Chi non pagherà più tasse con nuova no tax area o molto meno con nuova Irpef (e non solo) in delega fiscale

di Marianna Quatraro pubblicato il
Chi non pagherà più tasse con nuova no t

Cosa cambia per il pagamento delle tasse con le nuove misure della delega fiscale, cosa prevedono e per chi saranno più vantaggiose

Chi non pagherà più tasse con la nuova no tax area o molto meno con i nuovi scaglioni Irpef e non solo? La nuova delega fiscale rappresenta uno dei passi principali per la revisione del rapporto tra Fisco e contribuenti, con l’obiettivo, come spesso ribadito dal governo Meloni, di renderlo più equo e trasparente. E diverse sono anche le nuove misure previste che agevoleranno i contribuenti nel pagamento delle tasse.

  • Chi non pagherà più tasse con la nuova no tax area 
  • Chi pagherà molte meno tasse con i nuovi scaglioni Irpef e non solo

Chi non pagherà più tasse con la nuova no tax area 

Una delle importanti novità in tema di tasse della nuova delega fiscale riguarda la possibile estensione della no tax area, cioè della soglia di reddito al di sotto della quale non si deve pagare alcuna tassa.

Se oggi la no tax area è diversa per pensionati e lavoratori, per cui per i primi è fissata a 8.500 euro e per i secondi è fissata a 8.174 euro, l’obiettivo del governo Meloni è quello di stabilire una soglia di reddito entro il quale non si pagano le tasse uguale sia per lavoratori che pensionati.

Secondo le ultime notizie, la nuova soglia di no tax area uguale per pensionati e lavoratori potrebbe attestarsi per tutti sugli 8.500 euro annui.

Chi pagherà molte meno tasse con i nuovi scaglioni Irpef e non solo

Insieme a coloro che non pagheranno tasse perché rientranti nella nuova no tax area, ci saranno contribuenti che pagheranno anche molto meno tasse rispetto a quanto al momento dovuto sia per effetto della revisione delle aliquote Irpef di tassazione sui redditi e sia per effetto del cosiddetto nuovo concordato fiscale.

Partendo dalla revisione delle aliquote Irpef, le intenzioni del governo restano quelle di ridurle dalle attuali quattro a tre. Al momento le ipotesi di modifica sono diverse in base ai redditi e, in generale, ad eccezione del primo scaglione di reddito fino a 15mila euro per cui resterebbe confermata l’aliquota al 23%, considerando tutte le possibili alternative di modifiche, potrebbero essere avvantaggiati, paradossalmente, coloro che percepiscono redditi più alti e medio alti.

Entrando più nel dettaglio, le attuali aliquote Irpef in vigore da modificare sono le seguenti: 

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
La prima ipotesi di revisione Irpef in base agli scaglioni di reddito prevederebbe le seguenti aliquote: 
  • del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, chi ha redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro sarebbe avvantaggiato perché l’aliquota di tassazione scenderebbe dal 35% al 27%, mentre sarebbero penalizzati coloro che hanno redditi annui sui 25mila euro, cioè i redditi medio-bassi.

Altra ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:

  • al 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Con questa modifica Irpef, tutte le fasce di reddito sarebbero avvantaggiate, perchè tutti pagherebbero meno tasse, per cui sarebbe uno schema di revisione Irpef decisamente conveniente

Ulteriore ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti nuove aliquote:

  • del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro;
  • del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Con questa modifica dell’Irpef, chi ha redditi più bassi tra i 15mila e i 28mila euro sarebbe paradossalmente penalizzato da un aumento delle tasse, mentre, al contrario, chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro sarebbe avvantaggiato.

Ultime ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:

  • aliquota del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • aliquota del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • aliquota del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, aumenterebbero i redditi tra i 15mila e i circa 30mila euro tra i circa 50-60 euro, fino a 800-1.000 euro per chi ha redditi più alti, per cui ci sarebbero vantaggi per chi prende redditi più bassi ma, ancora una volta, soprattutto per chi prende redditi più alti, che pagherebbe meno tasse. 

A prescindere dalla modifica Irpef, si potranno pagare meno tasse, per alcune categorie di contribuenti, anche con il nuovo concordato fiscale: si tratta di un meccanismo che permetterà di calcolare la base imponibile su cui pagare le tasse in misura fissa per due anni, per cui ogni contribuente potrà sapere quante tasse pagare nei successivi due anni anche se avrà guadagni superiori al previsto. 

Con il nuovo concordato fiscale, anche se i guadagni dovessero, infatti, risultare più alti rispetto a quanto concordato da pagare di tasse per due anni, al contribuente non sarà chiesto alcun conguaglio al termine di due anni di concordato.

Il nuovo concordato preventivo biennale non varrà, però, per tutti i contribuenti ma solo per le seguenti categorie di persone:

  • professionisti con Partita Iva e con un fatturato non particolarmente alto; 
  • titolari di reddito di impresa, piccole e medie imprese, e lavoratori autonomi; 
  • contribuenti che hanno buoni voti in ‘pagella’ fiscale, cioè chi ha un voto alto negli Isa, indicatori sintetici di affidabilità che hanno sostituito i vecchi studi di settore, di almeno 8 su 10.