Chi vince e chi perde in delega fiscale approvata non considerando solo modifica scaglioni Irpef

di Marianna Quatraro pubblicato il
Chi vince e chi perde in delega fiscale

Chi trae più e meno vantaggi dalle principali misure della nuova delega fiscale approvata: ecco cosa prevede e chiarimenti

Chi vince e chi perde in delega fiscale approvata non considerando solo modifica scaglioni Irpef? E’ stata approvata i primi di agosto la nuova delega fiscale che dovrà ora essere esercitata dal Governo entro ventiquattro mesi dall'entrata in vigore della legge. 

Tra revisione delle aliquote Irpef di tassazione sui redditi, riordino di detrazioni per lavoratori e pensionati, novità Ires e detassazioni di straordinari, premi, ecc, sono diverse le misure che certamente saranno vantaggiose per alcuni, forse meno per altri. Vediamo quali sono e cosa prevedono e chi trae maggiori vantaggi dall’approvazione della nuova delega fiscale.

  • Chi vince con la nuova delega fiscale approvata per modifiche Irpef e non solo
  • Chi perde con la delega fiscale approvata 

Chi vince con la nuova delega fiscale approvata per modifiche Irpef e non solo

Sono diversi i contribuenti che ‘vincono’ con la nuova delega fiscale approvata, a partire dalle famiglie numerose, per arrivare a coloro che percepiscono redditi (paradossalmente) medi e medio-alti. Ma non solo.

‘Vincono’ con la nuova delega fiscale le famiglie numerose per il debutto del quoziente familiare al posto dell’Isee, considerando che si basa sul reddito familiare e divide il reddito complessivo della famiglia per il numero dei componenti del nucleo familiare, a differenza dell’Isee basato, invece, su redditi, patrimoni, mobiliari e immobiliari, di ogni componente di un nucleo familiare e sul numero dei componenti del nucleo familiare.

Con il quoziente familiare al posto dell’Isee, novità non ancora ufficiale, sarebbero certamente avvantaggiati maggiormente i nuclei familiari più numerosi rispetto a famiglie composte solo da una o due persone o senza figli.

‘Vince’ con la nuova delega fiscale anche chi ha redditi medi o medio-alti rispetto a chi ha redditi più bassi considerando le ipotesi di revisione delle aliquote Irpef al vaglio del governo. Con l’approvazione della nuova delega fiscale, governo Meloni ha deciso di voler ridurre le aliquote Irpef in base agli scaglioni di reddito, portandole da quattro a tre.

Le attuali quattro aliquote Irpef sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Tra le prime ipotesi di revisione dell’Irpef, e forse la più probabile, c’è quella che prevede le seguenti nuove aliquote:
  • del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In tal caso sarebbero agevolati i redditi più medio-bassi tra 15mila e 28mila euro per cui l’aliquota Irpef si ridurrebbe dal 25 al 23% ma resterebbe la stessa aliquota al 23% per chi percepisce redditi ancor più bassi, mentre resterebbe invariata l’aliquota di tassazione per chi ha redditi più alti.

Altra ipotesi di revisione Irpef al vaglio del governo prevede le seguenti aliquote:

  • del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, coloro che con redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, cioè chi ha redditi tra 2.150 euro circa e 3.700 euro al mese circa, avrebbero decisi aumenti dei loro importi mensili, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe di ben 8 punti percentuali scendendo dal 35% al 27%. 

Sarebbero, invece, penalizzati, paradossalmente, coloro che percepiscono redditi più bassi sui circa 25mila euro, per cui ci potrebbe esserci un aumento delle tasse di ben 300 euro e non ci sarebbe alcuna novità per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro per cui resterebbe invariata l’aliquota al 23%, che invece dovrebbe essere ridotta.

Altra ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:

  • aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Con questo schema di revisione Irpef, tutte le fasce di reddito sarebbero avvantaggiate, considerando che chi ha redditi da 25 mila euro all’anno pagherebbe circa 200 euro di tasse in meno, per arrivare fino a circa 700 euro per chi ha redditi più alti, quindi anche in tal caso chi ha redditi più alti ‘vince’.

Ultima ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti tre nuove aliquote Irpef:

  • al 23% per i redditi sotto i 15 mila euro;
  • al 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • al 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Anche in questo caso, per la prima fascia di reddito fino a 15mila euro, non cambierebbe nulla perchè resterebbe ancora l’aliquota al 23%, ma si ridurrebbe, paradossalmente, la tassazione per chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro, mentre perderebbero coloro che percepiscono redditi tra i 15mila e 28mila euro, per cui l’aliquota di tassazione salirebbe dall’attuale 25% al 27%. 

E’ chiaro, quindi, considerando gli schemi di revisione Irpef possibili, come, paradossalmente, chi perde con la nuova delega fiscale sono coloro che hanno redditi più bassi, a tutto vantaggio invece di chi ha redditi più alti.

'Vincono' con la nuova delega fiscale i lavoratori dipendenti anche per la tassazione agevolata su straordinari, tredicesima e premi di produttività ma ‘vincono’ anche coloro che sono soggetti al pagamento dell'Ires, imposta sui redditi delle società. 

Stando, infatti, a quanto approvato, per l'Ires sono previsti due regime di vantaggio complementari all'aliquota ordinaria: il primo prevede una riduzione per le imprese che impiegano risorse in investimenti, nuove assunzioni o partecipazione dei dipendenti agli utili; il secondo prevede incentivi sottto forma di ammortamento.

Chi perde con la delega fiscale approvata 

Come abbiamo ben visto considerando la revisione delle aliquote Irpef, chi perde innanzitutto con la nuova delega fiscale sono coloro che, paradossalmente, percepiscono redditi più bassi, considerando che nessuna delle quattro ipotesi di modifica Irpef prevede un cambiamento della prima aliquota al 23% per redditi bassi tra 8.500 e 15mila euro, che, secondo molti, dovrebbe invece essere ridotta.

Le altre grandi perdenti della nuova delega fiscale sono le Partite Iva, per cui ancora una volta non è stato fatto nulla in termini di tasse e non è stato fatto nulla soprattutto per le piccole Partite Iva che, in un contesto economico come quello attuale che stiamo vivendo, avrebbero invece certamente bisogno di aiuti e sostegni.

Unica misura a favore delle Partite Iva approvata nella nuova delega fiscale è il concordato fiscale biennale, sistema che permetterà di calcolare la base imponibile su cui pagare le tasse in misura fissa per due anni, per cui ogni contribuente potrà sapere quante tasse pagare nei successivi due anni anche se avrà guadagni superiori al previsto, ma non valido per tutti.

Stando, infatti, a quanto approvato, il nuovo concordato preventivo biennale varrà solo per le seguenti categorie di persone:

  • professionisti con Partita Iva e con un fatturato non particolarmente alto; 
  • titolari di reddito di impresa, piccole e medie imprese, e lavoratori autonomi; 
  • contribuenti che hanno buoni voti in ‘pagella’ fiscale, cioè chi ha un voto alto negli Isa, indicatori sintetici di affidabilità che hanno sostituito i vecchi studi di settore, di almeno 8 su 10.