Cambiano reddito di cittadinanza, Naspi per la disoccupazione e altri aiuti: quali sono le modifiche al vaglio del nuovo governo
A chi sarà tolto il reddito di cittadinanza e come sarà rivista Naspi e aiuti disoccupazione da Governo Meloni? Il governo Meloni cambia sussidi e aiuti per la disoccupazione, non cancellando del tutto il reddito di cittadinanza, come aveva ribadito spesso la premier in campagna elettorale, ma rivedendolo così come modificando anche l’indennità di disoccupazione Naspi.
Una revisione degli aiuti per la disoccupazione che potrebbe portare al risparmio di qualche soldo magari da impiegare poi per una riforma delle pensioni Fornero, come auspicato dal vicepremier Salvini. Vediamo allora quali sono le modifiche che potrebbero interessare reddito di cittadinanza, Naspi, e in generale gli aiuti per disoccupati.
Non dovrebbero essere modificati i requisiti di accesso al reddito di cittadinanza ma dovrebbe essere modificata la norma secondo cui si decade dal beneficio dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro. In particolate, dovrebbe ridursi ad una l’offerta di lavoro congrua da accettare prima del decadimento del beneficio.
Si riducono, dunque, le offerte di lavoro che si possono rifiutare prima di perdere il reddito di cittadinanza- sussistenza. Inizialmente erano tre, poi diventate due per decisione del governo Draghi e ora scesa ad una.
Oggi per avere il reddito di cittadinanza bisogna soddisfare i seguenti requisiti:
Non si sa se anche questi casi saranno rivisti o resteranno in vigore così come sono.
Non solo reddito di cittadinanza: si prepara ad essere modificata anche l’indennità di disoccupazione Naspi, che ora potrebbe ridursi a una frazione del periodo lavorato. L’ipotesi di revisione della Naspi è di ridurla al 50% del periodo lavorato.
Se oggi, infatti, la Naspi viene corrisposta ogni mese per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni, ai fini del calcolo della durata non vengono considerati i periodi di contribuzione che hanno già dato luogo a erogazione di prestazioni di disoccupazione e la durata massima è di due anni se si hanno almeno quattro anni di anzianità, i tempi potrebbero ridursi della metà.
L’idea di ridurre la Naspi sotto il 50% del periodo lavorato, indennità che ora si riduce del 3% al mese solo dopo il sesto mese e dura, come detto, fino ad un massimo di due anni se si hanno almeno quattro di anzianità, per cui se un soggetto ha lavorato un anno, prende la Naspi sei mesi, se, invece, ha lavorato sei mesi, riceve la Naspi per tre mesi, deriva dal fatto che, secondo il governo Meloni, il tempo di erogazione del sussidio di disoccupazione è troppo quando in realtà i soggetti rimasti senza lavoro dovrebbero impegnarsi a cercare una nuova occupazione, sostenuti anche dai nuovi percorsi di formazione che lo stesso nuovo governo metterà in campo.