Come cambia divisione eredità fino a totale cancellazione in base a rapporti genitori, figli, parenti

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Come si divide l’eredità tra genitori, figli, parenti e amici in base ai diversi casi previsti dalla legge e ai rapporti vigenti: chiarimenti

Come cambia la divisione eredità fino alla totale cancellazione in base ai rapporti tra genitori, figli, parenti e amici? La divisione dell’eredità avviene secondo regole specifiche sia in presenza che in assenza di testamento. Il nostro ordinamento in merito è molto chiaro e lascia poco spazio a dubbi o altre interpretazioni. 

In questo articolo cercheremo di spiegare come avviene la divisione dell’eredità in base ai rapporti tra genitori, figli e parenti (ma anche amici) non solo da un punto di vista strettamente giuridico e intesi come legami familiari ma anche in base al tipo di rapporto (se buono o meno) che intercorre tra gli stessi familiari.

  • Divisione dell’eredità in base ai rapporti familiari tra genitori, figli, parenti e amici
  • Come avviene divisione dell’eredità tra genitori, figli, parenti e amici in caso di secondo matrimonio
  • Cosa cambia per divisione eredità nel caso di erede diseredato

Divisione dell’eredità in base ai rapporti familiari tra genitori, figli, parenti e amici

La prima modalità di divisione dell’eredità in base ai rapporti tra genitori, figli, parenti e amici è quella che la legge chiama divisione per quote legittime che sono percentuali del patrimonio di un defunto che devono essere, per legge, riconosciute agli eredi legittimi del de cuius in maniera differente a seconda del legame familiare esistente tra defunto e parente superstite.

Le quote legittime per la divisione dell’eredità in base ai rapporti familiari tra genitori, figli, parenti e amici sono le seguenti:

  • se il defunto lascia solo l’altro coniuge, spetta a lui la metà dell’eredità del coniuge defunto e la casa coniugale e l’altra metà dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se il defunto lascia coniuge e un figlio unico, un terzo dell’eredità e il diritto di abitazione sulla casa vanno al coniuge, un terzo dell’eredità va al figlio unico e un terzo dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se il defunto lascia coniuge e due o più figli, un quarto dell’eredità spetta al coniuge più il diritto della casa coniugale, metà dell’eredità deve essere divisa tra i figli in parti uguali e un quarto dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se manca il coniuge e in presenza di un figlio unico, al figlio spetta metà dell’eredità e l’altra metà dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se il defunto lascia coniuge e genitori e non ha figli, l’eredità spetta per metà al coniuge più il diritto della casa coniugale, un quarto dell’eredità spetta a genitori e altri ascendenti e un quarto dell’eredità è la quota del testamento liberamente disponibile;
  • se il defunto lascia solo i genitori, spetta a loro un terzo dell’eredità e due terzi dell’eredità sono di quota del testamento liberamente disponibile;
  • in assenza di figli e coniuge superstite del defunto e altri eredi, tutto il patrimonio spetta a fratelli e sorelle in parti uguali;
  • in assenza di figli e coniuge e di ascendenti e collaterali, l’eredità spetta anche ai parenti indiretti fino al sesto grado in base ai legami di parentela più prossimi, partendo cioè dagli zii, per arrivare ai parenti in terzo grado, cugini, parenti di quarto grado, ecc;
  • in mancanza di eredi, casa, terreni e tutta l’eredità spettano interamente allo Stato.
Precisiamo che il rispetto delle quote legittime fissate dalla legge deve avvenire anche se i rapporti tra familiari non sono buoni. Se, per esempio, due fratelli hanno litigato chiudendo ogni tipo di rapporto ma uno dei due muore, l’altro superstite, pur non avendo più un rapporto con il fratello defunto quando ancora in vita, ha sempre diritto nei casi previsti dalla legge alla sua parte di eredità. 

Stesso discorso vale nel caso di lite e rapporto rovinato tra genitori e figli: in caso di morte di un genitore, il figlio ha sempre diritto a ricevere la sua eredità spettante pur se in cattivi rapporti con i genitori.

Come avviene divisione dell’eredità tra genitori, figli, parenti e amici in caso di secondo matrimonio

Le quote legittime di divisione dell’eredità fissate dalla legge devono essere rispettate anche nei casi di secondo matrimonio. In tal caso, infatti, la prima moglie, essendosi sciolto definitivamente il vincolo matrimoniale, non rientra più nell’asse ereditario. 

Nonostante il divorzio, ai figli del primo matrimonio spetta sempre ricevere l’eredità anche nel caso di secondo matrimonio contratto dal de cuius: in particolare, stando a quanto stabilito dalle leggi in vigore, nel caso di secondo matrimonio, senza figli, e due figli avuti dal primo, l’eredità di casa, soldi e altri beni del cuius spetta al 50% ai figli avuti dal primo matrimonio, mentre alla seconda moglie spetta il 25% dell’eredità del defunto.

La restante quota disponibile del 25% può essere liberamente concessa e divisa tra altri eredi. Se, però, il de cuius e la seconda moglie sono in comunione dei beni e hanno acquistato una casa insieme, quest’ultima non rientra nell’asse ereditario ma è solo della moglie, per cui i figli avuti dal primo matrimonio non possono avanzare alcuna pretesa sullo stesso immobile. 

Se dopo divorzio la prima moglie perde ogni diritto di successione nell’asse ereditario del marito defunto, la seconda moglie ha diritto a parte dell’eredità del marito defunto e, pur essendo una seconda moglie, non può mai essere esclusa dalla eredità del marito. Anche alla seconda moglie spetta sempre una specifica quota di eredità del defunto che di solito è pari alla quota di 1/3 dell'eredità. 

Se, inoltre, dal secondo matrimonio sono nati figli, spetta anche a loro parte dell’eredità del de cuius, esattamente come spetta ai figli del primo matrimonio. Ciò significa che in caso di figli nati da primo e secondo matrimonio, tutti hanno diritto a ricevere parte dell’eredità insieme poi alla seconda moglie, per cui l’eredità di casa, soldi o altri beni dovrà essere divisa tra figli del primo matrimonio, seconda moglie e figli del secondo matrimonio. 

In tal caso, la legge prevede che se il defunto lascia coniuge e figli, il coniuge superstite ha diritto alla metà dell'eredità in presenza di un solo figlio e ad un terzo dell’eredità in presenza di due o più figli.

Ciò significa che se, per esempio, un defunto ha avuto due figli dal primo matrimonio e uno dal secondo, alla seconda moglie spetta 1/3 dell’eredità e ai figli, a prescindere che si tratti di primo o di secondo matrimonio, spetta aa quota di 2/3 dell’eredità da dividere in parti uguali tra i tre figli.

Cosa cambia per divisione eredità nel caso di erede diseredato

La divisione dell’eredità tra genitori, figli, parenti e amici cambia ancora nei casi in cui un erede legittimo viene dichiarato indegno, fino alla totale cancellazione della quota di eredità spettante all’erede indegno. Secondo quanto stabilito dalle leggi in vigore, tutti gli eredi, figli compresi, possono essere considerati indegni ed essere, quindi, esclusi dall’eredità. 

Perché un erede venga considerato indegno, lasciando così una ulteriore quota di eredità da dividere tra tutti gli altri eredi legittimi, è necessario che sussistano particolari condizioni. 

E’ considerato indegno per legge l’erede che ha tenuto un comportamento riprovevole nei confronti del defunto, tanto da essere escluso dalla successione ed essere ritenuto incapace di succedere. I casi specifici in cui un erede viene considerato indegno tanto da essere estromesso dall’eredità sono i seguenti:

  • se l’erede ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere il parente defunto;
  • se l’erede ha commesso, in danno del parente, un fatto al quale la legge dichiara applicabili le disposizioni sull'omicidio;
  • se l’erede ha denunciato uno di tali parenti per reato punibile con l'ergastolo o con la reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni, se la denuncia è stata dichiarata calunniosa in giudizio penale;
  • se l’erede ha indotto con dolo o violenza il parente defunto a fare, revocare o mutare il testamento, o gli abbia impedito di farlo;
  • se l’erede ha nascosto o alterato il testamento con disposizioni sull’eredità;
  • se l’erede ha formato un testamento falso o ne ha fatto scientemente uso.