Aumento pensioni del 10% nel 2023 per rivalutazione bloccherebbe pensioni anticipate

di Marianna Quatraro pubblicato il
Aumento pensioni del 10% nel 2023 per ri

Troppo alti gli aumenti delle pensioni 2023 con rivalutazione 2023, troppe risorse economiche sarebbero necessarie e rischi per pensioni anticipate

Aumentare le pensioni del 10% nel 2023 per rivalutazione bloccherebbe qualsiasi forma di pensione anticipata? Se da ottobre si attendono aumenti sulle pensioni dovute al calcolo della rivalutazione anticipata delle pensioni al 2%, sono in tanti a chiedersi come e di quanto potranno aumentare le pensioni nel 2023 per continuare ad assicurare ai pensionati un maggior potere di acquisto. E al momento tra le ipotesi che circolano ci sarebbe quella di rivalutazione pensionistica automatica al 10%. 

  • Aumento pensioni con rivalutazione del 10% nel 2023 e altre ipotesi
  • Aumentare pensioni del 10% nel 2023 per rivalutazione bloccherebbe novità pensione anticipata

Aumento pensioni con rivalutazione del 10% nel 2023 e altre ipotesi

La rivalutazione pensionistica anticipata al 2%, che scatta dal mese di ottobre e fino al 31 dicembre 2022, è solo per pensionati che hanno redditi entro i 35mila euro, dal primo gennaio 2023, invece, la rivalutazione delle pensioni scatterà per tutti i pensionati, come accade ogni anno e secondo le percentuali di rivalutazione fissate dalla legge in base ai redditi percepiti e che sono del:
  • 100% per le pensioni fino a tre volte il minimo, cioè di importo fino a 2062 euro lordi;
  • 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il minimo, cioè di importo fino a 2577,90 euro;
  • 75% per gli assegni oltre cinque volte il minimo, cioè di importo oltre 2.577,90 euro.
Ancora incerto l’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2023. O meglio, qualche mese fa, prima del primo Decreto Aiuti, prima dello scoppio del conflitto ucraino, prima che l’inflazione arrivasse alle stelle, per la rivalutazione pensionistica 2023 era stato stabilito un indice definitivo all’1,9%, più alto rispetto all’1,7% di quest’anno.

Poi l’aumento dell’inflazione a seguito di tutti gli eventi geo-politici susseguitisi ha cambiato le cose. E per poter garantire il prossimo anno maggiore potere di acquisto ai pensionati contro l’inflazione galoppante, l’indice di rivalutazione dovrebbe essere rivisto.

In ogni caso, si parla di diverse ipotesi al momento in ballo per la rivalutazione delle pensioni nel 2023

  • rivalutazione al 2% per tutte le pensioni e non solo per chi ha redditi entro i 35mila euro;
  • rivalutazione all’1,9% per tutti come già stabilito per il 2023 mesi fa; 
  • rivalutazione al 3,9% (derivante dalla somma del 2% di rivalutazione anticipata più 1,9% stabilita per il 2023) ma solo per redditi più bassi;
  • rivalutazione al 10%, che deriverebbe dalla somma della percentuale di rivalutazione anticipata al 2% al via da ottobre più un 8%, percentuale su cui si attesta al momento l’inflazione e che potrebbe essere il tasso effettivamente accertato dall’Istat.

Aumentare pensioni del 10% nel 2023 per rivalutazione bloccherebbe novità pensione anticipata

Rivalutare le pensioni per tutti del 10% nel 2023 significherebbe bloccare ogni forma di pensione anticipata: gli aumenti per tutti sarebbero alti, forse eccessivi per essere sostenibili economicamente per il governo, per cui non ci sarebbero ulteriori risorse da investire per la definizione di forme di pensione anticipata e per garantire, dunque, ai pensionati di andare in pensione prima rispetto ai normali requisiti richiesti che sono di:
  • 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia;
  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne a prescindere dal requisito anagrafico.
Per fare qualche esempio di quanto aumenterebbero le pensioni con la rivalutazione al 10%, pensioni da 500 euro arriverebbero a 550 euro, le pensioni da 800 euro arriverebbero a 880 euro, le pensioni da mille euro aumenterebbero di 100 euro, quelle da 1.200 euro salirebbero a 1.320 euro, le pensioni di 1.400 euro aumenterebbero di 140 euro, le pensioni da 2mila euro di 200 euro. 

Si tratta di cifre troppo alte per cui servirebbero molte risorse economiche ed è chiaro come, se la rivalutazione avvenisse effettivamente su un indice così alto richiedendo l’impiego di molti soldi, resterebbero pochi margini di intervento, se non nessuno, su possibili forme di pensione anticipata, mettendo a rischio anche proroghe di meccanismi come ape social o opzione donna.