L'importo attuale del Canone Rai è di 90 euro, da pagare a rate all'interno della bolletta della luce. Ma si parla di una riforma per il 2023.
Torna al centro dell'attenzione il Canone Rai e come accade ogni volta, i motivi non sono affatto incoraggianti per gli italiani. Si vocifera infatti di una nuova riforma ma questa volta la principale differenza rispetto al passato sarebbe il suo aumento. Una decisione governativa che è tutta da confermare, ma che è stata sufficiente per creare un grandissimo malumore.
Stiamo infatti parlando di una imposta che va pagata sempre e comunque ovvero per il semplice possesso di un televisore, che viene dato per assodato, a meno di dichiarazione formale da parte del contribuente.
In un'epoca di visione on demand dei contenuti, appare una forzatura fuori tempo. Di conseguenza le voci di un possibile aumento non possono che accelerare il malcontento. Capiamo meglio cosa sta succedendo:
Dal 2016, la cifra si paga appunto con insieme al versamento della tariffa per il consumo della luce e rispetto ai 100 euro originari, oggi la cifra è di 10 euro inferiore. In maniera quasi incontrollata, nelle ultime settimane - accanto alle ipotesi di una possibile diminuzione della cifra a versare - è innanzitutto circolata la voce dell'aumento del Canone Rai 2023 fino a 300 euro. Si tratta di un importo oltre 3 volte superiore che ci sembra francamente eccessivo a tal punto da considerare infondate queste voci.
Non si placano invece quelle che vorrebbero comunque un aumento dell'importo, seppure con un impatto economico inferiore per i contribuenti italiani.
Da parte sua, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, si è limitato a dire che non cambieranno le modalità di riscossione del Canone Rai 2013. In pratica continuerà a essere versato con la bolletta elettrica con il ministro che ha bollato come infondate ipotesi differenti.
Di più: il Pnrr - ha argomentato - trova il suo fondamento nell'esigenza di tutela della concorrenza del mercato dell'energia elettrica e si basa sulle proposte Agcm, la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del Canone Rai dal punto di vista della concorrenza del mercato dell'energia, a condizione che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali. Requisito che risulta soddisfatto.
In questo contesto, c'è che spinge o quantomeno auspica per la cancellazione del Canone Rai. La ragione? Per essere una imposta anacronistica in un'epoca in cui il ventaglio delle opzioni di canali televisivi è più ampio che mai.
Si tratta di una posizione di minoranza che si scontra con la convinzione di chi invece crede che il Canone Rai sia insopprimibile perché si tratta di una forma di finanziamento del servizio pubblico.
Resta però in vigore nel 2023 l'esonero dal pagamento del Canone Rai per tutte le categorie per cui è stato possibile fino a questo momento ovvero i militari delle Forze Armate Italiane, limitatamente a ospedali militari, case del soldato e sale convegno dei militari; quelli di cittadinanza straniera appartenenti alle Forze Nato; gli agenti diplomatici e consolari stranieri accreditati in Italia a condizione che nel Paese siano applicate misure corrispondenti per quelli italiani; le imprese che esercitano l'attività di riparazione o commercializzazione di apparecchiature di ricezione radio televisiva.