aumenti stipendi decontribuzione pochi mesi finisce 2023
Decontribuzione per aumentare gli stipendi fino al 31 dicembre 2022: cessano gli effetti dal primo gennaio 2023 e incertezza su cosa si farà
Il Decreto aiuti bis ufficialmente approvato è l’ultimo provvedimento ufficiale del governo Draghi mentre ci si prepara alle elezioni del prossimo 25 settembre. Diverse le misure a sostegno di famiglie, lavoratori, pensionati e imprese approvate, a partire da decontribuzione per aumentare gli stipendi e rivalutazione anticipata per aumentare le pensioni.
Si tratta di misure destinate, però, a esaurirsi con la fine dell’anno, con dubbi e incertezze su ciò che il nuovo governo eletto farà per mantenere stipendi e pensioni a livelli tali da riuscire a contrastare l’inflazione attualmente galoppante. Gli aumenti degli stipendi con decontribuzione sono per pochi mesi, infatti, e se non si interverrà finirà da gennaio 2023. Vediamo cosa potrebbe cambiare.
Si tratta di un intervento decisamente relativo rispetto alla prima ipotesi di proroga del bonus di 200 euro da agosto a dicembre, considerando che, secondo alcune stime, gli aumenti medi degli stipendi, al mese, saranno di nemmeno 20 euro, a fronte di possibili 200 euro che si stimavano con l’estensione del bonus.
Gli stipendi che aumentano con la nuova decontribuzione fino al 2%, incrementata dell’1,2% rispetto all’attuale 0,8%, per aumenti medi mensili compresi tra 12 e circa 50 euro al mese, variabili in base alle fasce di reddito di appartenenza e validi solo per chi ha redditi entro i 35mila euro annui, cioè per stipendi fino a 2.692 euro, mentre per chi percepisce stipendi da 2.700 euro in poi non ci sarà alcun aumento, saranno solo per pochi mesi.
Stando alle ultime notizie, la decontribuzione per aumentare gli stipendi avrà effetto retroattivo dal primo luglio 2022e fino al 31 dicembre 2022, compresa la tredicesima, e si esaurirà dal primo gennaio 2023.
Secondo ultime notizie e anticipazioni, senza alcun intervento, gli aumenti degli stipendi con decontribuzione approvata con Decreto aiuti bis non ci saranno più. Al momento, però, è decisamente difficile dire con certezza cosa si farà e cosa potrebbe succedere da gennaio 2023 per gli aumenti degli stipendi considerando l’incerta situazione politica italiana e le elezioni del prossimo settembre.
L’unica certezza è che tutto dipenderà dalle decisioni in merito che saranno prese dal nuovo governo eletto. Spetterà a lui, infatti, lavorare su retribuzioni e adeguamenti ai costi della vita e le ipotesi di lavoro potrebbero essere diverse, da nuova revisione Irpef sui redditi, come ipotizzato nella riforma fiscale su cui aveva iniziato a lavorare il governo Draghi, all’introduzione di una flat tax, come proposto dalla destra, prima al 23% poi al 15%, a possibili ulteriori interventi.