Chi si prepara a ricevere aumenti dell’assegno unico per figli a giugno e chi invece rischia di dover rimborsare somme già ricevute: chiarimenti
Chi ci perde e chi ci guadagna con assegno unico figli nel ricalcolo di Giugno tra aumenti, conguagli e rimborsi? A giugno cambiano ancora gli importi dell’assegno unico per figli da riconoscere alle famiglie con figli.
L’assegno unico per figli 2023 è un contributo economico mensile viene riconosciuto a chi ha figli, dal settimo mese di gravidanza e fino al 21esimo anno di età e il relativo importo da riconoscere alle famiglie con figli dipende dal valore Isee di ogni nucleo familiare. Quest’anno rispetto all’anno scorso gli importi sono cambiati, aumentando, e a giugno c’è chi riceverà ulteriori aumenti dell’assegno unico ma anche chi rischia di dover rimborsare somme già ricevute.
La rivalutazione è stata applicata a tutti i beneficiari dell’assegno unico, sia sugli importi minimi dell’assegno unico per ogni figlio, per cui l’importo minimo è passato da 50 euro a 54,1 euro, e fino all’importo massimo, che passa da 175 euro a 189,2 euro.
Ulteriori aumenti dell’assegno unico sono previsti da giugno per chi ha rinnovato l’Isee dopo la data del 28 febbraio 2023. Chi ha rinnovato, infatti, l’Isee entro gennaio 2023, come ogni anno previsto per legge, ha infatti già ricevuto da febbraio o marzo scorso i dovuti aumenti dell’assegno unico per figli dovuti alla rivalutazione, mentre chi non ha rinnovato l’Isee entro il 28 febbraio scorso o non lo ha proprio fatto e lo ha rinnovato successivamente, riceverà gli aumenti dovuti dell'assegno unico per figli da giugno, insieme ai relativi arretrati.
Precisiamo che chi presenta l’Isee dopo il 30 giugno, riceverà l’aumento dell’importo dell’assegno unico dallo stesso mese in cui è stato presentato l’Isee. Insieme agli aumenti dell’assegno unico per figli per la rivalutazione annuale, il governo con la Manovra Finanziaria 2023 ha introdotto anche ulteriori aumenti e compensazioni per le maggiorazioni, come quelle dovute per bambini di età inferiore a un anno, per nuclei con 3 figli e un Isee inferiore ai 40mila euro e per famiglie con 4 figli. In questi casi, l’aumento è del 50%.
In particolare, l’importo erogato dell'assegno unico per i figli nel 2023 aumenta del 50% per tutto il primo anno di vita dei figli e per i figli fino a 3 anni di età e in presenza di Isee fino a 40mila euro per i nuclei con tre o più figli da 1 a 3 anni compiuti.
Se, da una parte, che chi riceverà aumenti dell’importo di assegno unico per figli a giugno, ci sono, dall’altra, genitori che si preparano a rimborsare a giugno determinati importi di assegno unico per figli già ricevuti.
L’Inps sta, infatti, provvedendo a recuperare sette mensilità, pagate da marzo a settembre, con una maggiorazione di 30 euro pagate in maniera errata per un importo complessivo da rimborsare che potrebbe arrivare fino a 210 euro per figlio.
Molti rischiano di dover restituire l’assegno unico per figli già ricevuto, perché quando la misura ha debuttato lo scorso anno, molte famiglie monogenitoriali hanno fatto richiesta della maggiorazione dovuta per entrambe i genitori lavoratori, pur se soli, e la maggiorazione è stata effettivamente pagata, come da richiesta, anche ai genitori soli che al momento della domanda hanno dichiarato di lavorare entrambe e di averne diritto.
L’Inps ha, quindi, erogato la maggiorazione richiesta al momento della presentazione della domanda di assegno unico, ma sono poi partiti i controlli e mentre ad alcuni il pagamento della maggiorazione è stata già bloccata ad ottobre 2022, ad altri sarà richiesto di rimborsare le somme in più percepite e non dovute.
Secondo le leggi in vigore, possono avere la maggiorazione per entrambe i genitori che lavorano, da aggiungere all’importo di assegno unico, solo i nuclei familiari in cui sono presenti entrambi i genitori che lavorano. La maggiorazione non spetta, dunque, ai nuclei monogenitoriali.