Riforma cittadinanza ius scholae conseguenze concrete beneficiari
Quanto e cosa può effettivamente cambiare con la riforma per avere la cittadinanza italiana con lo ius scholae: cosa prevede
Si torna a parlare di riforma per avere la cittadinanza italiana e tra ius soli e ius sanguinis, la novità riguarda lo iue scholae, una nuova legge il cui iter per l’approvazione finale è già iniziato ma che difficilmente, secondo alcuni analisti, arriverà a termine come si spera. Vediamo di seguito quali sarebbero conseguenze concrete e reali beneficiari della nuova riforma della cittadinanza italiana per ius scholae
La riforma per avere la cittadinanza italiana con lo ius scholae prevede la possibilità di richiedere la cittadinanza per i figli di genitori immigrati o nati in Italia o arrivati nel nostro Paese entro i 12 anni dopo aver regolarmente frequentato almeno 5 anni di scuola in Italia.
Il riconoscimento della cittadinanza italiana verrebbe, in questo caso, vincolato non alla nascita in Italia, considerando i tanti immigrati che ormai vivono nel nostro Paese e da oltre 10 anni, ma alla regolare e lunga frequenza scolastica.
Una volta completati i 5 anni di scuola, però, la cittadinanza italiana ai soggetti interessati non verrebbe automaticamente riconosciuta, ma bisognerebbe comunque presentare relativa domanda, per poi attendere i tempi di rilascio della cittadinanza, che oggi sono molto lunghi ma che non si sa ancora se cambierebbero con lo ius scholae, diventando magari più bravi.
Capire le conseguenze concrete e quali sarebbero i reali beneficiari della riforma per avere la cittadinanza italiana con lo ius scholae non è semplice considerando che si parla di una legge ancora con diversi punti e dubbi da chiarire.
Partendo dal presupposto che secondo alcuni studiosi, come l'analisi di Enrico Di Pasquale e Chiara Tronchin de La Voce, la nuova riforma per avere la cittadinanza italiana, riforma ormai decisamente necessaria, difficilmente sarà approvata, visti i tempi sia per le discussioni e i passaggi della legge in Senato e sia di durata del governo, viste le posizioni politiche, diverse sono ancora contrarie a tale riforma, non si possono effettivamente quantificare i reali beneficiari di questa eventuale novità.
Si potrebbe parlare di una platea tra 500mila e anche più persone, un numero decisamente variabile perché non si sa ancora se tra i 5 anni di scuola necessari per poi avere la cittadinanza rientrano asilo nido e scuola dell’infanzia, o si devono considerare solo scuola elementare, media e superiori, ma in tal caso, si potrebbero aspettare anche gli attuali tempi di richiesta della cittadinanza italiana, che si può chiedere a 18 anni se nati da genitori stranieri.
Per quanto riguarda le conseguenze che la nuova riforma sulla cittadinanza avrebbe, pur se alcuni parlano di conseguenze relative e quasi nulle per i soggetti che potrebbero avere la cittadinanza italiana con il nuovo sistema della ius scholae, in realtà qualche cambiamento potrebbe portare.
E’, vero, infatti, che oggi la cittadinanza italiana può essere richiesta da figli di genitori stranieri anche nati in Italia a 18 anni, ma è anche vero che tra il momento della richiesta e il momento in cui la cittadinanza italiana si ottiene effettivamente passa molto tempo, si può arrivare anche ad anni, tre-quattro, e si tratta di un periodo di tempo durante il quale il soggetto interessato pur essendo nato in Italia non può esercitare gli stessi diritti degli italiani né averli riconosciuti, dal diritto di voto al diritto di partecipare a concorsi pubblici, a quello del mancato riconoscimento identitario di italiano al pari di amici e compagni di classe quando dentro ci si sente italiani perché nati e cresciuti qui ma non lo si è sulla carta.