Multe auto, chi deve provare la notifica
Stando ai giudici della Corte di Cassazione, spetta all'amministrazione dimostrare la notifica della cartella esattoriale contenente l'importo da pagare.
La battaglia per la legittimità delle multe auto si combatte in punto di diritto perché basta un piccolo errore formale a portare all'annullamento. E come da prassi, a stabilire cosa sia giusto e sbagliato sono i giudici oltre al legislatore. La dimostrazione arriva con le tante sentenze sfornate a ritmo continuo ovvero a suggello del procedimento avviato dall'automobilista che contesta la sanzione.
Ebbene, la nuova sentenza 2019 della Corte di Cassazione assume un grande significato perché stabilisce una volta per tutte a chi spetta provare la notifica in caso di sanzione. E le conseguenze di questa decisione sono facilmente intuibili perché finiscono con il mettere in discussione un impianto normativo che sembrava solido.
Stando ai giudici della Corte di Cassazione, spetta all'amministrazione dimostrare la notifica della cartella esattoriale contenente l'importo da pagare con interessi e oneri aggiuntivi, in caso di sanzione. Secondo i togati della Sezione II Civile della Suprema Corte, se non riesce a provarlo, la multa auto va annullata. La vicenda ha preso le mosse dal ricorso di una automobilista contro una cartella emessa da Equitalia Sud.
Roma Capitale non si è costituita in giudizio e di conseguenza non aveva mostrato alcuna prova della notifica avvenuta. Ma per i giudici si è trattato di errore fatale che ha portato all'accoglimento delle ragioni della ricorrente.
Entro 60 giorni si deve fare ricorso al prefetto del luogo in cui è stata accertata l'infrazione. Dopodiché, se entro 210 giorni (180 se presentate il ricorso ai vigili) il prefetto non emette ordinanza non si deve più pagare la multa. Al contrario, se il prefetto si pronuncia può accogliere il ricorso e non si deve pagare la multa oppure può respingere il ricorso, ma la multa è pari almeno al doppio. Tuttavia entro 30 giorni si può fare ricorso al giudice di pace.
Entro 30 giorni si deve fare ricorso contro la multa auto al giudice di pace del luogo in cui è stata accertata l'infrazione è possibile fare ricorso al giudice di pace. L'udienza può concludere con l'accoglimento del ricorso e quindi con il mancato pagamento della multa. Ma se le ragioni del ricorrente non sono condivise, il ricorso viene rigettato e l'importo della multa può essere confermato o aumentato. A quel punto si può fare ricorso in Tribunale.
In sintesi, la procedura di ricorso contro una multa auto, i cui costi sono aumentati, per via prefettizia è più veloce e meno costosa poiché il solo impegno di spesa è quella relativo alla spedizione della raccomandata per inviare il ricorso tramite raccomandata, ma comporta un maggior rischio di respingimento. Il giudice di pace, oltre ai 43 euro in bolli del ricorso, richiede più adempimenti formali e dispendio di tempo. Il tutto senza dimenticare le eventuali spese aggiuntive di viaggio per presenziare all'udienza se l'ufficio del giudice di pace competente non è nella propria città.