Coronavirus, quando arrivano i soldi
Lo Stato non è mai rapido quando si tratta di erogare i soldi e il dubbio è che anche in questo periodo di emergenza e di concreta difficoltà se la prenda comodo.
I decreti contenenti gli aiuti per famiglie con il bonus baby sitter, per le partite Iva con l'indennità di 600 euro, per i lavoratori dipendenti con la cassa integrazione, sono già stati emanati e pubblicati.
La domanda successiva è: quando arriveranno i soldi? La storia ci insegna infatti che lo Stato non è mai rapido quando si tratta di erogare gli importi richiesti e il dubbio è che anche in questo periodo di emergenza e di concreta difficoltà economica da parte di lavoratori, famiglie e imprese se la prenda molto comoda.
Nei vari decreti che ha emanato nel corso del tempo non ci sono indicazioni precise. In pratica l'esecutivo si è guardato bene dal prevedere scadenze per i pagamenti.
Tuttavia è possibile fare alcune previsioni sia sulla base delle dichiarazioni rilasciate in questi giorni dai vari ministri e dai rappresentati dei sindacati e sia sui contenuti dei prossimi decreti che estenderanno e prorogheranno alcune di queste misure.
Vediamo allora quando arriveranno i soldi davvero per famiglie, bonus partita Iva e cassa integrazione per coronavirus. Vediamo cosa sta succedendo tra
Il bonus baby sitter è l'alternativa al congedo parentale. In buona sostanza si tratta di un importo di 600 euro che le famiglie con bambini possono spendere per servizi di baby sitting.
Tutto chiaro, peccato solo che a oggi i soldi non sono stati erogati e non è chiaro quando lo saranno.
Eppure - ed è questo l'aspetto più preoccupante - l'emergenza coronavirus è in corso con i genitori che sono adesso in difficoltà perché i figli non stanno andando a scuola.
Come dire, i soldi servono subito, ma non c'è ancora traccia e né è stato comunicato il giorno o il periodo in cui saranno accreditati alle mamme e ai papà che ne hanno fatto richiesta.
I primi bonifici sono già stati disposti e l'erogazione del bonus di 600 euro è in corso ma non è ancora conclusa. A riceverlo sono stati parte dei professionisti iscritti alle gestioni private perché poi le casse hanno bloccato i pagamenti richiedendo una integrazione della domanda ovvero la dichiarazione (che sarà poi verificata) dell'iscrizione in via esclusiva alla cassa di riferimento. In parallelo ai bonifici sono partite anche le mail contenenti l'esito negativo alle domanda.
Non solo le casse previdenziali private perché anche l'Inps ha dato il via libera ai primi pagamenti, come confermato dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Sono vengono evase prima le richieste presentate nei primi 2 giorni di aprile e sono circa 4 milioni.
Il suggerimento per chi ha presentato richiesta è dunque di controllare la lista dei movimenti per verificare l'accredito.
Si ricorda che anche i professionisti possono richeidere un prestito fino a 25.000 euro, con istruttuoria ridotta e tempi di accredito tutti da scoprire, ma variabili da un minimo di 5 giorni a un massimo (auspicato) di 2 settimane.
Anche nel caso dei collaboratori coordinati e continuativi, il governo ha deciso di seguire l'ordine cronologico per l'erogazione del bonus di 600 euro.
I primi a riceverlo saranno coloro che hanno presentato la richiesta l'1 e il 2 aprile 2020.
A seguire sarà il turno di tutti gli altri, ma sempre ricordando che c'è comunque tempo fino al 30 aprile per fare domanda. In quel caso il versamento dell'indennità slitta a maggio.
Ed è in corso anche la partita per il bonus di 600 euro per i braccianti agricoli. La possibilità di fare richiesta è concessa fino al 30 aprile con i primi giorni di presentazione delle domande caratterizzati da inefficienze informatiche con il portale dell'Inps in tilt.
E il tutto mentre l'esecutivo ha promesso un secondo bonus, forse di 800 euro, per il mese di maggio a copertura della mancata attività lavorativa del mese di aprile.
Insomma, un vero e proprio rebus che dovrebbe comunque vedere i primi pagamenti intorno al 15 aprile secondo l'ordine cronologico di presentazione delle domande.
Si è messa in moto anche la macchina della cassa integrazione che si traduce nel versamento dell'80% dello stipendio mensile.
Non tutti i lavoratori procederanno alla stessa velocità perché l'Inps ha prima avviato aperto la procedura per l'invio delle domande e poi il loro smaltimento. Diverso è il caso della Cassa integrazione in deroga perché a occuparsene sono le Regioni che devono prima accettare le domande e poi inoltrarle all'istituto nazionale della previdenza sociale.
Il tutto senza dimenticare che, richiesta di anticipo fino a 1.400 euro a parte, il versamento può essere fatto dall'azienda (con tempi più brevi perché i lavoratori incassano subito l'importo previsto e l'azienda effettua il conguaglio con i contributi) o direttamente dall'Inps.
In ogni caso, l'appuntamento con il primo pagamento dovrebbe avvenire nella seconda metà del mese.