730 2023 rimborsi, ritardi per controlli più rigidi. Ecco per chi
I tempi sono maturi e i rimborsi per i pensionati e i lavoratori che hanno presentato il 730 2023 precompilato sono alle porte. I mesi di luglio e agosto sono infatti quelli in cui lo Stato provvede al rimborso nell'assegno pensionistico Inps o in busta paga per coloro che sono a credito Irpef. Ma con una novità rispetto agli ultimi anni: il potenziamento dei controlli da parte dell'Agenzia delle entrate.
Lo ha precisato la stessa Agenzia con un provvedimento sottoscritto dal direttore Antonino Maggiore, in cui emergono due aspetti. Innanzitutto l'attività di verifica e di controllo coinvolgerà i contribuenti anche per importi inferiori a 4.000 euro. E in seconda battuta, in base ai risultati, il fisco può anche bloccare i pagamenti.
Diventano quindi più rigidi i controlli preventivi dell'Agenzia delle entrate in vista dei conguagli di luglio e agosto in busta paga o nell'assegno di pensione Inps per i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi in modalità precompilata. E se questa procedura è già attiva da tre anni nella fase precedenza all'erogazione del credito, il primo elemento di novità è piuttosto un altro: nel caso in cui dovessero saltare fuori anomalie, il fisco può bloccare il pagamento fino a 6 mesi.
In buona sostanza, il contribuente potrebbe ricevere il rimborso solo all'inizio del 2023. Naturalmente solo nel caso in cui tutti i conti siano in regola, altrimenti potrebbe rimanere a bocca asciutta.
Dal punto di vista operativo, l'Agenzia delle entrate entra in contatto con i contribuenti nel caso in cui dovessero saltare fuori discrepanze tra i dati in proprio possesso e quelli indicata nel 730 2023 precompilato. La prima comunicazione va comunque intesa come un invito a verificare la correttezza delle informazione e ad apportare le eventuali correzioni.
Ma nel frattempo sospende le procedure del rimborso. Ed è considerato elemento di incoerenza delle dichiarazioni dei redditi modello 730 2023 con esito a rimborso - spiega testualmente l'Agenzia delle entrate - la presenza di situazioni di rischio individuate in base alle irregolarità negli anni precedenti. Diventa insomma sempre più difficile riuscire a sfuggire agli occhi del fisco, anche nel caso dei rimborsi.
C'è però anche una seconda novità che caratterizza questa nuova ondata di controlli preventivi da parte dell'Agenzia delle entrate. Viene a cadere la soglia minima di 4.000 euro per effettuare le verifiche. Come spiegato dal fisco nel provvedimento sui "criteri per l'individuazione degli elementi di incoerenza delle dichiarazioni dei redditi modello 730 2023 con esito a rimborso e di modalità di cooperazione finalizzata ai controlli preventivi", i controlli sono adesso più estesi.
Non solo, ma i controlli preventivi trovano applicazione anche con riferimento alle dichiarazioni presentate ai Centri di assistenza fiscale o ai professionisti abilitati.