Con i nuovi controlli su conti correnti, carte di credito e spese cambia la gestione delle banche dati da parte di Agenzia delle entrate e Guardia di finanza.
Continua nel 2022 la stretta dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza per stanare gli evasori fiscali. Decreto dopo decreto, le autorità si dotano di nuovi strumenti per andare alla ricerca di irregolarità. Vediamo quindi:
L'alert negli uffici dell'Agenzia delle entrate suona in caso di assenza di spese ovvero se sono basse rispetto allo stile di vita. Per il fisco è un'anomalia se il saldo dei conti correnti non registri variazioni in difetto. In linea di massima, il sospetto nasce nel caso di mancate spese per circa il 20-25%.
Sotto la lente di ingrandimento finiscono il saldo contabile d'inizio e fine anno insieme all'importo totale di addebiti e accrediti nel corso dell'anno. Delle carte di credito e le carte di debito è passato ai raggi X l'utilizzo del plafond di spesa, l'importo complessivo degli acquisti effettuati e quello delle ricariche o delle carte acquistate.
Sotto esame anche il controvalore dei titoli rilevato alla fine dell'anno di riferimento e del precedente, così come l'importo totale degli acquisti di titoli, fondi effettuati e disinvestimenti. L'attenzione è puntata anche sui fondi comuni di investimento ovvero il totale del contratto di gestione, l'importo finale delle sottoscrizioni di quote nell'anno e dei rimborsi.
In relazione ai tempi di conservazione dei dati anonimizzati, è previsto fino al secondo anno successivo a quello della maturazione della decadenza della potestà impositiva oltreché fino alla chiusura dei contenziosi aperti.
In questo contesto sono entrate in vigore novità sulle comunicazioni relative ai dati di pagamento da farsi all'Agenzia delle entrate. In base ai nuovi provvedimenti relativi ai pagamenti con carte di credito e di debito, gli intermediari che mettono a disposizione degli esercenti sistemi di pagamento elettronico siano tenuti a trasmettere all'Agenzia delle entrate, oltre alle commissioni addebitate, e i dati identificativi degli strumenti di pagamento, anche gli importi complessivi delle transizioni giornaliere effettuate mediante tali strumenti.
In questo modo l'Agenzia delle entrate è in grado di incrociare i dati di pagamento digitale con carta con quelli relativi agli scontrini elettronici emessi dagli esercenti, così da effettuare controlli di congruità tra scontrini emessi e pagamenti ricevuti. Il provvedimento ha l'obiettivo di rendere più stretti i controlli in caso di frode ed evasione fiscale.