chi quando come chiedere aumento assegno unico
Quando è possibile richiedere ancora l’aumento dell’importo dell’assegno unico per figli nel 2023: cosa bisogna fare e quando
Chi, quando e per quali motivi può richiedere ancora aumento assegno unico figli nel corso del 2023? Sono scattati da marzo i nuovi aumenti degli importi dell’assegno unico per i figli per effetto della rivalutazione 2023 a cui sono soggette non solo le pensioni e altre prestazioni pensionistiche e assistenziali ma anche l’assegno unico, si tratta di aumenti di qualche euro, fino a qualche decina di euro, che variano in base al valore Isee di ogni nucleo familiare.
C’è chi ha già ricevuto in automatico gli aumenti ricalcolati e chi invece non ha ricevuto alcun nuovo aumento ma può ancora riceverli. Vediamo come fare.
Chi non ha, invece, rinnovato o fatto del tutto in maniera nuova l’Isee entro il mese di febbraio, non ha ricevuto alcun aumento dell’assegno unico se già percepiva il trattamento e ha ricevuto l’importo minimo stabilito dalla legge se non ha proprio fatto l’Isee.
Ciò non significa, però, che queste categorie di persone non potranno ricevere mai i dovuti aumenti. Stando, infatti, a quanto previsto dalle leggi in vigore, se l’Isee viene presentato dopo la domanda di assegno unico, in ritardo, rispetto alla scadenza del 28 febbraio, l’importo di assegno unico spettante si ricalcola dal primo marzo se l’Isee è stato presentato entro il 30 giugno e dal mese in cui è stato presentato l’Isee se fatto dal primo luglio.
Dunque, per ricevere il nuovo aumento dell’importo di assegno unico per figli, se è già stata presentata la domanda per ricevere il beneficio, basta solo aggiornare l’Isee e l’aumento sarà riconosciuto automaticamente nei prossimi mesi.
Chi non ha, invece, mai fatto domanda di assegno unico e non ha mai fatto l’Isee, prima di presentare domanda per avere l’assegno unico è bene che faccia l’Isee, in modo da ricevere subito i corretti importi spettanti.
L’importo dell’assegno unico per i figli è aumentato quest’anno per effetto della rivalutazione e in misura diversa in base alla fascia di reddito Isee di appartenenza. Insieme all’importo di assegno unico sono aumentate anche le relative maggiorazioni previste per legge, per esempio la maggiorazione per genitori entrambe lavoratori (che passa da 30 euro a circa 34), o le maggiorazioni per figli disabili (e variabili anche in base al grado di invalidità).
Ciò significa, per esempio, che chi prima prendeva un assegno unico per figli di 175 euro più maggiorazione di 30 euro per entrambe i genitori occupati per un totale di 205 euro ora prende 221 euro e a marzo ha ricevuto o riceverà il pagamento di 16 euro di arretrata rivalutazione.
La rivalutazione è stata, infatti, applicata a tutti i precettori della misura, sia sugli importi minimi dell’assegno unico per ogni figlio, dall’importo minimo, che passa da 50 euro a 54,1 euro, e fino all’importo massimo, che passa da 175 euro a 189,2 euro e con contestuali aumenti delle maggiorazioni, come detto.
Per esempio, per la fascia Isee più bassa (da 0 a 15mila euro), la maggiorazione per entrambe i genitori che lavorano sale da 30 a 32,4 euro; quella per le madri under 21 sale da 20 a 21,6 euro, mentre per i figli successivi al secondo l’importo della maggiorazione passa da 85 a 91,9.