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Quali sono tutti i motivi per cui a gennaio alcuni lavoratori dipendenti avranno stipendi più alti: misure previste e ritardi di aumenti per nuovo taglio cuneo fiscale
Chi avrà uno stipendio a Gennaio di 350-600 euro più alto del previsto? Aumentano gli stipendi dei lavoratori dipendenti italiani a partire dal prossimo anno e non solo per effetto del nuovo taglio del cuneo fiscale, che sarà differente in base ai redditi percepiti. Secondo le ultime notizie, sono anche altri i motivi per cui gli stipendi si preparano ad aumentare da gennaio. Vediamo di seguito quali sono.
Uno dei primi motivi per cui a gennaio 2023 aumentano gli stipendi è un nuovo bonus di 350 euro che spetta però solo a lavoratori dipendenti del settore terziario e della grande distribuzione come sostegno economico nell’attesa del rinnovo ufficiale del contratto collettivo nazionale scaduto il 31 dicembre 2019.
Il nuovo bonus di 350 euro è da intendersi al lordo, è una tantum per cui sarà erogato una sola volta nel 2023 e non ogni mese e non sarà pagato non in un’unica soluzione ma in due tranche: stando a quanto annunciato, infatti, a gennaio 2023 saranno pagati 200 euro e in busta paga di marzo i restanti 150 euro.
Dal prossimo mese di aprile 2023, scatterà inoltre l’aumento strutturale di 30 euro al mese in busta paga ma solo per i lavoratori dipendenti inquadrati nel quarto livello, mentre ulteriori aumenti parametrati in base ai livelli di inquadramento saranno riconosciuti anche agli altri lavoratori dipendenti del settore.
Per i dipendenti del settore terziario e grande distribuzione, il nuovo aumento una tantum di 350 euro si aggiunge ai nuovi aumenti che saranno garantiti in busta paga dal nuovo taglio del cuneo fiscale 2023 che, come emerso da alcune simulazioni, sarà di qualche decina di euro al mese.
Altri motivi per cui a gennaio gli stipendi potrebbero essere più alti tra 350 e 600 euro sono i pagamenti relativi alle indennità di malattia a Natale e Capodanno e ai permessi non fruiti. Partendo dalla malattia durante le feste, è previsto un aumento del pagamento della dovuta indennità di malattia per i lavoratori interessati, anche se si tratta di eventuali aumenti che non sono obbligatori e validi per tutti i lavoratori ma dipende da Ccnl applicato.
Ci sono, infatti, alcuni contratti nazionali di lavoro Ccnl che prevedono che l’indennità di malattia durante le feste debba essere più alta, con una maggiore integrazione da parte del datore di lavoro. Con il riconoscimento di una maggiore indennità di malattia durante le feste, si possono avere anche fino a 400 euro in più.
Passando invece al pagamento dei permessi non fruiti, stando a quanto previsto dalle norme in vigore, a gennaio potrebbero essere pagati i permessi maturati e non fruiti entro il 31 dicembre 2022. Si tratta anche in tal caso di una misura che non vale, però, per tutti i settori ma dipende dal singolo contratto di assunzione.
Per capire se si riceverà il pagamento dei permessi non fruiti a gennaio, bisogna, dunque, consultare il proprio contratto di assunzione. Per esempio, se è prevista tale misure dal commercio terziario, tra bonus di 350 euro e permessi non fruiti in tutto l’anno si potrebbe arrivare ad avere un aumento di stipendio fino a quasi 600 euro.
Il principale motivo ben noto per cui gli stipendi aumentano tra 350 euro circa e anche oltre 600 euro è il nuovo taglio del cuneo fiscale deciso dal governo Meloni, per ridurre le tasse e aumentare gli importi netti in busta paga.
Il nuovo taglio del cuneo fiscale sarà differente in base ai redditi percepiti, più alto per redditi più bassi e inferiore per redditi più alti ma solo fino a 35mila euro. In particolare, il nuovo taglio del cuneo fiscale sarà del 3% per redditi fino a 25mila euro e del 2% per redditi tra 25mila e 35mila euro. Nessun nuovo taglio del cuneo fiscale per ulteriori aumenti in busta paga sarà previsto per chi percepisce redditi annui superiori ai 35mila euro.
Tuttavia, precisiamo che gli aumenti degli stipendi per effetto del nuovo taglio del cuneo fiscale non saranno pagati effettivamente da gennaio, ma slitteranno a febbraio o anche marzo 2023.