Bonus prima casa, i diritti dei conviventi e coppie di fatto sono diversi da coppie sposate

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Bonus prima casa, i diritti dei conviven

Conviventi e coppie sposate, bonus prima casa

Nel caso di specie su cui la Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi, ciascuno dei componenti dalla coppia è proprietario del 50% dell'abitazione.

Potremmo sintetizzare la questione con la conclusione a cui è arrivata la Corte di Cassazione: Il fisco non agevola le coppie di fatto ma favorisce piuttosto le coppie sposate. I giudici della Suprema Corte sono stati chiamati a pronunciarsi in relazione al bonus prima casa.

In buona sostanza, se i conviventi si lasciano e lei vende la sua quota a lui senza ricomprare entro l'anno, l'agevolazione viene meno. Succede perché le attuali disposizioni normativi non aiutano sul piano fiscale. E non serve guardare al di là dei confini nazionali in quanto l'Unione europea non impone di garantire ai partner more uxorio diritti sull'abitazione pari a chi è sposato. Entriamo più nello specifico della questione per vedere da vicino:

  • Conviventi e coppie sposate: il bonus prima casa non è lo stesso

  • L'importanza del bonus prima casa per le coppie

Conviventi e coppie sposate: il bonus prima casa non è lo stesso

La sezione tributaria della Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi su una questione familiare e fiscale singolare, dalla quale sono emerse le differenze di trattamento tra le varie coppie. Se quella convivente si lascia poco dopo aver comprato la casa e aver accesso un mutuo e lei cede la sua metà dell'immobile a lui, che si fa carico delle rate del finanziamento, ma non compra una nuova abitazione entro l'anno dalla vendita, scatta l'avviso di liquidazione.

Succede che l'Agenzia delle entrate recupera le maggiori imposte di registro, ipotecaria e catastale, applicando sanzioni e interessi, e ridetermina l'imposta sostitutiva sul mutuo. La legge attuale non regolamenta gli aspetti fiscali delle coppie di fatto con la Corte europea dei diritti dell'uomo impone di riconoscere pari diritti in tema di abitazione dopo la rottura del rapporto senza differenze fra coppie sposate e non.

Nel caso di specie su cui la Corte di Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi, ciascuno dei componenti dalla coppia è proprietario del 50% dell'abitazione, ma risulta pure titolare di metà debito residuo derivante dal mutuo stipulato con la banca, cui è stata applicata l'aliquota agevolata dello 0,25% dell'imposta di registro sostitutiva. Come fanno notare i giudici, per le coppie sposate sono esentasse tutti gli atti collegati alla fine del matrimonio.

L'agevolazione in base alle “Nuove norme sulla disciplina dei casi di scioglimento di matrimonio” spetta per gli atti esecutivi degli accordi intervenuti tra i coniugi dopo la separazione personale o allo scioglimento del matrimonio. A incidere è il carattere di negoziazione globale attribuito dal legislatore alla liquidazione del rapporto coniugale attraverso contratti tipici che sono funzionali a una definizione non contenziosa.

L'importanza del bonus prima casa per le coppie

Il bonus prima casa per le coppie permette di accedere a incentivi e agevolazioni fiscali per l'acquisto di un immobile da adibire ad abitazione principale. Si tratta della riduzione di Iva, imposta di registro, imposta ipotecaria e catastale.

Queste agevolazioni si applicano se il fabbricato che si acquista appartiene a determinate categorie catastale; si trova nel Comune in cui l'acquirente ha la residenza o lavora; se l'acquirente ha determinati requisiti.

In termini pratici si traduce in uno sconto sull'Iva dal 10% al 4% per gli acquisti effettuati dall'impresa costruttrice, nell'imposta di registro al 2% per gli acquisti da privati, nella detrazione Irpef del 19% sui compensi corrisposti all'agenzia intermediaria per un importo non superiore ai 1.000 euro, nel credito d’imposta per chi vende una casa e effettua un nuovo acquisto.