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Quali sono formule al vaglio per aumentare stipendi e pensioni con approvazione nuovo Decreto Aiuti bis: soggetti interessati
A chi e per quali importi potrebbero aumentare stipendi e pensioni nel Dl Decreto Bis e con quali formule? Il nuovo Decreto Aiuti Bis, atteso per la prossima settimana, forse l’ultimo del governo Draghi, conterrà certamente misure per aumentare gli importi di stipendi e pensioni, tra le misure prioritarie in via di definizione per assicurare a lavoratore e pensionati un maggiore potere di acquisto contro l’inflazione crescente e prezzi di generi di largo consumo che continuano a salire.
Divere le formule al momento ancora al vaglio del governo Draghi di transizione e che potrebbero prevedere aumenti differenti per stipendi e pensioni. Vediamo quali.
Se, come le ipotesi in ballo riportano, la misura su cui puntare per aumentare stipendi e pensione fosse l’estensione del bonus di 200 ancora ancora nei prossimi mesi fino alla fine dell’anno, vale a dire da agosto e fino a dicembre, allora entrambe i redditi aumenterebbero per tutti di 200 euro netti.
E’, però, particolarmente verosimile che la proroga della misura avvenga secondo i criteri già stabiliti, per cui potrebbero beneficiare di un aumento di 200 euro al mese ancora da agosto fino a dicembre solo lavoratori e pensionati con redditi annui entro i 35mila euro.
Per le altre formule di aumento di stipendi e pensioni al vaglio del governo, non sono al momento previsti limiti e vincoli per cui dovrebbero valere, quindi, presumibilmente, pur se in maniera differente, gli aumenti per effetto delle altre novità a parte il bonus 200 euro in discussione dovrebbero essere per tutti gli stipendi e le pensioni.
Se l’estensione del bonus di 200 euro anche nei prossimi mesi fino a dicembre, sia per stipendi che per pensioni, se approvato ufficialmente, prevederà aumenti di 200 per tutti, stipendi e pensioni, con le altre formule al vaglio gli aumenti di stipendi e pensioni potrebbero variare ed essere diversi per lavoratori e pensionati.
C’è l’ipotesi per l’aumento delle pensioni di introdurre un nuovo elemento strutturale da modulare sui redditi e maggiore soprattutto per le fasce di reddito più basse, ma al momento non sono stati forniti ulteriori dettagli per cui non si sa di quanto le pensioni potrebbero effettivamente aumentare.
Per aumentare gli stipendi, si parla anche di introduzione del salario minimo, che dovrebbe essere confermato a 9 euro lordi all'ora, ma che al momento sembra tra le ipotesi meno accreditate.
Potrebbero prepararsi ad aumentare le pensioni per tutti i pensionati e le tipologie di pensioni di qualche decina di euro al mese, variabili in base al trattamento mensile che si percepisce, per effetto dell’anticipo della nuova rivalutazione automatica 2023 delle pensioni.
La rivalutazione delle pensioni 2023 dovrebbe scattare a partire dal prossimo gennaio ma, stando a quanto riportano le ultime notizie, sarebbe stata avanzata l’ipotesi di anticipare la rivalutazione delle pensioni 2023 al secondo semestre del 2022, cioè da subito già ad agosto, e considerando che sarà su un indice maggiore rispetto a quello usato quest’anno 2022, le pensioni aumenteranno sin da subito.
La rivalutazione automatica delle pensioni quest’anno è, infatti, avvenuta su un indice dell’1,7%, per il prossimo anno è già stato fissato un indice più alto, all’1,9%, il che porterà ulteriori aumenti delle pensioni.
Le pensioni saranno, però, rivalutate in percentuali differenti in base agli importi percepiti stabilite dalla legge e che sono:
Con questo sistema i lavoratori dipendenti avrebbero aumenti degli stipendi netti pagando meno tasse e imposte che, secondo le stime, sarebbero tra 70 e 150 euro al mese.
La decontribuzione per aumentare gli importi netti dei lavoratori in busta paga dovrebbe valere sin da subito, cioè da agosto, considerando i tempi di approvazione ed entrata in vigore ufficiale del Decreto Aiuti bis, fino alla fine del 2022.