Come cambiano aumenti stipendi e pensioni e differenze in base a diverse novità che potrebbero essere approvate tra bonus 200 euro, decontribuzione e rivalutazione anticipata
Il Decreto aiuti bis si avvia ad essere approvato con una serie di misure ancora a sostegno di lavoratori, imprese, famiglie e pensionati, necessarie in un momento economico decisamente difficile. Tra i principali provvedimenti del decreto la definizione delle modalità di aumento di stipendi e pensioni. Vediamo di quanto aumentano stipendi e pensioni e le differenze forti.
Poi le ipotesi per aumentare stipendi e pensioni sono cambiate e oggi, alle soglie dell’approvazione ufficiale del Dl aiuti bis, si pensa ad aumentare gli stipendi con la decontribuzione, per garantire importi netti maggiori, e aumentare le pensioni con anticipo della rivalutazione automatica già da subito invece di aspettare gennaio 2023.
Tuttavia, come emerso da alcune simulazioni di calcolo, con questi due diversi sistemi si garantirebbero aumenti di stipendi e pensioni decisamente differenti.
Cambiano, dunque, gli aumenti di stipendi e pensioni in base alle diverse novità che potrebbero essere approvate, tra decontribuzione e rivalutazione anticipata. Innanzitutto, in entrambe i casi gli aumenti sarebbero inferiori ai 200 euro che sarebbero stati garantiti a tutti, in egual maniera, tra lavoratori e pensionati, e poi differenti per effetto di decontribuzione, che garantirebbe aumenti differenti in base alla diversa fascia di reddito di appartenenza fino a 50 euro al massimo al mese, ma generalmente compresi tra 12 e 30 euro, con una decontribuzione che all’attuale 0,8% dovrebbe aggiungere un 1% per arrivare all’1,8%, e anticipo della rivalutazione delle pensioni.
Stando alle prime simulazioni effettuate, per le pensioni potrebbero esserci aumenti tre volte più alte di quelli per i lavoratori, sempre di qualche decina di euro al mese, col taglio del cuneo all'1,8% e anche più dei lavoratori i cui contratti vengono rinnovati all'indice Ipca di inflazione al 4,7%.
Dunque, sembra che i pensionati godrebbero di aumenti decisamente maggiori rispetto a quelli che verrebbero riconosciuti ai lavoratori, senza considerare poi che per alcune persone, inoltre, gli aumenti sarebbero talmente irrisori da non considerare effettivamente concreti cambiamenti degli importi percepiti e per altre categorie di persone e fasce di reddito non ci sarebbe, invece, alcun aumento.