Ci sono imprese che detengono nella loro situazione fiscale crediti per centinaia di migliaia di euro, senza alcuna certezza riguardo alla fattibilità.
Non c'è dubbio che il settore delle costruzioni ha ricevuto una grande spinta grazie al bonus 110% casa, oggi ridotto al 90%. A oggi, però, la questione più rilevante riguarda la cessione dei crediti edilizi. Il problema è così delicato che il rischio che "salti il banco" viene prospettato dagli stessi analisti. Facciamo il punto su cosa sta succedendo:
Questa modalità di incentivo non ha sollevato preoccupazioni di natura contabile pubblica in quanto lo Stato, in base alle indicazioni fornite dall'Unione europea, ha sempre considerato questi crediti come non pagabili. Ricordiamo che i crediti sono classificati come pagabili quando sono superiori rispetto a un debito minore e sono corrisposti dallo Stato a titolo di rimborso. Sono non pagabili quando il credito superiore rispetto a un debito minore viene perso dal contribuente.
Tutto lineare? Non proprio perché da un lato ci sono imprese che detengono nella loro situazione fiscale crediti per centinaia di migliaia di euro, senza alcuna certezza riguardo alla fattibilità e alle condizioni della loro cessione. Dall'altra ci sono individui e contribuenti che hanno fatto affidamento sull'investimento di risparmi o che si sono indebitati, sperando di recuperare le somme spese, ma che ora si trovano in una situazione in cui nessuna banca e neppure Poste italiane sono disposti a acquistare quei crediti.
In questo contesto, le banche e altri intermediari che hanno accettato il credito, mettono pressione ai contribuenti, richiedono la completa documentazione per evitare eventuali responsabilità legali in caso di irregolarità del credito ceduto, come il dolo o la colpa grave, che potrebbero essere rilevate dall'amministrazione fiscale o dalla Guardia di finanza.
Succede poi che questi sono i giorni della comunicazione dell'opzione relativa agli interventi di recupero del patrimonio edilizio ed efficienza energetica all'Agenzia delle entrate. Questo passaggio è obbligatorio per i contribuenti che hanno effettuato interventi di ristrutturazione edilizia, recupero o restauro della facciata degli edifici, riqualificazione energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti solari fotovoltaici e infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici, compresi quelli che danno diritto alla detrazione del 110%.
La comunicazione può essere inviata solo per i lavori effettivamente pagati e realizzati e deve essere effettuata entro la scadenza del 16 marzo per poter utilizzare la prima rata della detrazione in dichiarazione dei redditi. Il punto è che i cambiamenti normativi e il conseguente blocco delle cessioni del credito, uniti ai problemi di approvvigionamento dei materiali da costruzione, potrebbero creare difficoltà e suggeriscono l'opportunità di concedere una proroga rispetto alla scadenza.
La soluzione? L'acquisizione dei crediti del bonus 110% casa potrebbe essere facilitata dall'apporto delle Regioni e degli Enti locali. Ad esempio, Sardegna, Piemonte, Basilicata e Provincia di Treviso hanno già intrapreso specifiche iniziative.
Potrebbe essere una soluzione per prevenire il fallimento di professionisti e imprese che, nonostante abbiano applicato lo sconto in fattura e acquisito il relativo credito fiscale, si trovano impossibilitati a liquidarlo a causa della congestione del sistema. Secondo l'Associazione nazionale costruttori edili, ogni miliardo di crediti bloccati blocca 6.000 interventi e causa il fallimento di almeno 1.700 imprese.
Segnaliamo quindi che ci sono ritardi nella connessione dei contatori per la misurazione dell'energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici e nella cessione di tale energia al Gestore servizi energetici.
I soggetti incaricati dalle banche e dagli intermediari non stanno approvando i processi di controllo documentale per la cessione del credito fiscale, richiedendo come requisito principale per l'accesso al bonus fiscale il contratto di cessione dell'energia al Gse, che potrebbe essere ostacolato da problematiche tecniche o burocratiche.