Quali sono le soluzioni per evitare o bloccare il pignoramento di un bene: nuovi sistemi possibili e chiarimenti e spiegazioni
Come si può evitare pignoramento con 2 nuovi sistemi e bloccarlo anche se è già attivo con recente normativa approvate? Cambiano ancora le regole e le norme che disciplinano il pignoramento dei beni, da case e soldi ad altri immobili e beni e sono in vigore anche novità che permettono di evitare che scatti un pignoramento o di bloccarlo in casi specifici. Vediamo di seguito quali sono.
Primo sistema possibile per evitare o bloccare pignoramento
Secondo sistema per bloccare pignoramento nel 2023 anche già attivo
Primo sistema possibile per evitare o bloccare pignoramento
Il primo sistema che permette di evitare o bloccare un pignoramento è quello previsto dalla legge 3/2012, entrata in vigore nel 2015 e nota anche come legge salva suicidi, soluzione per le persone che si trovano in gravi condizioni economiche e non riescono più a pagare i debiti che hanno accumulato nel corso del tempo.
Si tratta della cosiddetta Legge salvasuicidi, a cui possono accedere sia imprenditori che cittadini privati ma anche tutti coloro che non hanno alcun patrimonio prontamente liquidabile o non sono possono pagare i debiti contratti, con possibilità di ottenere la totale cancellazione del debito e ripartire da zero.
La cancellazione dei debiti con la legge salva suicidi prevede diverse soluzioni, che sono:
concordato minore, possibile solo per coloro che hanno debiti derivanti da un esercizio d’impresa, come i professionisti, gli imprenditori minori, gli imprenditori agricoli, le start-up, e prevede la possibilità di raggiungere un accordo con i creditori per un più agevole pagamento del debito;
ristrutturazione del debito del consumatore, che consiste nel proporre al giudice di competenza un piano di rientro sostenibile per chi ha contratto debiti sia in ambito privato e sia in ambito di attività d’impresa;
liquidazione controllata, che prevede la vendita delle proprietà del debitore per ripagare gli interessi dei creditori e, se intraprendendo questa strada non si riesce a ripagare tutto il debito, quest’ultimo diventa inesigibile e il debitore è comunque libero;
possibilità di accedere ad una procedura familiare, per sostenere la cancellazione del debito di un soggetto incapiente.
Per l’accesso alla Legge 3/2012 per evitare il pignoramento dei beni in caso di sovraindebitamento, bisogna seguire l’apposita procedura che prevede i seguenti passaggi:
presentare domanda, che segna l’avvio del procedimento e deve essere effettuato compilando istanza apposita e trasmettere per mail o fax alla Segreteria dell’OCC, Organismo di Composizione della Crisi competente per territorio;
valutazione preliminare, fase in cui la segreteria esamina l’istanza e valuta se il debitore è effettivamente in possesso di tutti i requisiti necessari per accedere alla procedura;
accettazione preventivo, se la valutazione è positiva, la Segreteria trasmette al debitore un preventivo dei costi della procedura, comprensivo del compenso del gestore della crisi;
nomina del gestore della crisi, che assume il compito di verificare la situazione di sovraindebitamento del debitore;
successivo incontro con il gestore della crisi, che permette al debitore di incontrare, e anche più volte se necessario, il gestore per descrivere personalmente la propria situazione e i motivi che hanno portato ad importante sovraindebitamento;
piano di soluzione della crisi, che avviene quando il gestore, dopo aver esaminato tutta la documentazione, suggerisce al debito il miglior piano di soluzione della crisi;
omologa del piano, che prevede l’attestazione di veridicità e fattibilità da parte del gestore del piano di risoluzione del debito e lo trasmette al giudice per l’omologa.
Quando si ottiene l’omologa, è possibile ripagare i propri debiti in maniera agevolata con modalità e tempi previsti dal piano di soluzione della crisi.
Secondo sistema per bloccare pignoramento nel 2023 anche già attivo
Altro sistema che permette di bloccare il pignoramento (di una casa) nel 2023 pur se già attivo è quello previsto da una recente sentenza della Corte di Giustizia europea, che ha affermato che se il contratto stipulato tra banca e cliente contiene clausole abusive, il cliente può fare ricorso anche se è già stata avviata la procedura di pignoramento.
Stando a quanto previsto dalle norme europee attuali, sono considerate clausole contrattuali abusive quelle che non rispettano principi di buona fede ed equità, come:
risarcimento per inadempienza contrattuale da parte della banca;
esclusione o limite alla responsabilità della banca se il consumatore muore o subisce lesioni per un atto o un'omissione da parte dello stesso istituto di credito;
risarcimento unilaterale per annullamento, che permette alla banca di trattenere gli anticipi se il consumatore annulla il contratto;
modifiche unilaterali del contratto, che permettono all'istituto di credito di apportare modifiche ad un contratto unilateralmente senza necessità di fornire alcune giustificazione;
annullamento con breve preavviso, che permette all'istituto di credito di risolvere, appunto con breve preavviso, un contratto senza un termine fisso di scadenza;
clausole occulte, che rappresentano un vincolo per i clienti pur se non erano chiaramente specificate prima della firma del contratto;
annullamento del contratto unilaterale da parte della banca in determinati casi e a specifiche condizioni;
proroghe automatiche dei contratti a tempo determinato, per cui ogni cliente deve obbligatoriamente comunicare la sua intenzione di risoluzione del contratto prima della sua scadenza per evitare che sia automaticamente prorogato.
In base a questa nuova sentenza, è possibile bloccare il pignoramento anche quando è stato già avviato il procedimento di messa all’asta di una casa. Per effetto della nuova sentenza della Cassazione, cambiano le modalità e i tempi di pignoramento delle case e il giudice a cui la banca presenta richiesta di decreto ingiuntivo deve prima chiedere al creditore di presentare il contratto di credito.
Solo dopo, il giudice competente della procedura di pignoramento immobiliare, può rivedere tutto il procedimento e bloccare l’asta giudiziaria se emerge una effettiva violazione delle norme europee che tutelano il consumatore.
Dunque, per decidere se effettivamente una casa può essere all’asta o essere riacquisita dal debitore, il giudice deve valutare prima se il decreto ingiuntivo è stato emesso sulla base di clausole abusive contrarie ai diritti del consumatore.