C’è chi rischia di dover restituire a giugno importi dell’assegno unico per figli ricevuti in più: motivi e spiegazioni da Inps
Chi deve restituire somme ricevute in più su assegni unici figli a Giugno? Si prepara a cambiare l’importo dell’assegno unico per figli a giugno per diverse famiglie. L’importo dell’assegno unico per i figli è, infatti, aumentato quest’anno per effetto della rivalutazione all’8,1% e in misura diversa in base alla fascia di reddito Isee di appartenenza.
Insieme all’importo dell’assegno unico, sono aumentate anche le relative maggiorazioni previste per legge, per esempio la maggiorazione per genitori entrambe lavoratori (che passa da 30 euro a circa 34), o le maggiorazioni per figli disabili (e variabili anche in base al grado di invalidità) e per la nuova rivalutazione gli importi dell’assegno unico sono aumentati arrivando da 50 a 200 euro.
Chi ha rinnovato l’Isee entro gennaio 2023 come ogni anno previsto per legge ha già ricevuto da febbraio o marzo scorso, mentre chi non ha rinnovato l’Isee entro il 28 febbraio scorso o non lo ha proprio fatto riceverà gli aumenti dovuti dal mese di giugno. Ma proprio a giugno molte famiglie rischiano anche di dover restituire somme relative all’assegno unico ricevute.
Il motivo per cui alcuni rischiano di dover restituire l’assegno unico per figli è presto spiegato: quando l’assegno unico per i figli è partito lo scorso anno, molte famiglie monogenitoriali hanno fatto richiesta della maggiorazione dovuta nel caso di entrambe i genitori lavoratori, pur se soli, e la maggiorazione è stata riconosciuta anche ai genitori soli che al momento della domanda hanno dichiarato di lavorare entrambe e di averne diritto.
L’Inps ha, quindi, erogato la maggiorazione richiesta in sede di domanda di assegno unico, ma sono poi partite verifiche e il pagamento della maggiorazione ad alcuni è stata interrotta dal mese di ottobre 2022 mentre ad altri sarà richiesto di rimborsare le somme in più percepite ma non dovute per la maggiorazione richiesta per lavoro di entrambe i genitori.
Hanno diritto, infatti, a ricevere tale maggiorazione solo i nuclei familiari in cui sono presenti entrambi i genitori che lavorano non nuclei monogenitoriali.
Secondo quanto spiegato dall’Inps, il rimborso delle sette mensilità dell'assegno unico per figli pagate da marzo a settembre è dovuto per la maggiorazione di 30 euro pagata in maniera errata, per cui la somma totale da rimborsare in alcuni casi potrebbe arrivare fino a 210 euro per figlio.