Catasto affitti tasse locali cambiamenti riforma fiscale
Da modifiche per il catasto a conferme per la cedolare secca per gli affitti e aumenti delle tasse locale: cosa cambia con nuova riforma fiscale ufficiale 2023
Come cambiano ufficialmente catasto, affitti, tasse locali con riforma fiscale 2023? Cambia ancora il Fisco italiano e con la nuova riforma fiscale 2023 si attendono novità (riviste) soprattutto relativamente a catasto, cedolare secca per gli affitti e Irpef locale. Vediamo allora nel dettaglio quali sono i cambiamenti ufficiali della nuova riforma fiscale.
I cambiamenti del Fisco partono dalla tanto discussa riforma del catasto, a partire dal 2026 facendo venire meno l’attribuzione esplicita di un valore patrimoniale all’immobile. Resta l’indicazione di una rendita ulteriore che sarà periodicamente aggiornata e affiancherà la rendita classica.
Ciò significa che si procederà su un doppio binario per gli immobili, con la rendita catastale per il calcolo delle tasse da pagare sugli immobili stessi, e la rendita ‘ulteriore’ che, assicurano dal governo, non inciderà sulla base imponibile e sarà calcolata considerando diversi fattori come:
La nuova riforma fiscale 2023 prevede, in particolare, per il catasto le seguenti novità:
Novità previste anche per quanto riguarda gli Omi, prezzi di mercato divisi per zone, dato di consultazione nell’accesso alla banca dati catastale.
Passando al capitolo affitti, stando a quanto riportano le ultime notizie, non ci sarà alcuna novità per la cedolare secca sugli affitti. Nonostante gli annunci e le precedenti proposte di inasprimento delle aliquote per l'applicazione della cedolare secca per gli affitti, nulla dovrebbe cambiare e saranno confermate le attuali aliquote del 21% e del 10% per gli affitti canone concordato.
Per quanto riguarda tasse e Irpef locale, per risanare i deficit dei Comuni italiani in difficoltà, è stato stabilito che sarà permesso ai Comuni italiani capoluoghi di provincia con un deficit procapite superiore a 500 euro aumentare l’Irpef locale, mentre per i Comuni con un debito procapite superiore a 1.000 euro ci sarà anche la possibilità di sostituire l’aumento o aggiungervi una ulteriore tassa del valore di due euro da applicare a chi si imbarca in porti o aeroporti.