Bonus 200 euro esteso a Settembre-Ottobre, ma trascurato ancora elemento fondamentale

di Marianna Quatraro pubblicato il
Bonus 200 euro esteso a Settembre-Ottobr

Confermata l'estensione del bonus di 200 euro a settembre ottobre ma ancora poco considerato un importante fattore: qual è e cosa prevede

Il bonus di 200 euro esteso a settembre e ottobre è stato confermato ma non si considera il vero aspetto importante: mentre, infatti, ci sono diversi beneficiari della misura che ancora attendono di ricevere il pagamento, c’è chi non lo avrà proprio e c’è chi, pur volendolo ancora, sottovaluta altri aspetti. Vediamo quali. 

  • Esteso bonus 200 euro a Settembre-Ottobre
  • Qual è il vero aspetto più importante poco considerato sul bonus 200 euro?

Bonus 200 euro esteso a Settembre-Ottobre e già pagato.

Mentre ci sono categorie di persone che, come ben noto ormai, hanno già ricevuto il bonus di 200 euro, altre ancora ne attendono il pagamento con ultime notizie che parlano di reali pagamenti del bonus che potrebbero slittare fino a dicembre e forse anche gennaio.

Ma andiamo con ordine: lavoratori dipendenti (pubblici e privati), pensionati e titolari di reddito di cittadinanza con redditi annui entro i 35mila euro hanno già ricevuto il bonus di 200 euro una tantum a luglio, mentre è stato confermato dalla conversione in legge del Decreto Aiuti bis il pagamento del bonus a categorie di persone inizialmente escluse dalla misura, come: 

  • collaboratori sportivi; 
  • precari della scuola; 
  • lavoratori che non hanno usufruito dello sgravio contributivo entro i primi sei mesi dell’anno perché coperti da contribuzione figurativa;
  • dottorandi e borsisti.
Queste categorie di persone, come precisato dall’Inps, riceveranno il pagamento in maniera automatica il prossimo mese di ottobre. 

Scade, invece, il 30 settembre il termine di presentazione della domanda per avere il bonus di 200 euro per i lavoratori domestici e hanno un mese in più di tempo, cioè possibilità di presentare domanda entro 31 ottobre per il bonus, ulteriori categorie di persone che ne hanno diritto ma ancora in attesa del pagamento come:

  • collaboratori co.co.co.;
  • lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle gestioni previdenziali Inps;
  • lavoratori stagionali;
  • lavoratori iscritti al Fondo Pensione Lavoratori dello Spettacolo;
  • lavoratori autonomi privi di partita Iva, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;
  • professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza;
  • incaricati alle vendite a domicilio con Partita Iva.
Se per il pagamento effettivo dei 200 euro a queste ultime categorie di persone, si deve attendere il termine di chiusura di presentazione delle domande, vale a dire il 31 ottobre, il pagamento potrà essere effettivamente effettuato solo a novembre, ad ottobre previsto invece per il pagamento del bonus per lavoratori domestici, colf, badanti, ecc, mentre tutto è ancora incerto per lavoratori autonomi e professionisti Inps, per cui si attendono da Inps e Case private professionali termini e modalità di presentazione ufficiali della domanda per avere il bonus di 200 euro.

Qual è il vero aspetto più importante poco considerato sul bonus 200 euro?

Il vero aspetto importante poco considerato sul bonus di 200 euro è che, nonostante tutti coloro che non lo hanno ancora ricevuto si chiedano quando finalmente lo avranno e chi lo ha invece già avuto continua a chiedersi se potrà riaverlo, si tratta di una misura una tantum e basta. Ciò significa che chi ha già avuto i 200 euro non li riprenderà, chi deve ancora ricevere il pagamento, riceverà i 200 euro una sola volta e basta. 

Nonostante l’importo sia stato decisamente alto, tanto che prima dell’approvazione del Decreto Aiuti bis ne era stata chiesta una proroga fino a fine anno, poi sostituita da decontribuzione al 2% per aumento degli stipendi e rivalutazione anticipata al 2% per aumento delle pensioni, il fatto che questa misura sia una tantum lo rende meno ‘importante’ rispetto a interventi che potrebbero essere fatti per definire un aumento strutturale sia di stipendi che di pensioni.

Se, infatti, oggi decontribuzione al 2% per gli stipendi e rivalutazione pensionistica anticipata al 2% prevedono aumenti relativamente bassi per stipendi e pensioni solo di qualche decina di euro, il prossimo anno la situazione potrebbe cambiare con aumenti effettivi più alti e capaci di portare nelle tasche degli italiani decisamente più di 200 euro all’anno.

Se, infatti, decontribuzione degli stipendi e rivalutazione delle pensioni il prossimo anno fossero davvero fatte su percentuali di adeguamento all’andamento dell’inflazione, vale die sull’8-10%, gli aumenti per stipendi e pensioni sarebbero decisamente alti e per sempre, non un tantum, e per tutti. 

Per esempio, se oggi chi prende uno stipendio o una pensione di 1.300 euro prenderà fino a fine anno aumenti di circa 26 euro al mese, con percentuali all’8-10% potrebbe prendere aumenti mensili di 104-130 euro al mese, ben più dunque di 200 euro una tantum.

Con una rivalutazione pensionistica che porta aumenti di circa 100 euro sull’assegno mensile, si arriverebbe, infatti, ad un aumento annuo di 1.200 euro. Si tratterebbe di aumenti che, contrariamente al bonus di 200 euro, varrebbero per tutti i lavoratori e pensionati, non solo per chi ha redditi annui complessivi entro i 35mila euro, seppur modulati non per tutti in maniera piena ma secondo le diverse percentuali previste dalla legge in base alle diverse fasce di reddito di appartenenza. 

Di contro, però, precisiamo che se effettivamente alcune tasse aumenteranno, come annunciato, si pensi all’Irpef locale, allora probabilmente gli stessi ulteriori e più alti aumenti sia di stipendi che di pensioni varrebbero meno.