccità.

Chiesto un piano a lungo termine contro l'emergenza

In questo contesto sono state presentate numerose proposte da associazioni ambientaliste e aziende del settore idrico che hanno richiesto interventi da parte del governo, sia a breve che a lungo termine, tenendo conto dell'impatto del cambiamento climatico. La Federazione delle imprese dei servizi pubblici, Utilitalia, che fornisce servizi idrici all'80% della popolazione italiana, ha elaborato otto proposte e si è detta disposta a investire circa 11 miliardi di euro nei prossimi tre anni. E ha ribadito l'urgenza di adottare azioni sinergiche che coinvolgano anche il settore agricolo e interventi non più procrastinabili sul fronte della governance.

Legambiente ha elaborato le sue otto proposte sottolineando che la situazione idrica non può più essere considerata un'emergenza temporanea, ma una situazione strutturale destinata a caratterizzare sempre più il territorio italiano. L'associazione ambientalista ha evidenziato che l'Italia, con oltre 33 miliardi di metri cubi di acqua prelevati per tutti gli usi ogni anno, si trova in una situazione di stress idrico medio-alto, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Infatti, il nostro paese utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un aumento del 6% ogni decennio.