Cedolare secca su affitti 2023: come funziona, quanto si paga

di Luigi Mannini pubblicato il
Cedolare secca su affitti 2023: come fun

Come funziola la cedolare secca e quanto si paga? Cerchiamo di capire cosa succede nel 2023

Cedolare secca su affitti 2023: come funziona, quanto si paga

La cedolare secca sugli affitti per il 2023 dopo l'approvazione della Legge di Bilancio 2023 e la Manovra Finanziaria è ufficiale, confermata anche per l’anno in corso e le aliquote per il calcolo restano due.

La prima aliquota al 21% che rappresenta l’imposta sostitutiva Irpef sui canoni di affitto a canone libero. E che scende al 10% (seocnda aliquota) nel caso di contratti a canone concordato e nel rispetto di specifici requisiti che verranno richiesti al momento della stipula. La cedolare secca su un affitto è un regime di tassazione che consente di assoggettare l’importo del canone corrisposto dall’affittuario non con le più alte aliquote Irpef ordinarie (dal 23% al 43%) ma con un’imposta sostitutiva. Chi sceglie questo regime di tassazione per affittare una casa, ricordiamo c'è anche la tassazione ordinaria Irpef, non deve pagare le addizionali, l’imposta di bollo e di registro in sede di registrazione del contratto.

Cedolare secca 2019 come funziona

Per quanto riguarda la cedolare secca, un regime del quale possono usufruire persone fisiche che abbiano nel proprio possesso proprietà o un diritto reale di godimento di un immobile dato in affitto, è bene fare chiarezza anche su come funziona alla luce delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2023. Una delle principali curiosità è quando bisogna applicare l’aliquota al dieci e quando invece quella al ventuno per cento. La scelta è di competenza del proprietario dell’immobile che può decidere se avvalersi di una o l’altra aliquota sapendo che esiste una serie di regole da rispettare. E che riguardano essenzialmente al tipologia di contratto che si deve stipulare. L’aliquota al 10 per cento è riservata ai canoni di affitti concordati. Quella al 21  per cento invece a quelli affidati alla contrattazione libera.

La cedolare secca vale anche per i redditi che sono derivanti da locazioni di immobili commerciali. Sulla convenienza la cedolare secca con l’aliquota al dieci per cento batte senza ombra di dubbio l’altra, ma ha un campo di applicazione ben definito come abbiamo appena avuto modo di vedere. I canoni concordati sono quelli sui quali le rivalutazioni dell’Istat non incidono e per questo mantengono un importo fisso per l’intera durata del contratto. Non si può dire lo stesso dell’aliquota al ventuno per cento perché il reddito fondiario in questo caso è parte integrante di quello complessivo ai fini del calcolo dei requisiti reddituali e fiscali previsti per ottenere agevolazioni e detrazioni.

Quanto si paga con le aliquote della cedolare secca 2023

Per scegliere al meglio il regime di tassazione è bene che chi ha intenzione di affittare un locale di proprietà sappia quanto si paga il contratto con le due aliquote che sono state confermate per la cedolare secca anche nel 2023. Coloro che decideranno di aderire alla tassazione agevolata della cedolare secca 2023 non dovranno versare alcuna cifra nel momento in cui il contratto viene registrato né per l’imposta di registro, né per quella di bollo. L’acconto della cedolare secca può essere pagato in diverse soluzioni. Se si sceglie la soluzione unica l’importo dovrà essere versato entro il 30 novembre se è inferiore ai 257,52 euro. Se è superiore a questa cifra si può pagare anche in due rate.  Una pari al 40% (del 95%) entro il 16 giugno. L’altra, del restante 60%, entro il 30 novembre. Il saldo si versa entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento.