Calcoli ed esempi di quanto è realmente aumentato stipendio e per chi oltre a Dl Aiuti Bis

di Marianna Quatraro pubblicato il
Calcoli ed esempi di quanto è realmente

Aumenti di qualche centinaia di euro per stipendi degli italiani: quali sono le misure messe in campo da governo Draghi

Di quanto è realmente aumentato lo stipendio medio con interventi Draghi nel 2022 oltre a Dl Aiuti Bis? Tra riforma delle tasse che ha rivisto le aliquote Irpef da applicare agli stipendi in base ai diversi scaglioni di reddito, revisione delle detrazioni per redditi da lavoro, nuove misure di decontribuzione al 2% e detassazione welfare, senza dimenticare aumenti contrattuali previsti per rinnovi di Ccnl, già avvenuti o da concludere, gli stipendi dei lavoratori italiani hanno subito e subiranno ancora cambiamenti, soprattutto in direzione di aumenti. Vediamo di quanto.

  • Quanto è realmente aumentato stipendio medio con Governo Draghi 
  • Bonus 200 euro una tantum per aumenti netti 
  • Misure governo Draghi Decreto Aiuti bis per aumento stipendi

Quanto è realmente aumentato stipendio medio con Governo Draghi 

Per rispondere alla domanda di quanto è realmente aumentato lo stipendio medi dei lavoratori italiani con interventi del governo Draghi oltre alle ultime misure approvate con il Decreto Aiuti bis, possiamo rispondere di importi compresi tra qualche decina e qualche centinaia di euro all’anno, considerando andamento di inflazione e tasse da pagare a fronte degli stessi aumenti calcolati.

I primi interventi del governo Draghi che hanno portato aumenti per gli stipendi dei lavoratori sono stati revisione delle aliquote Irpef sui redditi, ridotte da cinque a quattro, e revisione delle detrazioni sui redditi da lavoro. 

Con particolare riferimento alla revisione delle aliquote Irpef sui redditi, queste ultime sono, infatti, passate da cinque a quattro. In particolare, le cinque aliquote Irpef in base ai diversi scaglioni di reddito erano le seguenti:

  • del 23% per redditi inferiori a 15 mila euro;
  • del 27% per redditi compresi tra 15mila e 28mila euro;
  • del 38% per redditi compresi tra 28mila e 55mila euro;
  • del 41% per redditi compresi tra 55mila e 75mila euro;
  • del 43% per redditi superiori ai 75mila euro.
Le nuove aliquote Irpef in base agli scaglioni di reddito sono le seguenti:
  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Si è, dunque, ridotta l’aliquota Irpef del secondo e del terzo scaglione, prevedendo meno tasse da pagare per i lavoratori dipendenti e conseguenti aumenti in busta paga. Riviste, aumentate, anche le detrazioni per redditi da lavoro, contribuendo anch’esse ad aumentare gli importi degli stipendi, importi che chiaramente variano in base al reddito percepito, attestandosi su qualche centinaia di euro all’anno e soprattutto per chi percepisce redditi medi e alti.

Gli stipendi sono, dunque, effettivamente aumentati ma c’è da considerare che, contemporaneamente, abbiamo assistito, e stiamo assistendo, ad un andamento sempre in crescendo dell’inflazione all’’8% destinata a salire ancora fino al 10% secondo le stime e che limita e ha limitato e di molto vantaggi delle misure volte ad aumentare gli stipendi, intaccando comunque il potere di acquisto dei lavoratori.

Bonus 200 euro una tantum per aumenti netti 

Dopo la riforma delle tasse, visto l’andamento economico-politico di Italia e dell’Europa e le prime conseguenze del conflitto ucraino all’indomani della fine della pandemia, il governo Draghi ha istituito il bonus di 200 euro una tantum da erogare solo per il mese di luglio alle categorie di persone stabilite dalla legge, alcune delle quali attendono ancora il pagamento del beneficio, e che ha portato ulteriori aumenti di 200 euro in busta paga per tutti, netti ed esentasse, anche se per una sola mensilità.

Misure governo Draghi Decreto Aiuti bis per aumento stipendi

Poi è arrivato il Decreto Aiuti bis, ultimo provvedimento del governo Draghi che per aumentare gli stipendi ha previsto un sistema di decontribuzione aumentata al 2% per aumentare gli importi netti in busta paga riducendo le tasse da parte.

Grazie alla decontribuzione al 2%, si stimano aumenti degli stipendi fino a dicembre compresi tra i 30 euro circa e i circa 150 euro complessivi, a cui aggiungere gli arretrati, per chi percepisce stipendi mensili più alti. Per chi percepisce stipendi dai 2.700 euro in su, non ci sarà alcun aumento per effetto della decontribuzione al 2% da ottobre a dicembre perché si tratta di una misura che si applica vale solo ai lavoratori con redditi annui entro i 35mila euro.

Per fare qualche esempio di calcolo di quanto aumentano gli stipendi dal prossimo mese di ottobre, se prendiamo il caso di un lavoratore che prende uno stipendio di 1.200 euro, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre avrà 1.224 euro circa. Chi prende, invece, uno stipendio di 1.800 euro al mese, prenderà 1.836 euro, mentre chi prende 2mila euro al mese, avrà un aumento fino a 2.040 euro, che salgono ancora a 2.652 euro per chi prende stipendi più alti di 2.600 euro.

A tali somme devono essere poi aggiunti gli arretrati della decontribuzione calcolata da luglio a settembre per ulteriori aumenti degli stipendi da ottobre.