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Nuove semplificazioni per scadenze e adempimenti fiscali con nuova riforma del fisco di marzo: cosa cambia e da quando
Quando entrerà in vigore la riforma fiscale e per chi e da quando cambieranno davvero le tasse (paradossale)? La nuova riforma del fisco è stata presentata e approvata in Consiglio dei Ministri e si avvia al lungo iter verso l’approvazione finale definitiva con l’obiettivo di una revisione dell’attuale sistema fiscale e delle tasse che gli italiani pagheranno.
Ciò significa che le misure della riforma fiscale, o almeno alcune, a partire dalla revisione delle aliquote Irpef e dal riordino delle detrazioni potrebbero entrare già in vigore in estate e alcune a inizio del nuovo anno o tutte a partire dal prossimo 2024.
Forse in estate o forse a inizio 2024 cambieranno le tasse per pensionati, lavoratori dipendenti e autonomi e per tutti coloro che percepiscono redditi soggetti ad Irpef per effetto della revisione delle aliquote Irpef, del riordino delle detrazioni e dell’istituzione di una nuova no tax area che sia uguale e valida per tutti, lavoratori e pensionati.
L’obiettivo dichiarato dal governo con la riforma del fisco è quello di ridurre le aliquote Irpef portandole da quattro a tre e partendo dalle attuali quattro aliquote Irpef in vigore in base agli scaglioni di reddito che sono le seguenti:
Altra ipotesi di revisione Irpef al vaglio del governo prevede le seguenti nuove aliquote:
La terza ipotesi di modifica Irpef potrebbe, infine, prevedere le seguenti aliquote:
Paradossalmente, dunque, la revisione Irpef per la tassazione sui redditi potrebbe agevolare chi percepisce redditi più alti e medio-alti rispetto a chi percepisce redditi più bassi e che avrebbe, invece, dovuto ricevere maggiore attenzione nelle modifiche Irpef.
I vantaggi per i redditi più bassi fino a 15mila potrebbero derivare invece dal riordino delle detrazioni previste nella nuova riforma del Fisco. Il governo lavora, infatti, alla modifica delle oltre 600 detrazioni attualmente in vigore con l’obiettivo di riordinarle, ad eccezione di spese mediche, spese per l’istruzione dei figli e interessi passivi sui mutui, ed è stato ipotizzato uno schema di modifica delle detrazioni in base ai redditi secondo le seguenti percentuali:
La no tax area, vale a dire la soglia reddituale entro la quale non si devono pagare tasse, al momento è infatti diversa per pensionati (8.500 euro), per lavoratori dipendenti (8.174 euro) e per lavoratori autonomi (5.550 euro). L’orientamento è quello di rendere per tutti la no tax area entro gli 8.500 euro.