La raccolta si è rivelata al di sotto delle aspettative. Non solo, ma molti debitori avrebbero fatto domanda, pagato la prima rata per poi rompere di nuovo i rapporti con il fisco.
Rischio che si blocchino tutte le iniziative del nuovo Governo dopo il buco trovato dei 9 miliardi di euroriguardante la rottamazione delle cartelle che sono sati,però, incassati realmente anche se, comunque,contabilizzati. O c'è ilrischio di nuove tasse eun iter correttivo.E così il Govenro pensa di apliare la pace fiscale portandola anche alle liti.
Le parole della Corte dei conti sono pesantissime: la lotta all'evasione degli ultimi due governi non ha dato i risultati sperati e le entrate da accertamento e controllo sono in flessione. Significa che la rottamazione non ha dato grandi risultati. Forse per l'obbligo di pagare tutto in cinque rate ovvero in tempi molto più ristretti della rateazione ordinaria o forse per la scarsa fiducia del contribuente, ma i fatti raccontano dell'addio a 9,6 miliardi di euro da parte dello Stato.
Per inquadrare al meglio la situazione ovvero comprendere la delusione rispetto ai risultati ottenuti con l'ultima stagione della rottamazione delle cartelle sono sufficienti tre dati. Sono dati che aprono una riflessione anche sull'opportunità e le modalità di attuazione della pace fiscale paventata dal governo. A scattare l'istantanea ci ha pensato la Corte dei conti con il giudizio di parifica sul bilancio dello Stato: come è possibile notare dalle cifre, la raccolta dei governi Renzi e Gentiloni si è rivelata al di sotto delle aspettative, ma con un allarme aggiuntivo: molti debitori avrebbero fatto domanda, pagato la prima rata per poi rompere di nuovo i rapporti con il fisco.
Nella relazione sul rendiconto generale dello Stato, i magistrati contabili esprimono timori per condotte fiscali che - a loro dire - si risolvono nel mancato versamento delle imposte, come dimostrerebbe appunto il buco di 9,6 miliardi di euro, sui 17,8 previsti, al capitolo rottamazione. Al di là dei risultati raccolti con le ultime due operazioni, il programma del governo è chiaro: sì alla pace fiscale ovvero alla definizione super-agevolata per cancellare i debiti pagandone una quota, ma con tempi e modalità differenti rispetto a quelli applicati fino a questo momento. Non solo, ma è anche in posta l'allargamento del condono alle liti, al netto delle coperture economiche di tutto rispetto.
I rischi sono essenzialmente due che vanno di pari passo. Ovvero che tutte le iniziative del nuovo Governo debbano per faorza saltare ma come abbiamo visto ci sono già dei ritardi su molte di esse proprio per mancanza di soldi oppure addirittura un iter economico correttivo e u aumento delle tasse per tutti per recuperare i 9 miliardi che erano stati messi a bilancio ma non sono mai arrivati concretamente.